06 aprile 2016

Fino al 10.IV.2016 Rosaria Matarese PAN, Napoli

 

di

Un’antologica nel senso letterale della parola, un racconto intimo e sociale della vita di Rosaria Matarese (Napoli, 1941), del suo percorso artistico sviluppato in una società che ha vissuto notevoli trasformazioni negli ultimi cinquant’anni. L’artista napoletana, attiva già dagli anni ’60 con il gruppo Linea Sud, col tempo ha sviluppato un metodo personale di raccontare la sua visione del mondo. Con opere che vanno oltre qualsiasi definizione estetica e nell’unione dei linguaggi artistici, Matarese dona la possibilità di trovare una lettura personale del lavoro. Una riflessione che si basa sull’inganno, sull’espressività, sulla confusione, sul dubbio e, al tempo stesso, sull’esplicita dichiarazione di enunciare il proprio pensiero che non si erge mai sovrano su quello del fruitore. 
Sulle basi del Futurismo e del Dadaismo, con un’impronta surrealista, Matarese crea un’arte coinvolgente che varia dai tempi più personali a quelli sociali e politici, lavorando su costanti visibili in ogni suo pezzo: la donna, Venere e madre, la terra, in particolare Napoli, l’occhio, per uno sguardo sempre attivo e vigile sugli avvenimenti che la circondano. La mostra si apre con opere degli anni ’70 e ’80, di quel periodo contesta con forte criticità la società, la violenza sulle donne e sui bambini, espressa con l’utilizzo di materiali di scarto o con utensili di uso comune ricollocati, cercando di porre attenzione sull’inconscia potenzialità di ogni oggetto. 
Rosaria Matarese, Il prodigio della morte ha aspettato, 1964, colore acrilico, collage, vetro e lamiera metallica su legno
Ogni raffigurazione proposta è l’espressione di una latenza, come lo sberleffo napoletano, che rappresenta il mascheramento degli istinti e delle pulsioni sessuali. Ma l’elemento che emerge in ogni opera è la lettura del mondo attraverso l’utero materno, luogo d’origine di ogni vita. Con ironia e sarcasmo affronta ogni tema senza paura, soprattutto quelli più delicati, come la guerra in Afghanistan e la vendita di organi, facendo emergere la passione e la costanza, 
Forme goffe e antiestetiche enfatizzano la drammaticità dell’opera e arrivano allo spettatore che, ricontestualizzando i pezzi, crea una nuova realtà. L’arte, in questo caso, aiuta ad ampliare l’immaginazione di ognuno, nonostante il forte legame con il reale è fonte d’ispirazione, perché è vita allo stato puro che genera una forza attiva pronta a far risollevare un mondo in decadenza. 
Chiara Barone 
mostra visitata il 10 marzo
Dal 4 marzo al 10 aprile 2016
Rosaria Matarese 
PAN – Palazzo delle Arti di Napoli 
Via dei Mille 60, Napoli 
Orari: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 19.30, la domenica dalle 9.30 alle 14.30

Info: pan@comune.napoli.it 

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