07 febbraio 2013

Fino al 19.IV.2013 Matteo Negri, Una cosa divertente che non rifarò mai più Genova, Abc Arte

 
Il concatenarsi costruttivo di forme e colori vi fa pensare al mondo del gioco? O forse a quello dell'arte? Nel centro di Genova una personalissima visione sul tema, firmata Matteo Negri -

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Da qualche tempo Genova appare più colorata del solito. Ovviamente con discrezione, come si conviene alla Superba, ma il colore c’è e si nota. Merito di Matteo Negri (San Donato Milanese, 1982), arrivato nel capoluogo ligure con i suoi Lego sovradimensionati in bilico tra rivisitazione ludica e ludismo rivisitante. Un feeling particolare quello dell’artista col mattoncino, che va oltre l’etichetta pop e gli permette di combinare con disinvoltura arte, pratica speculativa e vivacità materica, racchiudendole in sinergismi senza dubbio fruibili e (per fortuna) lontani dal rendere del prodotto concettuale un’ennesima immagine compassata, fredda o tanto meno snobisticamente seriosa.
La trasferta di Negri nella città della Lanterna è stata progettata come un’azione estesa e possibilmente partecipativa, comprensiva di tre sculture dislocate in diversi punti del centro, un’esposizione galleristica e una promettente installazione finale nella centralissima Piazza De Ferrari, collocata in concomitanza con l’apertura di Arte Genova 2013.

Centro nevralgico dell’evento è la modernità rassicurante della galleria, dove i lavori di Negri si presentano subito d’impatto, molto accattivanti, un po’ ruffiani nei colori sgargianti e nelle forme curiose che non nascondono il maniacale interesse verso un estetismo attraente e un appagamento visivo praticamente certo. Divertente e significativo il gioco verbale (Lego – L’ego) che dà il titolo a gran parte delle opere presenti, almeno quanto l’uso atipico, citazionistico, meditativo che l’artista fa del celeberrimo mattoncino, utile alla bisogna per rivisitare il Neoplasticismo di Mondrian e gli arazzi di Boetti senza cadere nel baratro della riproposizione servile o insipida, spesso dietro l’angolo in questi casi. Caduta evitata, il perché è presto detto: Negri si è appropriato di quei linguaggi, li ha compresi per poterli poi anagrammare arricchendoli della sua caratteristica metodologia materico-cromatica, cifra senza dubbio particolare, ma che senza un’attenta cognizione di fondo non basterebbe alla riuscita di tale operazione.
Uscito indenne dalla citazione, l’artista può affrontare simbolici nodi in ferro senza perdere la tensione dinamica propria di un bozzetto maneggiato nella gommapiuma, inserire un omaggio puntuale al vessillo genovese o costruire la doppia elica di un DNA ingigantito quanto perfettamente coerente nella sua forma e nel suo bianco candido riflettente, peraltro unica deroga al super vistoso melting pot cromatico imperante. Esulano dal Lego, ma sono altrettanto notevoli, le mine di profondità in ceramica, forse l’anima più direttamente pop di tutta la mostra per rapporto tra oggetto, colori (anche qui brillantissimi, ça va sans dire) e risultato finale totalmente avulso dalla realtà; assolutamente logiche in un complesso dove forme e colori sono senz’altro molto, ma mai tutto.

Andrea Rossetti

dal 18 gennaio al 19 aprile 2013
Matteo Negri – Una cosa divertente che non rifarò mai più
Abc Arte
Via XX Settembre 11a – (16121) Genova
Orari: da lunedì a venerdì 9.30-13.30 e 14.30-19.30, sabato e domenica su appuntamento
Info: 010 8683884, info@abc-arte.com, www.abc-arte.com

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