10 maggio 2006

fino al 10.VI.2006 Robert Stone / Alessandro Gianvenuti Milano, Galleria Pack

 
Due mostre alla galleria Pack. Il pittore inglese Robert Stone e il romano Alessandro Gianvenuti. Artisti assai diversi che hanno in comune la superficie. Della tela e delle cose…

di

La grande stagione della pittura non sembra mai finire, almeno nella laboriosa Milano, che vede susseguirsi un’ininterrotta serie di mostre dedicate all’arte della tela.
Alla galleria Pack ecco esordire, per la sua prima milanese, Robert Stone (Londra, 1981). Figurativo, eccentrico, il giovane pittore inglese presenta una serie di grandi quadri ad olio che tentano di raccontare momenti difficilmente identificabili: sono scene sospese in un tempo indefinibile, costellate da apparizioni di personaggi e cose che sembrano sempre riflessi o echi. È il caso del bellissimo Palms in Arizona, dove l’apparente scena hippie-scanzonata cela nella sua simmetria compositiva il mistero di figure che sembrano convivere con fantasmi o miraggi del deserto, sapientemente evocato dai colori e dalle pennellate, che nel momento stesso in cui sembrano definire una forma o un corpo, in realtà lo dissolvono e lo trasformano in una presenza diafana.
Il suo approccio piacevole e bizzarro vuole restituire un’intenzione naif e apparentemente sgrammaticata, anche se i dipinti abbondano di riferimenti alla storia della pittura. In realtà Stone cita tutti e nessuno: la sua sembra piuttosto un’attitudine retorica, come se fosse impegnato a strizzare l’occhio al passato recente per poter sdoganare la sua ricerca visiva.
Robert Stone, Palms in Arizona, 2005 - oil on canvas 175 x 220 cm
I suoi dipinti sono immediati e seducenti, ma quasi sembrano pentirsi della propria leggerezza. Così l’artista ricorre ad un dizionario ideale (ed attento) della pittura moderna e contemporanea: da David Hockeney al doganiere Henri Rousseau, fino alla bad painting di Martin Maloney e a altri anglosassoni come Dexter Dalwood, di cui Robert Stone ha chiaramente ricordato l’attenzione compositiva.
Tutt’altro il registro visivo quello dell’italiano Alessandro Gianvenuti, (Roma, 1974) tra i protagonisti italiani della pittura digitale degli anni Novanta, che presenta la serie di lavori dal titolo Altre Forme. In questa recente selezione di opere, l’artista porta all’estremo la sua figurazione, che qui convive con l’astrazione del dato anatomico, sottoposto al trattamento del software utilizzato per elaborare le immagini, traslate poi con la stampa digitale sulla lucida superficieAlessandro Gianvenuti, Altre forme (Notturno e curioso), 2004 Stampa Digitale su Pvc verniciato cm 135x155 della tela in pvc.
Il corpo dell’artista, al centro dell’indagine, è trattato come un fatto esterno. Come se quelle forme anatomiche, interpretate dal procedimento digitale, non appartenessero più ad un corpo totalmente organico, ma ad un’ameba digitale. La “mano dell’artista”, come icona e leit motiv, nelle sue opere diventa un’impronta digitale instabile, al limite della riconoscibilità.
I riferimenti figurativi potrebbero spaziare tra quelli “alti” dello stravolgimento anatomico di Francis Bacon, ma anche a tutto l’immaginario legato alla cultura dell’LSD. Fino alle sperimentazioni video di grandissimi come Chris Cunningham, riassunti qui in una sintesi che almeno in questa mostra non tradisce mai la bidimensionalità della tela.

link correlati
www.alessandrogianvenuti.com

riccardo conti
mostra visitata il 2 maggio 2006


Robert Stone, Alessandro Gianvenuti
Orari: dal mercoledì al sabato 13.00-19.30
Galleria Pack, Foro Bonaparte 60 – 20121 Milano, zona castello sforzesco, metro. Lanza T +39 02 8699 6395 – F. +39 02 8739 0433 –galleriapack@libero.itwww.galleriapack.com
 

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19 Commenti

  1. Caro Leon,
    hai ragione! Tranne sul fatto che Gianvenuti possa fare un lavoro di fatica… mi sa che i quadri li fa fare all’asilo vicino a casa sua!
    Hei Pack… non tirateci più paccate!

  2. sarebbe il caso che qualcuno vada a dire al sig. Abbondio che, invece di spendere denari in nomi curatoriali che regalano alla sua galleria stagioni a dir poco svilenti come questa, potrebbe circondarsi di giovani curatori attenti e di altrettanti artisti interessanti e validi.
    Gianvenuti…
    ma quelli della pack le sentono le risate che si fanno gli altri?..
    d’accordo avere molto denaro…ma buttarlo al vento non mi sembra operazione degna di merito.

  3. caro il mio James Bond, perchè non mi proponi tu una bella mostra, ci mettiamo il tuo nome sopra e così anche io imparo qualcosa. E il mondo smetterà di ridere…

  4. Inoltre ci tengo a chiarire un punto, è dalla mostra 3D, in cui mi avvalsi della curatela di Luca Beatrice, che ogni scelta della galleria PACK viene fatta da me e solo da me. Spero che questo aiuti a sostenere l’ilarità, si sa, il riso fa buon sangue…per quanto riguarda il mio denaro, chi si lamenta per come lo spendo è solo perchè non ne beneficia…ora scusate, ma devo decidere a chi regalare i 20 mila di oggi.

  5. Caro Giampaolo,
    tanto per cominciare sono felice della tua “scesa in campo” a patto che il dibattito possa essere costruttivo e non polemicamente sterile.
    Giampaolo, perchè con il potere contrattuale che potresti avere e uno spazio fra i più belli a milano, non riesci a produrre mostre interessanti?
    io non faccio il curatore, e neanche ho qualche cosa contro la tua persona, anzi, ma ti assicuro che di cose interessanti e di qualità è piena l’italia ed il mondo intero.
    certe volte le tue mostre oltre ad un pubblico per così dire stitico, presentano tanti punti interrogativi.
    Forse il problema, come tu stesso affermi, è che sei proprio tu a curare le tue mostre.
    voglio dire, non ti offendere, ma fra te e Beatrice, in mezzo ce ne sono di persone professionalmente preparate per tirarti su una mostra più che decente.
    evidentemente, e dovresti prenderne atto, le tue scelte non trovano caloroso consenso ne fra gli addetti ai lavori, ne tantomeno fra il pubblico.
    e non ci vuole molto.
    ma cosa ha da offerire il percorso di alessandro gianvenuti? quali riflessioni? quale estetica? e qui se facessimo un referendum avremo il furor di popolo.
    Ma un gianvenuti chi se lo piglia?
    ci sono gallerie degne di chiamarsi gallerie che si prenderebbero tale prodotto?
    proviamo mettiamolo all’asta, vediamo chi se lo accatta.
    Giampaolo tu hai tutte le carte in regola per offrire un prodotto di qualità. perchè non farlo? masochismo? cosa?
    ti sei mai chiesto quale è il tuo pubblico?
    che cavolo di linea stai seguendo?
    capisco l’eclettismo, ma avresti bisogno di elementi per evidenziarti, hai una galleria giovane dovresti definirti.
    guarda una galleria come la monitor in pochi anni si è definita; è diventata riconoscibile; caratterizzante e caratterizzata circa il prodotto che offre.
    e tutto questo senza entrare nel merito del prodotto.
    dov’è la tua linea? quali sono i tuoi obiettivi?
    da fuori ti assicuro sono difficilmente intuibili.
    diamo un giudizio a questi ultimi due anni;
    sei intimamente soddisfatto?
    io non ci credo.
    e poi, ma se non te lo diceva zio bond che ti ridono dietro quando presenti un gianvenuti, tu non te ne saresti mai accorto?
    oppure non vuoi ascoltare chi ti sta intorno e vuoi fare il re sole?
    tu prova, chiedi sincerità e ne avrai a palate.
    vedrai che sorprese, se di sorprese si può parlare.
    un consiglio veramente sentito: lascia perdere le tue velleità curatoriali, abbandona anche i soliti quattro curatori tristi e finto giovani e dai fiducia a curatori attenti a quello che accade.
    vuoi seguire la linea del digitale?
    bene.
    allora lascia perdere quelli che da dieci anni si sparano i soliti due filtri di photoshop e pensano di aver fatto arte.
    al limite e dico al limite avranno prodotto dell’illustrazione.
    la tendenza, se è quella che cerchi, viaggia su altri livelli, decisamente più seri e di ricerca vera.
    se poi vuoi un bel quadretto facile facile da vendere a borghesucci di bocca buona che giocano a fare i collezionisti e che oltretutto di digitale non ne sanno un piffero, prego fai pure. però non lamentarti se gli altri se la ridono alle tue spalle.
    con amichevole affetto.

    james bond

  6. Si sono molto soddisfatto. Dal settembre 2004 sono passati per queste stanze Bartolomeo Migliore, Nicola Di Caprio, Thorsten Khirchoff, Masbedo, Franko B, Alberto Di Fabio, Jason Middlebrook, Aldo Runfola, Robert Gligorov, Matteo Basilé, Miltos Manetas, NEEN, la collettiva curata da Franko B Long Live Romance, Marina Paris, Ofri Cnaani, oltre ad Alessandro Gianvenuti e a Robert Stone (perchè non ne parli? forse non hai visto la mostra?) e alla chiusura di stagione che sarà con Maria Magdalena Campos Pons…per non parlare dell’avere portato Zhang Huan a fare una performance nei Musei Capitolini, e scusami se è stata l’unica volta nella carriera di questo piccolo artista in cui una galleria privata ha prodotto il lavoro…per altro ogni lavoro mostrato in questa galleria è stato prodotto apposta.

    Il paragone con la galleria Monitor mi sembra fuori luogo, facciamo un lavoro troppo diverso.

    E ora mettiamo una cosa in chiaro: il pubblico viene e fa le sue scelte, non mi metto certo a corteggiarlo, non credo nella “dittatura dello spettatore”…non ti interessa Gianvenuti? Fidati, c’è chi trova Cattelan un bluff, e sarà la storia a decidere, ride bene chi ride ultimo.

  7. allora diciamo così: a voler avere un offerta eterogenea si rischiano cadute di qualità.
    io dei tuoi artisti ne terrei diciamo un 10%, ma non perchè gli altri li considero non validi (non è questa la sede per discuterne), ma perchè secondo me tu potenzialmente potresti puntare a qualcosa di meglio.. e ne sono più che convinto.
    cosa significa che non si può paragonare la monitor con la pack?
    certo che il lavoro è diverso; ma io parlavo di definizione e affermazione di una linea di lavoro. se non hai un nome devi fartelo; pensi di fartelo con artisti come basilè o di Caprio?
    Giampaolo, su, dai in pasto a noi squali qualcosa da masticare ben bene, non carne morta ormai da tempo.
    provocaci, alimenta il dibatitto, sperimenta, buttati nella mischia; sei giovane. ai giovani si perdona molto ma non cadute di stile da bazar dell’arte.
    per quello che riguarda i bluff, hai ragione tu: il tempo ci omaggia sempre di interessanti sorprese.. per gianvenuti però immagino che il tempo abbia già svelato tutto quello che c’era da svelare: nulla.
    gianvenuti è bruciato. non ha più nulla da dire (se mai ne avesse avuto) dal 1998 e francamente immagino che se ne avessi possibilità, un bluff come cattelan te lo accatteresti di corsa e con sommo piacere pure tu lasciando a piedi il povero volenteroso gianvenuti e molti altri della tua scuderia.
    per concludere, non sono io quello che deve ridere per ultimo. io preferirei soltanto gioire dell’ottima qualità dell’arte nelle gallerie italiane. mi basterebbe questo. e ne sarei felice.

  8. Mi pare che ci sia qualcuno che si sia fatto un poco di bile per questa personale di Gianvenuti eh? Forse invidiossssi?
    Ridicolo mettere in mezzo la galleria Monitor, giocattolino completamente inutile di una ex giornalista di Exhibart vizziata. Se vuole Abbondio se la compra in venti minuti. Per favore!

  9. appunto, con tutti i soldi che ha per comprarsi monitor e via andare, perchè non essere minimamente più esuberante e coraggioso?
    cosa c’entra l’invidia?
    non stavamo parlando di gianvenuti, ma dell’operato della gas.
    io mi fermo qui prima che inizi una zuffa da pollaio che non ha senso.
    faccio gli auguri a giampaolo sicuro della sua onesta buonafede.

  10. I would like to read a serious and intelligent discussion based on critical propositions, not this deplorable shit.

  11. Io i Masbedo non li citerei per non “sporcarli”, visto che sono tra i giovani artisti italiani piú interessanti.

    Il “lord of the flies”, é meglio che se ne stia sulla Tiburtina facendo il “guru” o lo “shamano” della digital art possibilmente con altri “extraterrestri”.

    I critici da 2/3000€ a botta… io no gli darei una lira, peró “capisco” che fa comodo avere amici che lavorano anche per riviste “specializzate”.

    Gianvenuti non é un artista se non un mediocre illustratore (dicesi smanettone di photoshop) anni novanta, cosí come i suoi compagni di s/ventura “romani”.

    Ognuno é libero di spendere i suoi soldi come gli pare, la galleria é sua, e se a lui va bene cosí sono fatti suoi.

    Queste sono SOLO le MIE opinioni

  12. Dear mr. Rovera,
    you should not include in your right devaluation and condemnation of Gianvenuti’s work also his supposed roman friends.
    There’s something new, interesting and truly profound at least in the oeuvre of one of them. Please, don’t be superficial in your analysis, but try to recognize differences and distinctions.
    Best Regards,

    L.S.

  13. In certi casi le differenze di cui parli fanno comodo. Comunque se siete contenti cosí…
    Solo una curiositá, perché hai scelto l’inglese e non il russo, il cinese o il portoghese?

  14. A essere critici bisognerebbe eliminare il 90% delle gallerie italiane, il 25% degli artisti e mettere i restanti 75% nel mercato internazionale a contatto con le “vere” esperienze artistiche… dopo si potrebbe criticare il povero Gianvenuti… non sarà un genio forse… ma non lo potremo mai sapere in questo sistema malato!

  15. Gianvenuti fa schifo, Basilè fa schifo. Non c’è critica non c’e’ selezione e, cosa ancor più spiacevole non c’e’ posto per altri artisti.
    Il mondo dell’arte italiano va avanti a forza di simpatie, amici, calci in culo e mostre comprate.

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