09 giugno 2004

arteatro_festival Festival di Assoli Butoh Lerici (sp), Teatro Astoria

 
Che cos’è il butoh? Difficile dirlo e definirlo. Pare che il numero delle definizioni sia grande tanto quanto quello dei danzatori. Per Yumiko Yoshioka è simile ad una spedizione, ad una continua metamorfosi. E il fine del viaggio è aperto…

di

Corpi che sbucano dai cespugli o si confondono con le mura di un castello sul mare. Corpi che invocano la guerra al ritmo di un tamburo o si attorcigliano a una corda cercando un equilibrio impossibile tra la vita e morte. Che anelano all’unione perfetta di maschile e femminile. Che invocano la presenza di chi non c’è più per lasciarsene inondondare come una marea.
Immagini di libere improvvisazioni che hanno abitato il castello di San Terenzo chiudendo il sipario sulla seconda edizione del Festival Butoh La danza di confine, organizzato dall’Associazione culturale Gest/Azione in collaborazione con il Comune di Lerici. Tre giorni densi di eventi (dal 14 al 16 maggio) che hanno creato un luogo di confronto con un modo diverso di pensare la danza emerso con forza nel Giappone degli anni Sessanta, passato attraverso quarant’anni di evoluzioni e cambiamenti, per poi diffondersi in tutto il mondo, perdere le sue caratteristiche più specificamente etniche e diventare una riflessione universale sul corpo pronta a far germogliare ovunque nuovi frutti.
Anche in Italia la presenza dei danzatori giapponesi è stata impulso e stimolo alla formazione di una nuova generazioni di danzatori. Il Festival di Lerici ne rende in parte testimonianza proseguendo idealmente un percorso di ricerca che Annalisa Maggiani ha portato avanti passando attraverso il buto di Yumiko Yoshioka, ospite della rassegna assieme a Hisako Horikawa accompagnata dal musicista Tristan Honsinger.
Come sempre accade nel butoh, Yoshioka e Horikawa hanno mostrato due stili affatto differenti di danza sviluppati intorno a un cuore comune: l’idea di un corpo che perde la sua identità individuale per entrare in contatto col mondo intorno, portatore d’ombra e di memoria.
In entrambe i casi l’allenamento proposto conduce all’ascolto e allo sviluppo dell’immaginazione. Il movimento non è mai fine a se stesso: è un dialogo con figure immaginarie nel caso della Yoshioka, è la risposta necessaria e involontaria a uno stimolo nel caso della Horikawa. Lo scopo è trasformarsi in un’antenna capace di catturare memorie e sensazioni, per farsi contenitore dell’universo. Quando questa trasformazione avviene davanti a un pubblico, anche gli spettatori sono indotti a “sentire” rinunciando a ogni tentativo di spiegazione logica. E possono assaporare una diversa qualità della vita.
Con Before the dawn, sul palco del Teatro Astoria Yumiko Yoshioka è apparsa come un demone che lotti per farsi carne e venire alla luce. Gli arti mobili fino alla disarticolazione, il volto elastico e pronto a ogni deformazione, per un’ora s’è lasciata attraversare da piccole esplosioni inseguendo l’invisibile.
Quasi a ribardire un passagio e una comunicazione tra l’interno e l’esterno, il corpo e l’universo, la materia e lo spirito, Hisako Horikawa ha cominciato il suo spettacolo Kagayu (Ombra ondeggiante) sulla porta d’ingresso. Abito nero e tacchi a spillo, la vita fasciata da un obi colorato e il volto bianco di chi a rinunciato ad esistere per accogliere presenze che arrivano da un altrove, ha disegnato il percorso di una donna rincorsa dai suoi fantasmi. Annunciata e preceduta dalle frasi vaneggiate del violoncellista per caso Tristan Honsinger, preda di un delirio di suoni e di parole.
La forma non è che la manifestazone di un desiderio. Per un breve intervallo di tempo, percorsi dall’eccitazione e persino dal disagio, gli spettatori sono stati avvolti da una corrente d’energia che nel passaggio tra il palcoscenico e la sala ha materializzato i fantasmi dell’anima e del mondo.
 Yumiko Yoshioka

bio
Annalisa Maggiani comincia con il teatro di strada dopo una formazione in mimo e danza espressiva. Nel `89 incontra a Berlino Yumiko Yoshioka avvicinandosi alla danza Butoh, nello stesso anno studia a Venezia con Kazuo Ono, dagli anni ´90 entra a far parte della compagnia di Yumiko Yoshioka Ten pen Chii Art labor. Parallelamente si laurea in filosofia e psicologia e prosegue la ricerca sul movimento diplomandosi in danzanmovimento terapia (Art Therapy Italiana), ottenendo nel 1994 una borsa di studio dal Ministero degi Affari Esteri per una ricerca sulle danze di trance dei Gnawa-Marocco). Prosegue l’attività di assolo improvvisando con musicisti jazz e artisti di arti visive con cui partecipa a rassegne e Festival in Italia e in Europa, prediligendo ambienti naturali e spazi “quotidiani” per le sue performance.

Yumiko Yoshioka regista, coreografa e danzatrice Butoh di fama internazionale, danzatrice dal 1977 del gruppo di Carlotta Ikeda “Ariadone”, partecipante alla prima performance butoh in Europa con Ko Morobuschi e Carlotta Ikeda (Parigi, “Le dernier Eden”,1978) già presente in vari progetti in Italia (1995-2000 ha diretto insieme ad Annalisa Maggiani il progetto-performance “La Trilogia del ritorno”).

Hisako Horikawa danzatrice dal 1978 per 20 anni della compagnia di MinTanaka”Maijuku”, co-fondatrice del laboratorio di meteorologia del corpo, nel 1997 riceve il premio dall’Associazione giapponese critici della danza e nel 2001 crea una serie di performance “The alley” sul rapporto tra sensazioni corporee vita metropolitana.


maria pia d’orazi


Festival Danza di Confine
2° Festival di Assoli BUTOH
a cura di GEST/AZIONE – Direzione artistica: Annalisa Maggiani
Lerici (SP), Teatro Astoria
info@gest-azione.de  
www.gest-azione.de


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