17 dicembre 2007

libri_saggi Estetica dei nuovi media (costa & nolan 2007)

 
Abbandonare l’isola dell’estetica per immergersi nell’oceano burrascoso dei nuovi media. Tra filosofia dell’arte e architettura, scienza della comunicazione ed ermeneutica. Per ritracciare i confini nella e della network society...

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Il titolo e il sottotitolo del libro, Estetica dei nuovi media. Forme espressive e network society, delineano immediatamente il campo di tensioni nel quale l’indagine di Tursi intende muoversi e denuncia la posta in gioco: l’eventualità di abbandonare i rassicuranti confini dell’estetica tradizionale, le sue categorie e le sue definizioni, per immergersi nel territorio dei media tecnologici di elaborazione e diffusione dell’informazione, nel quale l’arte sembra oggi dover riprogettare il proprio statuto e la propria funzione.
Gli argomenti che il saggio affronta e approfondisce sono numerosi ed eterogenei, dalla riflessione sul rapporto fra arte e tecnologia dal punto di vista della filosofia quanto degli studiosi dei nuovi media (McLuhan in prima linea), alla perlustrazione dei territori di sperimentazione della net art e della transarchitettura. Ma l’autore si dimostra abile nell’arginare il rischio di dispersione o disorganicità, raccordando i diversi percorsi d’indagine alla luce di un’unica e centrale domanda: cosa accade all’arte e all’estetica nella network society, in una società letteralmente irretita, innervata dai media della comunicazione?
All’estetica accade qualcosa di fondamentale: questa disciplina specificamente moderna riconosce innanzitutto l’urgenza di recuperare il proprio originario terreno di riflessione, quello dell’indagine sui sensi, l’imprescindibile interfaccia fra noi e il mondo. Yousuf Karsh - Marshall McLuhan - 1967È proprio sul terreno delle modalità percettive, oggi sempre più tecnologicamente ibridate, che estetica e mediologia possono inaugurare una feconda collaborazione ed estendere e potenziare i rispettivi ambiti e strumenti di ricerca.
Per quanto riguarda l’arte, assistiamo a un analogo riorientamento, che consiste tanto nel riconoscere l’inefficacia di certe categorie, quanto nella necessità di ripensare innanzitutto l’arte come il “nostro precipuo orizzonte di senso”, come l’attitudine ad aprire e organizzare l’orizzonte dell’esperienza sensibile in un orizzonte storico di senso, per dirla con Heidegger che, accanto a Gadamer e a Benjamin, è uno dei riferimenti filosofici più forti del testo.
Si tratta di considerazioni teoriche apparentemente generali e astratte, che tuttavia inducono il lettore a porsi una domanda dirimente: a quali condizioni e in che modo l’arte (termine, ricordiamolo, che proviene dal greco techne) può rendere abitabile un mondo, il nostro, del tutto mediaticamente innervato? La risposta che Tursi suggerisce è la seguente: la specifica funzione “mediale” dell’arte, di mediazione fra i nostri sensi e il mondo nel quale viviamo e operiamo, deve riprogettarsi nel medium della comunicazione che più direttamente ci riguarda, la Rete, appropriandosi delle sue specifiche dinamiche connettive e di collaborazione e ridefinendo i suoi compiti in termini eminentemente politici.
Un tentativo, quello di Tursi, di declinare nel presente il progetto benjaminiano di “politicizzazione dell’arte”, Hans-Georg Gadamersullo sfondo dell’indigenza nella quale versa la nostra capacità simbolica e comunicativa. Se la liquidità della Rete e soprattutto la sua specifica pluralità (il suo ricreare uno spazio politico nel senso arendtiano della polis) potrebbero offrire le condizioni più adatte alle quali il lavoro dell’arte può e deve ripensare i propri compiti e le proprie procedure, resta tuttavia forte la perplessità relativa al rischio che questa arte finisca per abituarci, per rendere abitabile per noi un orizzonte di esperienza tutt’altro che plurale, ridotto piuttosto a protocolli di comunicazione omologanti, programmabili e ottimizzabili. Ma questa in fondo sembra essere la sfida che i nuovi media lanciano all’arte: pensare e realizzare le condizioni -la fruizione attiva, collaborativa che internet richiede e consente è sicuramente una di queste- alle quali essa possa continuare a essere un contro-movimento rispetto al progetto riduzionista di cui la tecnologia può invece farsi integralmente carico.

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giulia matteucci

la rubrica libri è diretta da marco enrico giacomelli


Antonio Tursi – Estetica dei nuovi media. Forme espressive e network society
Costa & Nolan, Milano 2007
Pagg. 180, € 17,40
ISBN 8874370628
Info: la scheda dell’editore

[exibart]

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