23 giugno 2008

libri_manuali Arte Classica (skira 2007)

 
Un volume prestigioso in una collana altrettanto importante. E una firma nota per rigore filologico e acume ermeneutico. Ma in quest’occasione promette più di quanto riesce a mantenere...

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Arte Classica, inserito nella prestigiosa “Biblioteca d’Arte” di Skira, porta la firma di Flaminio Gualdoni. Sarà per l’unanime stima provata nei confronti di colui che risulta essere uno dei più talentuosi scrittori d’arte italiani o perché ingenuamente conquistati dalla rarità preziosa delle uscite autoriali -diciotto in tutto finora- comprese nella “Biblioteca” della storica casa editrice; fatto sta che si rischia con facilità di incorrere nell’errore tipico per un lettore: caricarsi di aspettative.
A ciò, bisogna dirlo, si è indotti anche dall’essenziale e indubitabilmente efficace quarta di copertina, che promette una trattazione diacronica del mito del classico, capace di seguirne l’impatto avuto e l’evoluzione dal Rinascimento fino al Novecento. Una scelta programmatica non inedita, visto che rappresenta oramai il fondamento metodico imprescindibile dell’indagine storica. Una scelta che, nell’indicare il Novecento come tempo d’indagine riferito al classico, intriga, conoscendo poi la capacità tutt’altro che banale di Gualdoni di guardare all’arte d’oggi. Quindi, ciò che ci si aspetta di leggere è un saggio appassionante com’è sua abitudine scriverne, capace di interessare circa l’evoluzione attuale del mito del classico.
In realtà, è soltanto nel primo capitolo (Il mito del classico) che l’autore ci conduce sul terreno promesso. Partendo dalla rielaborazione e dalla combinazione del mito greco con quello romano da parte dell’umanesimo rinascimentale, Gualdoni giunge a informare sulla diffusione di originali e copie, fenomeno stimolato dal collezionismo secentesco e dalle mode scaturite dal Grand Tour. Dall’opera di Winckelmann, colui che fece nascere la moderna storia dell’arte, indagando il classico con metodo comparativo e contestuale, per contrapposizione finisce per discorrere dell’ovvia importanza della scoperta, compiuta dagli archeologi inglesi Samuel Angell e William Harris, del colore nella scultura e nell’architettura greca. Per concludere, sottolineando schematicamente il duplice atteggiamento ottocentesco di accademia, quindi di un’idea del classico come suscettibile di un mero studio iconografico e di ricerca archeologica, che oramai divenuta disciplina autonoma esercitava se stessa nell’autorevolezza conquistata.
Sul Novecento, invece, sulle considerazioni che più si attendevano di come il mito del classico sia stato vissuto nel secolo appena trascorso, praticamente nulla. Soltanto un accenno ironico al manifesto futurista del 1909. Tutto questo in “misere”, sintetiche sedici pagine.
A seguire, invece, dodici capitoli assai stucchevoli, che definire manualistici è un eufemismo. Ripercorrendo le vicende storiche a tutti più o meno note, comprese tra la civiltà minoica e l’età imperiale romana, l’arte classica è analizzata con poca originalità attraverso i suoi capolavori e i suoi maggiori artefici, con qui e là qualche spunto di buona scrittura e d’interessante soluzione interpretativa. Ma sono sprazzi isolati e soluzioni che si muovono nel solco del già noto.
In sostanza, poco, troppo poco per poter dire di star affrontando l’arte classica attraverso la “storia culturale recente” e secondo la “prospettiva lunga delle vicende dell’arte occidentale”.

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Flaminio Gualdoni – Arte classica
Skira, Milano 2007
Pagg. 320, € 30
ISBN 9788861300071
Info: la scheda dell’editore

[exibart]

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