30 gennaio 2007

fino al 28.II.2007 Americans / Raymond Pettibon Vienna, Kunsthalle

 
Due “Americans” in un colpo solo. Con acidissimo lirismo una mostra celebra l’altra America, quella dei brutti sporchi e cattivi. Niente paura, nella mostra di Pettibon, lì accanto, ci sono anche i lussuriosi…

di

Cartellone stars and stripes sulla facciata della Kunsthalle di Vienna per due esposizioni quasi prive di colore: Raymond Pettibon e Americans. Quest’ultima ci presenta un panorama fotografico americano quanto mai “neo-realistico”, condensato in bianco e nero, con un taglio sociologico a partire dal 1940. Alla ribalta un’epoca e una certa umanità nel suo ambiente, ovvero il mondo dei quartieri poveri, dei sobborghi neri, degli sguatteri, degli umili in cerca di dignità, dei violenti, dei volti inutilmente innocenti, dei drogati, delle prostitute, delle baracche, dei rottami di ogni sorta. C’è tutto il rantolo irritante di un’umanità messa in posa per un’estetica tanto perversa da diventare persino bella. A suo modo, si capisce. E un rantolo che diventa poesia.
Celebri fotografi, centinaia gli scatti di ogni formato, dal piccolo al grande, per questo torbido affresco novecentesco nordamericano, mai così ben definito, mostrato fino alla nausea e riscattato solo sotto forma di immagine da museo. In fondo per lo spettatore consiste proprio in questo la catarsi: uscire da una rappresentazione dolorosa con l’animo rasserenato, ma al tempo stesso arricchito di conoscenza. In mostra si susseguono, tra gli altri, lavori di Diane Arbus, Richard Avedon, Larry Clark, Lee Friedlander, Rosalind Solomon, Ed Templeton e Burk Uzzle.
Come contraltare allora, ecco Raymond Pettibon (Arizona, 1957), maestro americano del genere comics. Dipendesse da lui, c’è da scGordon Parks, American Gothic, 1942, © Gordon Parks Estate, Courtesy Howard Greenberg Gallery ommettere che metterebbe una nuvoletta di parole anche all’urlo di Munch. In effetti, la creatività di Pettibon si moltiplica sempre per tre: una straordinaria capacità di sviluppare figurazioni e atmosfere schizzando solo inchiostro nero sul cartoncino. Inventare espressioni linguistiche sintetiche e piene di doppi sensi, quindi infondere coesione tra l’una e l’altra forma per un intrigante effetto grafico d’insieme. Insomma, ogni schizzo condensa una narrazione, formula una situazione, ironica cinica o strampalata che sia. E così via fino a saturare le pur vaste pareti della sala espositiva con una parata interminabile di fogli spalmati di sincretismi surreali, coerenti seppure portati all’eccesso, a partire da tutti i più consueti stereotipi delle pratiche sociali e del sogno americano. Ricorrenti sono l’azione violenta e l’effetto splatter, accompagnati da invettive schizofreniche o da “fonemi” di nuovo conio. Tra i suoi eroi, eroine e mascalzoni, inutile dirlo, non può mancare la più esplicita ostentazione di organi eccitati, fosse anche per trascinare nel paradosso l’esibizionismo maniacale.
Certamente i personaggi di Pettibon non cercano redenzione –redenzione da cosa? – eventualmente solo evasione, che spesso avviene per mezzo di bestiali Harley Davidson cavalcate per raggiungere una spiaggia californiana. E fare surf cercando di beccare la più grande onda che ti può capitare nella vita.

franco veremondi
mostre visitate il 5 dicembre 2006


Kunsthalle Wien
Halle 1: Raymond Pettibon, fino al 25.II.2007 – ingresso € 7.50, € 6
Halle 2: Americans, fino al 4.II.2007 – ingresso € 6, € 4.50
1070 Vienna, Museumsplatz 1 (MuseumsQuartier) – metro: Volkstheater
orario: tutti i giorni 10.00-19.00, giovedì 10.00-22.00
info: tel.+43 1 521.89.2191; office@kunsthallewien.at
www.kunsthallewien.at


[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui