20 gennaio 2006

fino all’11.II.2006 Carlo Aymonino Roma, AAM

 
È un diario per immagini quello di Aymonino. In cui c’è il sentimento, la memoria di un momento, di un luogo. Prima ancora della traduzione grafica dell’idea, da trasformare in progetto architettonico…

di

“Sono disegni nati per mia cultura, per mio gusto”, spiega Carlo Aymonino (Roma, 1926) davanti alla parete della Galleria A.A.M., interamente tappezzata di suoi schizzi. Il bianco e nero è la dominante, illuminato qua e là da coloratissimi motivi di frutta e fiori. Le tracce della cultura classica affiorano nelle figure storiche e mitologiche -la Medusa, il Colosso, Dioniso, le Grazie, Cleopatra, Marco Aurelio- o nelle citazioni degli artisti a lui più cari: Caravaggio, Guido Reni, Bernini, Canova, Piranesi, Man Ray. Ci sono anche nudi femminili (“sono donne vere quelle” –commenta l’autore con ironia- “mica statue!”) e vari autoritratti, tra cui uno del 1983 intitolato Trovato dalla vita.
La mostra, aperta contemporaneamente all’inaugurazione del Nuovo Spazio Museale nel Giardino Romano dei Musei Capitolini firmato appunto Aymonino, è un omaggio all’abilità innata nel disegno del grande architetto, con disegni e prospettive che coprono un arco temporale che va dal ‘44-’46 -con i primi schizzi a china di matrice neorealista- per concludersi nel 2005, proprio con i disegni per la sistemazione del Giardino Romano.
Curata da Francesco Moschini e Gabriel Vaduva, questa esposizione è l’incipit di un più ampio progetto: “L’iniziativa ‘Nel segno di Carlo’ nel suo complesso svolgimento”– scrive Moschini– “si propone come unitaria indagine espositiva ed editoriale che nei prossimi mesi vedrà indagata, analizzata e restituita, con successive tappe espositive, tese a segnare i punti nodali della sua poetica e del suo percorso architettonico, l’immane attività Carlo Aymonino, “Autoritratto/ Trovato dalla Vita”, 1983 disegno a china su carta progettuale di Aymonino, in oltre sessant’anni di incessante attività continuativa e, sorprendentemente sempre più tumultuosa, nel suo spasmodico infittirsi e intrecciarsi.”
Aveva sedici anni Carlo Aymonino quando fece vedere alcuni suoi lavori a Renato Guttuso per averne un parere. Poi, però, prevalse l’interesse per l’architettura, fomentata dalla famiglia, che vantava ben quattro progettisti: tre fratelli della madre e un cugino del padre, Marcello Piacentini (“devo ammettere che malgrado il suo passato politico, Piacentini è stato un grandissimo ‘sistematore’ di città”). Così, nel lontano ottobre 1944, Aymonino si iscrive alla facoltà di Architettura di Roma e da allora smetterà mai di credere nella sua scelta.
Alcune tappe importanti del suo percorso: il complesso abitativo Monte Amiata nel quartiere Galleratese a Milano (1967-72), il campus scolastico a Pesaro (1970-84), Palazzo di Giustizia di Ferrara (1977-84), Centro Civico a Pesaro (1979), edificio residenziale alla Giudecca, Venezia (1984), sistema di piazze al centro di Terni (1985). Roma è sempre presente nel lavoro dell’architetto, che tra l’altro è stato assessore al Centro Storico dal 1981 al 1985: non esita, Aymonino, ad ammettere che è la città che più ha nel cuore, accanto a Las Vegas che per lui rappresenta il futuro.

manuela de leonardis
mostra visitata il 22 dicembre 2005


Carlo Aymonino: arte, architettura e città
Nel segno di Carlo – a cura di Francesco Moschini e Gabriel Vaduva
Roma, Galleria A.A.M. Architettura Arte Moderna, Via dei Banchi Vecchi, 61
Orario tutti i giorni 16-20 (sabato e domenica compresi)
ingresso libero – per informazioni tel. 0668307537 – info@aamgalleria.it
www.aamgalleria.it


[exibart]

1 commento

  1. grazie manuela,aymonino è un grande artista,e roma si dimostra sempre più presente nel mondo dell’arte contemporanea-mpderna.ne possiamo essere solo contenti.tutto quello che è arte tende a far crescere i suoi fruitori.grazie ancora.un saluto affettuoso

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