15 settembre 2006

fino al 17.IX.2006 Cézanne En Provance Aix-en-Provence, Musée Granet

 
Un viaggio d'antan nei luoghi cezanniani alla ricerca del capolavoro sconosciuto. Tra le asprezze della Montagna Sainte-Victoire, la pace dell'Estaque, la solitudine della tenuta di Jas De Bouffan. Alla scoperta di un maestro che molto ha da insegnare alla contemporaneità. Nel centenario della sua morte...

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La Provenza, tra le sue numerose attrattive, ha il vantaggio di essere stata per anni rifugio per molti dei più importanti artisti del secolo scorso. Un’occasione ghiotta per i francesi per dimostrare di essere diversi dai cosiddetti cugini italiani e di fare dell’arte un business, seppur di dimensioni relativamente modeste. Un esempio valga per tutti: la città di Arles, dove dimorarono Van Gogh e Gauguin negli anni della turbolenta amicizia. Ora, la località -pur non possedendo alcuna opera di Vincent- può vantare la capacità di aver sfruttato economicamente il passaggio del maestro fiammingo, preservando i luoghi che egli frequentò –dalla casa gialla, al cafè de la Nuit, fino all’ospedale nel quale pose fine alla sue sofferenze-, e se necessario intervenendo in maniera posticcia, per renderli sempre più simili alle immagini ritratte nelle sue tele. Un intero apparato turistico è stato costruito anche ad Aix en Provence attorno alla figura di Cézanne, con itinerari organizzati nei luoghi preferiti dall’artista -Jas de Bouffan, la montagna Saint Victoire- e feste cezanniane estive con cadenza annuale. Quest’anno, tuttavia, si è trattato di una ricorrenza un po’ diversa, poiché Aix festeggia il centenario dalla morte del pittore, avvenuta nel 1906. Il programma, a dire il vero un po’ scarso nonostante le aspettative, comprende però una grande mostra al Musée Granet, tirata su grazie ad opere della collezione permanente e fior fior di prestiti da spazi museali internazionali. Il percorso, onesto e ben organizzato, anche se illuminato in maniera maldestra, lascia spazio ad alcune riflessioni. Trattandosi di un discorso di natura cronologica, comincia dalle opere giovanili dell’artista, prevalentemente copie da maestri del passato, tra cui Ingres. Si scopre un Cézanne immaturo, impacciato.
Paul Cézanne, Les Joueurs de cartes
Il figlio di un banchiere, severo e autoritario, destinato a ripercorrere le orme del padre. Ma soprattutto si scopre un pittore poco dotato, rifiutato dalle accademie, dalla mano imprecisa e grossolana, dalle stesure di colore spesse e grezze. Ma con un fermo proposito, quello di fare l’artista. Nonostante il talento, nonostante tutto. Ed è da questo punto che Cézanne diventa il capostipite non solo dell’Avanguardia, ma anche di tutta l’arte che oggi diremmo contemporanea. Poiché l’atteggiamento empirico che egli ha inventato non è troppo diverso da ciò che oggi noi chiamiamo “ricerca”. Durante la sua carriera, pur con il sostegno del padre e del mercante Ambroise Vollard, egli dipinge una quantità innumerevole di tele (94 tele, 645 disegni, 1200 acquerelli, per tacere delle incisioni), senza preoccuparsi troppo di concedersi i piaceri dell’estetica e del “finito”. Le sue opere, infatti, non sono mai concluse, apparentemente sembrano avere sempre una nota a piè di pagina: to be continued… Segnalando l’assenza di uno spazio chiuso delimitato dalla cornice, ma la presenza di un possibile raccordo tra tutti i suoi dipinti, come una grande tela srotolata all’infinito sul pavimento, in cui non conta la sostanza materica dell’impasto pittorico, né la virtù implicita alle pennellate, bensì il pensiero sottostante. Il concetto che anima la sua ricerca. Portato avanti componendo il mondo in linee di forza e volumi, analizzati con la lucidità e la propensione al sacrificio di uno scienziato e col sentimento eroico dell’artista, privo del cinismo che caratterizzò in seguito, ad esempio, Seurat e Signac. Fedele ad un mito tutto romantico, Cézanne si rifugia sempre più spesso in una specie di romitaggio a Jas de Bouffan, una tenuta acquistata ad Aix dalla famiglia. I suoi viaggi a Parigi si fanno rari, malgrado le insistenze della compagna Hortense. Viene colto frequentemente da frustrazione. I suoi lavori, purtroppo fino al 1900 poco entusiasmanti, salvo alcuni picchi (I giocatori di carte, 1892, ad esempio), vengono rifiutati dai Salon. Tuttavia gli artisti della nuova generazione lo amano, lo seguono come un vate. Si intrattengono per ore a guardarlo dipingere, ad ascoltarlo parlare. Nel 1874, gli impressionisti lo invitano alla famosa mostra allo studio di Nadar.
Paul Cézanne, La Carrière de Bibémus, Huile sur toile, vers 1895, 65 x 81 cm, NR 797, Museum Folkwang, Essen © Museum Folkwang, Essen
Lo scelgono come maestro ed iniziatore. Iniziatore di cosa? Come Masaccio o Courbet, Cezanne è una figura indipendente e solitaria. Lontana da qualunque fenomeno di aggregazione. Una meteora che rimbalza da un capo all’altro della Storia e dei suoi eventi, ma che alla Storia stessa serve ed ha il compito di creare una cesura, individuare i sintomi e dare il la a ciò che verrà dopo. Gli artisti dell’epoca lo intuiscono. Cézanne no. Tutta la sua vita è percorsa dalla sofferenza di un’eterna ricerca che non si concluderà mai, nemmeno con la morte. Negli anni della vecchiaia (nel 1903, in una lettera a Vollard), non a caso quelli più fecondi da un punto di vista stilistico, egli sul limite dello zenith, si chiederà il perché di tutto quel tempo perso in gioventù, di quella tela sprecata, di quell’olio sparso.
Dal 1900 in poi comincia a produrre le sue opere migliori. La materia si assottiglia, la pennellata si fa lieve, gli oggetti diventano le idee platoniche dei volumi che li compongono. Tra gli altri, realizza una serie di emozionanti acquerelli provenzali, che partendo dalla realtà osservata en plein air, conducono verso un’astrazione modernissima e strabiliante, fatta di macchie sanguigne e ardite sgocciolature, che più che gli impressionisti, sembra ricordare i dripping di un Pollock e le nervature di un Twombly. Fino alla morte. Giunta prima dell’orgasmo finale. Ma bisogna fare qualche passo indietro nel tempo per capirlo meglio. Nel 1886 Emile Zola, suo amico di sempre, pubblica L’Opera. Cézanne vi si riconosce e, adirato, rompe definitivamente i rapporti con lui. Per chi non lo sapesse, il racconto narra di uno spaccato mondano nel quale si distingue la figura tormentata di Claude Lantier. Pittore dalla perenne ricerca, rifiutato dalle Accademie, solitario e scostante, la cui vita, priva del capolavoro finale, summa della sua carriera, si conclude con un suicidio. Ma Paul Cézanne, Le Paysan, Huile sur toile, 1890-1892, 55 x 46 cm, NR 704, Coll. privée - © DR non solo. Cézanne è anche il Frenhofer de Il Capolavoro Sconosciuto di Balzac (1832).
Il volume narra di un pittore che lavora alla stessa tela da anni, chiuso nel suo studio. Non fa nient’altro. Non si concede a visite, ma soprattutto non mostra a nessuno cosa sta dipingendo. Passano gli anni. Un giovanissimo Nicolas Poussin insiste per vedere il suo quadro. Frenhofer lo scopre, rivelando un informe, pazzoide macchia di colore. Come Cézanne, il protagonista del racconto si è dedicato puramente all’astrazione mentale. Ha votato sé stesso al valore della ricerca. In cui nessun soggetto è necessario o portatore di un significato implicito, ma si dà per sé stesso, soggiogato dalla preponderanza del discorso base. Tutte le tele di Cézanne sono, sia che rappresentino Jas De Bouffan, sia che rappresentino Gardanne o l’Estaque, in fin dei conti come il capolavoro sconosciuto. L’impiastro di colore è il sacrificio di una relazione con il mondo -e con l’arte– che non raggiunge mai l’acme, l’opera d’arte è l’Idea. Ed è per questo che Cézanne, pur non dotato di grande maestria tecnica, è l’emblema dell’artista contemporaneo, il padre putativo della ricerca targata 1900. In fondo, malgrado i dissapori e le malinconie, Paul sapeva che Zola ci aveva visto giusto.

santa nastro
mostra visitata il 4 agosto 2006


Fino al 17 Settembre 2006 – Cézanne En Provance
Musée Granet, Place Saint Jean de Malte, Aix-en-Provence
Tutti i giorni: ore 9 – 19, giovedì ore 9 – 23
Informazioni: Tel: 04 42161091
www.agglo-paysdaix.fr/sites/granet


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