20 settembre 2006

fino al 28.I.2007 Mantegna Padova, Verona, Mantova

 
Tre città per un artista. Padova, Verona e Mantova celebrano il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna. Tra antichità classiche e scorci prospettici, tra Donatello e Leon Battista Alberti, uno dei più grandi artisti del Rinascimento. Oltre trecento opere -da gustare con calma- in una mostra destinata a passare alla storia...

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Per il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna (Isola di Carturo 1431 – Mantova 1506) nasce, sotto la regia del vulcanico Vittorio Sgarbi, un progetto espositivo di grande complessità. Si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un’importante svolta nel modo di concepire le mostre celebrative: non più grandi abbuffate di opere ammassate in poche stanze, ma un percorso espositivo capace di coinvolgere tre diverse città. Padova, Verona e Mantova hanno infatti segnato in modo significativo il percorso umano e artistico del pittore, e conservano tuttora tracce indelebili del suo passaggio. Per ripercorrere queste tracce attende il visitatore un viaggio suggestivo (ideale ma soprattutto fisico). Per comprendere la grandezza dell’artista, in grado di rapportarsi con l’antichità in modo originale, con una nostalgia tipicamente romantica (come sottolinea Berenson in North Italian Painters of the Renaissance), non si può che partire da Padova, all’epoca importantissimo centro artistico e culturale. Qui il Mantegna si forma sotto la guida dello Squarcione, a contatto diretto con l’opera di Donatello, i resti dell’antichità romana e un continuo dialogo con gli altri grandi artisti, in particolare Zoppo, Schiavone, Bellini e il Pizolo. I Musei Civici agli Eremitani si propongono di raccontare questo continuo dialogo e la giovinezza artistica del pittore.
Nel San Marco Evangelista, in cui è visibile l’influenza di Donatello (in mostra si possono ammirare alcune sue opere in bronzo provenienti dalla Basilica del Santo), Mantegna sembra “scolpire” la figura sulla tela. Attraverso giochi prospettici e illusionistici, il Santo, posizionato in diagonale rispetto allo spettatoAndrea Mantegna, San Marco - Tempera a caseina su tela - cm. 82 x 63,7 - Francoforte, Städelsches Kunstinstitut re, oltrepassa lo spazio pittorico fino a fuoriuscire dall’opera. È interessante confrontare la Madonna con il bambino addormentato di Mantegna con la Madonna che adora il bambino addormentato del cognato Giovanni Bellini. La Madonna di Bellini, elegante e raffinata, è prima di tutto la Madre di Dio che prega sul figlio dormiente, la posizione del cui corpo è già il preludio della sua futura morte. Nonostante lo sguardo di Maria riveli un dolce legame affettivo, vi è in lei il distacco determinato dalla consapevolezza del destino che si compierà. Totalmente diversa è la Madonna del Mantegna in cui è assente ogni condizione divina. La mamma abbraccia teneramente il suo bambino accarezzandogli affettuosamente la testa. È assente ogni presagio di morte.
Una straordinaria sorpresa che attende i visitatori? La ricostruzione dei frammenti degli affreschi del Mantegna nella Cappella Ovetari distrutta nei bombardamenti del 1944. Di poco posteriore alla Cappella Ovetari è la Pala di San Zeno (1457-1460), realizzata per l’altare maggiore dell’omonima Basilica di Verona. Se in ambiente padovano Mantegna ha un dialogo vivo con le altre personalità artistiche, in ambiente veronese diviene soprattutto un esempio per Francesco Benaglio (1432-1492), Francesco Bonsignori (1460-1519), Liberale da Verona (1445-1526/29) e Domenico Morone (1442-1518 ca).
È possibile osservare la Pala di San Zeno, tolta per l’occasione dal suo ambiente naturale prima di essere restaurata, nell’esposizione allestita nel Palazzo della Gran Guardia. In quest’opera, oltre alle caratteristiche di Mantegna analizzate in precednza: abile utilizzo della prospettiva, l’interesse per la classicità, la grande sensibilità nel rappresentare il rapporto materno tra Maria e Gesù, emerge l’interesse di Mantegna per l’architettura (altrettanto visibile nella Cappella degli Ovetari). È interessante vedere come il pittore fonda la cornice della pala con l’opera, trasformandola in una struttura architettonica interna all’opera stessa. Esercitò grande influenza sui pittori locali anche la Pala Trivulzio (1497), dipinta per la chiesa di Santa Maria in Organo. In quest’opera tarda l’artista preferisce l’elemento naturalistico a quello architettonico e lo spazio manca di quella profondità che aveva contraddistinto le opere precedenti.
Ma è senza dubbio la Mantova dei Gonzaga la città che occupa un posto centrale nella sua vita. Qui trascorse quarant’anni della sua vita e produsse quello che è considerato il suo capolavoro: laAndrea Mantegna, Pala di San Zeno, basilica di San Zeno Maggiore, Verona - Per gentile concessione dell’abate don Rino Breoni e della Curia Diocesana di Verona - Foto: Fotoflash di Mario Polesel Camera degli Sposi (1465-1474). A Mantova, grazie all’incontro con Leon Battista Alberti, l’interesse di Mantegna per gli aspetti architettonici dello spazio trovò nuovi stimoli. La mostra organizzata nelle Fruttiere di Palazzo del Te è senza dubbio la più affascinante e ricca: oltre alle opere di Mantegna ospita anche quelle di Lorenzo Costa, Lorenzo Leonbruno, Gian Francesco Tura, Francesco Verla e Correggio.
Il Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti è una tela che provoca fortissime emozioni e sensazioni. Avevamo sottolineato all’inizio come Mantegna nel rappresentare Maria e Gesù bambino intendesse marcare la loro “umanità”. In questa tela l’umanità del Cristo raggiunge livelli mai toccati prima. Il corpo immobile reso ancor più drammatico dai chiaroscuri e dallo scorcio prospettico assume una forza espressiva dirompente. Rispetto alla Madonna con il bambino addormentato ospitata nella mostra di Padova, nella Madonna col Bambino proveniente dal Museo Pezzoli -di età posteriore- è interessante notare la tenerezza con cui viene rappresentato Gesù bambino immerso in un sonno profondo con la bocca spalancata come per sbadigliare.
La città lombarda dimostra grande amore per il suo artista “prediletto” realizzando moltissime mostre e manifestazioni collaterali ed un itinerario cittadino per rendere omaggio ad uno degli artisti più importanti del Rinascimento italiano (presso il Palazzo San Sebastiano, presso la casa di Mantegna e presso il Castello di San Giorgio a Palazzo Ducale dove oltre alla Camera picta si può ammirare una mostra sulla scultura).

paolo francesconi
mostre visitate il 12 e 13 settembre 2006


fino al 14.I.2007

Mantegna a Padova 1445/1460
Musei Civici agli Eremitani, Piazza Eremitani 8, Padova
Da lun a ven dalle 9 alle 19; sab dalle 9 alle 18
Info: www.andreamantegna2006.itwww.padovacultura.padova.net
049 2010023
Biglietti: intero euro 10; ridotto euro 8; ridotto speciale euro 4
Catalogo: Mantegna aPadova 1445/1460 a cura di Davide Banzato, Alberto De Niccolò Salmazo; Anna Maria Spiazzi, Skira 2006, pp.325

Mantegna e le Arti a Verona1450-1500
Palazzo della Grande Guardia, piazza Bra, Verona
Da lun a gio dalle 9.30 alle 19.30; da ven a dom dalle 9.30 alle 21.30 (chiuso il 25 dicembre)
Info: 199 199 111
Biglietti: intero euro 10; ridotto euro 8; ridotto speciale euro 4
Catalogo: Mantegna e le Arti a Verona, a cura di Sergio Marinelli e Paola Marini, Marsilio 2006 pp.518

Mantegna a Mantova 1460/1506.
Palazzo Te, Fruttiere, viale Te 19, Mantova
Da lun a ven dalle 9 alle 19, da sab a dom dalle 8.30 alle 19.30 (chiuso il 25 dicembre)
Info: www.centropalazzote.it – 199 199 111
Biglietti (la biglietteria chiude un’ ora prima):
Intero euro 10; ridotto euro 8; ridotto speciale euro 4
Catalogo: Mantegna a Mantova 1460/1506 a cura di Mauro Lucco, Skira, 2006 pp.227


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