19 novembre 2003

fino al 4.I.2004 Jan Švankmajer e Eva Švankmajerová Parma, Palazzo Pigorini e Galleria San Ludovico

 
Cinescenari, dipinti e assemblage memori del collezionismo rudolfino. In un’ampia antologica dedicata a un’autorevole coppia di rappresentati dell’immortale avanguardia surrealista boema. Una mostra per due precursori. Surrealisticamente…

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A rinverdire i fasti di un surrealismo storico mai estinto, la preziosa antologica dedicata alla coppia Jan Švankmayer – Eva Švankmajerová mostra una consorteria d’oggetti che molto ha in comune con le celeberrime Expositions degli anni Trenta. La concezione del mundus est fabula, il violento humour noir e l’erotismo, la mistificazione e la bellezza convulsiva del cadavre esquis sono infatti le istanze di cui l’opera dei due artisti è pervasa. In particolare, le grottesche seduzioni dell’ars combinatoria, assieme alla crudeltà feticista del Teatro nero di Praga, si palesano nelle proposte di Jan Švankmayer, stimato cineasta che nel caso estrapola taluni oggetti di scena per decretarne in arte una perversa e parodica apologia.
Con tali presupposti, nei labirinti di Palazzo Pigorini e sotto le volte della sconsacrata Jan Švankmayer - Eva Švankmajerová chiesa di San Ludovico, è possibile incontrare i mostri ridicoli del Pease delle Meraviglie (Qualcosa da Alice), le marionette in cartapesta e i fantocci dei teatrini ambulanti (animistico corollario della sua opera filmica), la numerosa serie di papiers-collés costruiti tagliuzzando le pagine del teutonico Meyers Bilderlexikon, le composizioni arcimboldesche d’ossa animali e, non da ultime, le “macchine masturbatorie” (veri e propri juke-box designati ad un meccanico piacere sessuale di massa). Come a visualizzare una sorta di laboratorio cerusico (molto simile a quello di Bela Kiss e Barbablù) in cui è svelata la paurosa vitalità narrativa dell’objet trouvé, il primo intento di questo progetto espositivo è dunque quello di scatenare in primo luogo lo spavento e la meraviglia dello spettatore.
Nel contesto va distinto il particolare modo di Eva Švankmajerová, (anche scenografa e costumista nell’opera cinematografica del compagno), la quale esprime in pittura un diario infantile e affollato di rebus districabiliJan Švankmayer - Eva Švankmajerová per incoscienza, e dove ancora una volta, la rarefatta quotidianità d’anamorfiche figure femminili è travolta dall’onnipotenza rivoltosa degli oggetti inanimati (così come avveniva nel profetico hotel elettrico di De Chomon). Tutto a costituire un diorama carnevalesco d’oggetti strani e meravigliosi e una fantasmagorica scenografia costituita per analogìa, bizzarrìa e necrofilìa, dove per incanto sembra avvenuto l’”incontro fortuito” tra Hieronymus Bosch e James Ensor in un’atmosfera che è eccentrica e mostruosa come nella migliore e indimenticata tradizione surrealista.

patrizia silingardi
mostra vista il 30 ottobre 2003


Jan Švankmayer e Eva Švankmajerová.
Memoria dell’animazione – animazione della memoria
Parma
Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica 29;
Galleria San Ludovico, Borgo del Parmigianino 2/b.
18 ottobre 2003 – 4 gennaio 2004
orari d’apertura: 10-19, lunedì chiuso.
ingresso gratuito
info: Comune di Parma, Assessorato alla Cultura, Strada della Repubblica 29, 43100 Parma
tel. 0521 218967/218968
cultura@comune.parma.itpigorinistampa@comune.parma.it


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