22 novembre 2005

fino al 24.XI.2005 Christian Caliandro/ Michelangelo Consani Pescara, White Project

 
Una stanza vuota con la finestra aperta. Silenzio e nessuna azione. Immagini in serrata successione, suoni intensi, una sequenza filmica. Linguaggi contrapposti, ma con una simile finalità...

di

La luce abbagliante dell’interrogatorio, una finestra aperta. Sulla tettoia, fuori dal balcone, un paio di occhiali rotti. Tracce di un evento, che rimandano a qualcosa che è già accaduto.
Lo spazio della galleria si presenta così: immobile, costellato di presenze minime -di estrema raffinatezza ed efficacia- capaci però di delineare nettamente un percorso. Un approccio concettuale che priva Anarchica morte di un occidentale di Michelangelo Consani di qualsiasi tipo di messinscena. Anche il video, nel quale figura l’unico dialogo, risulta esterno allo spazio espositivo, essendo visibile soltanto dalla finestra che dà sul terrazzo. Nel video si assiste ad un interrogatorio in cui un unico attore, Giovanni Battaglia, interpreta entrambi i ruoli. Le battute sono quelle del Matto e del Commissario del testo Morte accidentale di un anarchico (1970) di Dario Fo. Un’opera che rimanda alla vicenda dell’anarchico Pinelli e che viene esplicitamente citata nella scritta al termine del video, in cui l’artista associa a questa un’altra morte sospetta, quella di Marcello Lonzi avvenuta nel carcere di Livorno. Episodi che in tal modo non figurano più come eccezioni ma come fenomeni ricorrenti, tanto da far dedicare l’opera a tutte le vittime del sistema.
I fatti citati e le relative riflessioni, dalla denuncia al concetto di vittima, non costituiscono però il senso dell’opera. Lo spazio della galleria, infatti, vuoto com’è, viene ad essere luogo della possibilità, in cui a dominare non è la rappresentazione della vita, ma il suo distillarsi in sensazioni, in opposte tensioni.
Di conflitti e contrasti si nutre anche l’opera di Christian Caliandro. Il linguaggio, però, si fa in questo caso ben più crudo e diretto. L’artista, Christian Caliandro, Una questione privata, still da video infatti, utilizza spezzoni di film diversi che, tramite un montaggio serrato, finiscono per ricostruire una sequenza filmica. Proiettato nella sala di un cinema porno adiacente la galleria, Una questione privata è un film di 42 minuti il cui titolo è un riferimento esplicito al capolavoro di Beppe Fenoglio (1963). Come nel testo, il soggetto è una storia d’amore. Il film, suddiviso in due tempi, è formato da nove video uniti da una schermata nera con didascalia recitata. Sullo schermo volti noti del cinema, soprattutto americano, che insieme al contesto, la sala cinematografica, simulano un approccio consueto alla proiezione. Ciò a cui si assiste invece disorienta. Il procedimento di montaggio usato da Caliandro annulla la narrazione e lo spettatore, desiderando la comprensione di ciò che vede, cerca ogni volta un filo che di fatto non esiste. Non sono i dialoghi, ma le musiche, associate alle immagini, ad emozionare, a suscitare stati d’animo conflittuali, di autodistruzione e rinascita. Così, anche in questo caso, come nell’opera di Consani, la storia d’amore non viene rappresentata, ma comunicata attraverso la sua essenza.

cristina petrelli
mostra visitata il 15 ottobre 2005


Dal 15.X al 24.XI. 2005
CHRISTIAN CALIANDRO – Una questione privata
MICHELANGELO CONSANI – Anarchica morte di un occidentale
Galleria White Project, V.le Vittoria Colonna, 63, Pescara. Testo di Alessandra Poggianti e Paolo Emilio Antognoli. Orario: dal martedi al sabato 16 – 20 chiuso la domenica. Ingresso libero. Info 0854516203 – www.whiteproject.com whiteproject@virgilio.it


[exibart]

6 Commenti

  1. complimenti,
    veramente una bella mostra di quelle che non hanno niente in comune con le griffate mostre modaiole milanesi molto spesso qualitativamente scadenti.
    io c’ero.

  2. ottimo il lavoro di consani molto maturo.
    molto bello il lavoro di caliandro. finalmente due artisti che ci fanno vedere e non subire i video

  3. forza caliandro
    fa scandalo solo qua da noi la figura dell’artista-critico
    abbasso i titoli, viva il pensiero di chi pensa

  4. ho una galleria a Milano e la invito il primo dicembre a visitare una mostra griffata e modaiola, sarà mio piacere averla ospite a cena dopo l’inaugurazione signora Francesca, così potrà spiegarmi cosa sbaglio.

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