09 luglio 2017

Fino al 10. VII. 2017 Solo cose belle Galleria Acappella, Napoli

 

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Un titolo risoluto, che lascia presagire una rigida selezione, quello dell’ultima collettiva in mostra nello spazio napoletano Acappella, di Corrado Folinea. Realizzata in collaborazione con Spazio Artisti, interessante programma di residenze d’artista gestito a Pozzuoli da Alessandro Bava, l’esposizione risponde ancora una volta alla politica di aggregazione della galleria, che di frequente preferisce raggruppamenti di artisti a mostre personali. “Solo cose belle” a cura di Tenzing Barshee coinvolge quattro artisti stranieri – Daphne Ahlers, Vittorio Brodmann, Daniel Faust e Lilli Thießen – tre dei quali hanno preso parte alla prima residenza di Spazio Artisti proprio in compagnia del curatore. 
Ma se la meccanica di questi processi resta interessante, come pure una effettiva capacità di gestire collettivi più o meno instabili di artisti con le loro idee, è vero anche che talvolta l’amalgama indiscriminato comporta una serie di perdite altrettanto ingiustificate. Sparute, piccole opere che singolarmente muovono una certa curiosità e un puro interesse, si susseguono senza animosità, in uno spazio che non gli compete e che pur essendo pronto all’esposizione, appare poco incline a dar merito e prestigio, ad esaltare attraverso l’allestimento il punto di vista di questi artisti essenziali, quasi nordici.
Daphne Ahlers (Amburgo, 1986) propone piccoli calchi femminili in latex con Never Let Jealousy Threaten Female Bonds, inquietante monito ispirato al mito dell’ignota della Senna, fanciulla morta suicida e di cui l’artista immagina le fattezze, riprodotte in serie ad accentuarne l’effetto salmastro già assicurato dal colore verde alga, che ricorda appunto il bronzo quando si ossida, qui per effetto delle acque stagnanti. Lilli Thießen (Amburgo, 1983) e Vittorio Brodmann (Ettingen, Svizzera, 1987), accomunati da un palese astrattismo, realizzano forme sfuggenti, irripetibili nel gesto che le crea ma non nella resa che quasi si appiattisce alla parete. Daniel Faust (New York, 1956), forse quello che più si distacca dall’umore docile della mostra, propone bizzarrie attraverso una fotografia che ritrae oggetti museali e per questo si rivela ironica e mai stucchevole.
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Solo cose belle, veduta della mostra, Napoli 2017, courtesy Acappella, ph. D. Donzelli
Tuttavia “Solo cose belle” resta il titolo troppo puntuale di una esposizione che al contrario manca di uno specifico collante, quel legaccio necessario a mettere insieme le opere e le loro divergenze. Si intuisce faticosamente un discorso sulla bellezza abbinata al costante timore di una perdita, sebbene la sensazione forse cruciale a emergere è una vocazione alla bellezza in quanto tale, o meglio a ciò che, ridotto a puro esposto, appaga un collezionismo erudito più che l’occhio e le sue necessità estetiche. D’altra parte si tratta pur sempre di voglie, è cioè un aspetto del desiderio, il medesimo, a spingere il visitatore a guardare e il collezionista a possedere e non c’è gerarchia valida nel desiderio quando quello si presenta.
È comunque affascinante l’origine magmatica, quasi vulcanica che il curatore attribuisce a quello che appunto resta un amalgama. Suggestivo è il riferimento ai Campi Flegrei, alle porte di Napoli dove, “seduti su un cratere spento, vicino alla Solfatara”, questo desiderio di belvedere si è presentato di nuovo. E da un panorama si è spinto verso un nuovo panorama.
Elvira Buonocore
Mostra visitata il 2 Maggio 2017
Dal 28 aprile al 10 luglio 2017
Daphne Ahlers, Vittorio Brodmann, Daniel Faust, Lilli Thiessen, Solo cose belle
Galleria Acappella
Via Cappella Vecchia, 8 – Napoli 
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 17 alle 20; il sabato dalle 11.30 alle 13.30 
Info: galleriacappella@gmail.com

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