06 maggio 2005

exibinterviste la giovanearte Franco Losvizzero

 
Lui è Andrea Bezziccheri, ma crea “mostri e carillon” sotto lo pseudonimo di Franco Losvizzero. In questa intervista racconta la sua arte che, a sentir lui, lascia ammaliati soprattutto i bambini. Da cosa nacque tutto? Ma ovviamente da Mariella, la maestra delle elementari…

di

Come sei diventato un artista?
Mariella, la mia insegnante alle elementari, è stata colpa sua… Lei disegnava molto bene, e mi insegnò le tecniche del disegno, ed ha creduto molto in me. Una volta mise il mio disegno di un albero al centro sopra la lavagna, sotto il crocifisso, e lo tenne ad esempio per mesi. Mi trattò da amico. Forse incontrarla è stato determinante, incontrare il suo amore per l’arte e la sua stima. Poi sono sempre stato molto sensibile. E sono stato fortunato a trovare persone intorno a me che hanno valorizzato questa mia sensibilità. E’ vero che “sentirsi un’artista” suona male, ma è come sentirsi padre o ingegnere, ci sono delle responsabilità e quelle di un’artista sono sottili ma intense.

In questo momento della tua vita stai facendo quello che hai effettivamente scelto o fai questo lavoro per cause fortuite?
Si! Sto facendo quello che ho realmente scelto, o sognato. Forse l’artista è colui che sceglie di sognare.

Solitamente spetta ai critici sintetizzare e descrivere la ricerca di un artista. Se dovessi definire la tua arte come faresti?
Tocco con mano nelle viscere dell’inconscio i mostri di tutti, hanno a che vedere con la religione o con paure ancestrali; so che sono di tutti perché molti rimangono toccati intimamente, anche turbati, spesso!
Da un punto di vista tecnico mi piace pensarmi come ad un’artista pop perchè le cere e plastiche, i colori che uso fanno sembrare le opere delle caramelle, mangiabil. Forse per questo i bimbi sono i miei più grandi fan. Queste opere a volte si muovono, sono dei robot o dei carillon.

Cosa ti ha portato a creare lo pseudonimo di Franco Losvizzero?

Ho nominato il bambino che è in me, la mia parte sensibile. Si chiamava così. E’ un nomignolo, c’è ironia e te lo ricordi subito! Mi sento ironico nel mio lavoro. Poi indica una moneta il Franco Svizzero: sono moneta e sono svizzero, preciso come un orologio… No tutt’altro! Sono il contrario di uno svizzero…

Un tuo pregio.
Sono tenace e impetuoso.

E un difetto.
Sono tenace e impetuoso.

Questo nel lavoro, ma nella vita?
Anche.

Come vivi il rapporto con i tuoi galleristi o comunque con le persone che si occupano di promuovere e vendere il tuo lavoro?
Ultimamente sto vendendo pezzi per me molto importanti e a volte mi dispiace distaccarmene. Credo che valga per tutti ma è quello che mi viene da dire. Marco Rossi Lecce è un gallerista di grande esperienza e il fatto che creda in quello che faccio mi gratifica. Anche se ci vorrà del tempo perché possa riuscire a presentarmi e a fami conoscere completamente da lui come dagli altri. Le cose che faccio hanno lunghe radici e in superfice fioriscono con diversi tipi di fiori, funghi, piante.

Che rapporto hai con i critici e con la stampa?

Il rapporto è buono. In genere le mie cose piacciono al pubblico e ai critici. Forse, ripensandoci, quelli a cui non piacciono non me lo hanno detto! Ma tutto sommato ho un bel rapporto. Molti mi chiedono che cosa voglio dire, ecco questa è una cantonata. Allora comincio a dire che “queste opere tendono alla riscoperta del sentimento stratificato dell’io, nell’icomparabile iridescente della semiotica dell’ottica semifisica dell’tocco intenso, chiaramente alla maniera metafisca Kantiana.”

Che rapporto hai col luogo in cui lavori? Parlaci del tuo studio…
E’ un casino. Non ha molta luce e dipingo per terra, io su uno sgabellino e i fogli a terra. Cicamente lo risistemo ma arrivo veramente a farlo sembrare una schifezza. Pezzi di bambole, robba vecchia, giornali, ritagli, computer. pingo/faccio quando non posso farne a meno, quando sto molto male.E la sporcizia, a volte, come la musica, mi aiuta.

Quale è la mostra più bella che hai fatto e perché?
E’ l’ultima alla galleria Altri Lavori in Corso, perché è studiata come una grande installazione ed è precisa come l’ho pensata con alcuni dei pezzi più importanti.

Quanto influisce la città in cui vivi con la tua produzione? E’ indifferente? Preferisci girare di città in città o lavorare sempre nel solito posto?
Tutte le volte che ho viaggiato, in particolare da solo, ho riportato grandi ispirazioni. La città è bella e dire che Roma è ininfluente è pazzia, ma se potessi cambierei studio ogni sei mesi in ogni città che mi ha ispirato. E poi mi piacerebbe sparire, andarmene fuori. Ma non ho abbastanza coraggio.


bio:Franco Losvizzero nasce nel 73 a Roma. Dopo il liceo scientifico e l’Accademia di Belle Arti, si dedica alla fotografia diplomandosi all’Istituto Europeo di Design di Roma. Nel 96 si trasferisce a Londra per approfondire gli studi presso la Thames Valley University e successivamente soggiorna frequentemente a New York. Nel 98 vince borsa di studio per l’Atlantic Center for the Arts (in Florida) per un incontro-stage tra 15 artisti Italiani e 15 statunitensi. Dal 2000 collabora attivamente con alcuni artisti tra cui Luca Maria Patella, Matteo Basilè, Alexandro Yodorwsky e con alcune agenzie di comunicazione in veste di art director. Nel 2000 fonda la Biennale di Arte Contemporanea di Porto Ercole col suo vero nome: Andrea Bezziccheri e successivamente dopo le prime 4 edizioni la sposta a Roma a Castel Sant’Angelo trasformandola in Biennale in TRANSito (www.bip-art.net). E’ impegnato nella regia cinematografica con diversi cortometraggi al suo attivo, videoclip, un documentario sul circo ed un film in via di realizzazione.

[exibart]


10 Commenti

  1. Nulla può contro il piacere e la volontà di creare!
    Tu pensa a creare il tuo piacere! La tua felicità! sarà la nostra gioia ed il nostro piacere di saperti felice! Auguri ciao Maurizio

  2. ..sono belle!
    cose nuove davvero. Poetiche e raffinate, malate e struggenti… sò che sarà a milano con la mostra “Miracolo a milano” ci sono altre notizie..progetti?
    largo ai gioavani! Bravo Losvizzero!

  3. Ho parlato con amici che hanno visto la mostra, parè che sei davvero bravo. Ma è vero che sono tutti robot? A quando la prossima?

  4. Bellissimo.La meccanicità delle forme che trascendono l’evidenza rendono i tuoi spazi infiniti,il tuo tempo immutevole, costringono il paradosso all’eterna giovinezza.

  5. Ho visto la mostra a Milano la tua installazione è la più bella, misteriosa, nuova. Grazie e non cambiare…
    La consiglio a tutti: Miracolo a Milano a palazzo della Ragione davanti il Duomo, è una delle più belle collettive che ho visto…
    Bravi i curatori!!

  6. Non riesco a vedere la mostra a Milano! Credo abbia chiuso da poco. Dove altro è possibile vedere i suoi lavori?
    Ne parlano tutti ma non c’è nemmeno un sito… C’è la possibilità di avere qualche notizia? Gallerie a Torino?
    Grazie C.Palma

  7. Ho visto un tuo lavoro a casa di un collezionista … e vorrei anch’io un robot. Mi sono informato e pare che bisogna prenotarsi perchè la produzione è complicata e perciò lenta. L’intervista qui sopra è una delle poche cose disponibili…Insomma una produzione più serrata non sarebbe male! Mi piacerebbe avere una risposta…
    Con Stima
    Gianni Voglia

  8. Credo che Losvizzero sia un’artista autentico. Uno dei pochi della nuova generazione. invito a vedere dal vivo i suoi lavori.
    Sono autenticamente poetci nel senso più alto che la parola arte consente.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui