15 gennaio 2001

Arte in tv: partita la trasmissione sull’arte di Achille Bonito Oliva RaiUno, sabato ore 0.50

 
Tra i programmi ad argomento artistico la trasmissione “ABO – collaudi d’arte” di Bonito Oliva va ad affiancare “La “Casa dell’Anima” di Vittorio Sgarbi, ma come al solito il tutto è solo a disposizione dei nottambuli…

di

Un piccolo studio arredato in maniera essenziale, una grande fotocopiatrice per signficare il senso di moltiplicabilità e di infinito che sono pilastri dell’arte di Andy Warhol. Achille Bonito Oliva si trova a fare delle fotocopia della mitica Marylin del principe della Pop Art, dopo un minuto lo studio viene invaso da giapponesini fotografanti, qualche altro secondo e il critico salernitano è dentro ad un grande supermercato romano a chiedere alle casalinghe se reputino possibile che ‘il bello’ possa abitare all’interno del loro carrello della spesa. Alla cassa il critico chiede alla commessa: “…ma costa più un carrello pieno o un’opera d’arte?”. Alla fine del viaggio artistic-culinario ci si compiace per aver concesso, agli intervistati, il realizzarsi della profezia dei 15 minuti di celebrità.
Ecco qualche spunto dalla prima puntata della trasmissione tv “ABO – collaudi d’arte” di Achille Bonito Oliva e Alessandra Galletta, condotto dal primo. La collocazione, a livello di palinsesto, è alquanto infelice come a conferma che l’arte non merita – neppure nella televisione pubblica – un orario migliore della mezzanotte e cinquanta del sabato sera.
Il programma si è chiuso con un accenno al 33enne performer Gunther Solo, di origini italiane e attivo in questi anni tra l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna e New York. Tutte le puntate saranno dunque delle pillole monografiche di cinque minuti dedicate ad un grande maestro dell’arte; alla fine delle trasmissioni, negli ultimissimi secondi, sarà presentato un giovane artista contemporaneo che si muove all’interno di una poetica simile a quella del maestro presentato e quindi se segue le orme. Sembra che l’idea sia quella di proporre “ABO” in maniera casuale durante il palinsesto di Raiuno, come la pubblicità. Sta di fatto che la prima puntata è andata in onda all’una meno dieci di sabato e la seconda è prevista per lo stesso orario di sabato prossimo.
Concludendo l’invito è quello di esprimere un parere sulla trasmissione e sulla situazione dell’arte in tv nei commenti qui di seguito.

Massimiliano Tonelli


[exibart]

7 Commenti

  1. sono molto contenta nel vedere che finalmente vengono trasmessi nuovi programmi di arte nella nostra televisione.ce n’e’proprio bisogno,perche’oramai quasi stufi,non totalmente,dei soliti programmi di varia cultura a volta artistica.al contrario sono molto dispiaciuta per l’orario,ma soprattutto per il giorno settimanale…insomma vogliono far vedere il programma solo a chi deve per forza rimanere a casa il sabato!forse e’un luogo comune,e mi potreste benissimo rispondere che chi ama l’arte deve stare a tutte le condizioni proposte.pero’non mi va poi di sentir dire che i giovani non amano l’arte,non l’ascoltano,non la vedono!i programmi di arte sono spesso monotomi,colpa forse dei conduttori o dei registi,non saprei(non e’ questo il caso per adesso)e sono oltretutto in un orario e soprattutto giorno non adatto,inoltre non tutti hanno il videoregistratore per una possibile registrazione(sembrera’strano,ma ci sono persone,soprattutto studenti che non lo hanno!).sono comunque contenta per questo nuovo programma,e spero vivamente che venga cambiato giorno di trasmissione.saluti.

  2. Ho sempre pensato che talune manifestazioni artistiche o pseudo artistiche quali l’arte concettuale oggi siano estremamente datate ed espressione del monopolio intellettuale di taluni critici e mercanti.
    La pittura e la scultura non tramonteranno mai perchè esisteranno sempre personalità al di fuori di ogni isma. Quella di Bonito Oliva è stata solo un’operazione banalmente spettacolare.
    Penso che la Transavanguardia sia stata l’ultima grande corrente artistica del Novecento proprio perchè aveva compreso l’importanza della manualità (perduta, o meglio scordata).
    Il nuovo secolo sarà caratterizzato da un forte interesse ecologico ed un ritorno in arte a valori spirituali che porteranno gli artisti a dipingere ed a scolpire.
    In arte è ormai stato fatto tutto. Saranno singoli individui a creare una nuova pittura ma non ci saranno più grandi correnti artistiche. I nuovi artisti, sull’esempio della Transavanguardia, faranno tesoro degli insegnamenti dei secoli passati.
    infine credo che non si debba per forza cercare di fare cose nuove per stupire il pubblico ma sforzarsi di essere il più possibile espressivi in modo che la novità nasca da sola ed in modo genuino.

  3. SONO D’ACCORDO, FABRIZIO DI GENOVA,IN UN TEMPO IN CUI L’UNICA COSA CHE SEMBRA CONTARE E’ LA PROFEZIA DI WARHOL (voleva essere un profeta?)
    CI INTERESSA TROVARE LA STRADA DI RISORSE CHE VALGANO AL DI LA’ DELL’APPARIRE. PER DIRLA CON BAUDRILLARD, LE COSE SONO ARRIVATE A UN PUNTO FINALE, DOVE PERO’ LA FINE NON SIGNIFICA CHE TUTTO SIA FINITO.
    INCURIOSISCE E INTERESSA TUTTO CIO’ CHE CONFERMA E DOCUMENTA QUESTA IPOTESI. CIAO

  4. non ho capito. Prima definisci l’operazione del Bonito Oliva una cosa pubblicitaria, poi tessi le lodi della Transavanguardia…spiegami meglio!

  5. Mi chiedo:quanto e` importante vedere l`arte in televisone?I programmi artistici televisivi servono solo a chi e` a casa a fare zapping; una persona che e` interessata all`arte non aspetta certo che la sua televisione statale gli fornisca un programma valido sull`arte…figuriamoci l`arte contemporanea.
    Perche` non ci sono piu` incontri, piu`convegni, piu`discussioni, piu` chiaccherate sull`arte, e ci lamentiamo che la televisione ci propone pillole di arte(scelta da loro poi…)ad un orario che noi non pensavamo??? Tutto questa tecnologia unidirezionale non porta alla creazione di niente, non crea uno scambio di idee!!

  6. caro Achillone perche non inviti nel tuo programma un artista interessante ma poco sostenuto come questo qui sotto?

    Happening di Pino Boresta

    24.ottobre.2001

    Pino Boresta è un artista noto soprattutto ai romani per le sue continue scorrerie cartellonistiche che lo vedono impegnato da anni. E’ suo l’intervento di sovrapposizione su cartelli stradali ed elettorali di fotocopie autoadesive riproducenti il suo faccione che fa le smorfie, che invita ad affrontare le contrarietà del quotidiano con la leggerezza di chi ha imparato a ignorare e aggirare i diktat che ci bombardano da ogni dove.

    Egli razzola nella foresta dei divieti, come Robin Hood in quel di Sherwood, con la consapevolezza che viviamo immersi nella società di Hollywood per cui è necessario fare un po’ di spettacolo per attirare l’attenzione dei distratti, degli assuefatti, e qualche volta perfino dei mentecatti che lo vorrebbero multare. Melanie Klein definisce queste operazioni come interferenze culturali, subvertising, sovversioni dell’ordine del discorso che è anche il discorso delle forze dell’ordine.

    Sabato 27 ottobre, a Roma, Pino offre ai passanti due interessanti performance di intervento urbano dal risvolto molto umano. Dalle ore 9.30 alle 12.30 si apposterà presso il semaforo situato all’incrocio tra lungotevere Gianicolense e Ponte Mazzini (giusto di fronte al carcere di Regina Coeli) e, con l’aiuto di un lavavetri professionista, detergerà gratuitamente i parabrezza delle auto ferme al rosso. A chi lo richiederà rilascerà un certificato firmato dell’avvenuta pulizia, l’eventuale ricavato verrà versato nelle casse dell’extracomunitario vulè vu lavà.

    Infaticabile come sempre, dalle ore 15,30 alle 18,30, nella Galleria Colonna, sita tra via del Corso e l’omonima piazza stilita, allestirà un panchetto per la lucidatura della calzatura. Calatosi nei panni dell’ultimo sciuscià egli verrà coadiuvato da un vucumprà provetto, sotto l’occhio vigile del quale strofinerà a dovere e con sommo piacere ogni scarpa, che verrà affidata alle sue cure di artista disinteressato al vile mercato e molto più intrigato dal selciato infangato e dalle nefaste conseguenze che una approssimativa manutenzione del lastricato produce sulla tomaia. Le eventuali piccole offerte, anche ‘sta volta saranno devolute all’assistente shoe shining man. Va da sè che coloro che si faranno firmare l’attestato della prestazione avranno ottenuto un’opera d’arte in carte e ossa.

    Donare per Pino significa restituire utilità al gesto artistico, vuol dire innescare un meccanismo di comunicazione diretta tra il creatore e il fruitore, tra il lustrascarpe e il camminatore impolverato, tra l’automobilista incazzato e l’uomo-tergicristallo immigrato e senza fisso lavoro, è un modo per abbattere lo steccato che tiene prudentemente lontana l’arte dalla strada, dove pochi capirebbero di che si tratta.

    P.E.

    Per scoprirne di più su questo artista, presente anche alla Biennale di Venezia 2001 con il progetto Oreste vai su dove troverai una interessante intervista

    http://www.exibart.com/IDNotizia2895.htm

  7. caro Achillone perche non inviti nel tuo programma un artista interessante ma poco sostenuto come questo qui sotto? Happening di Pino Boresta 24.ottobre.2001 Pino Boresta è un artista noto soprattutto ai romani per le sue continue scorrerie cartellonistiche che lo vedono impegnato da anni. E’ suo l’intervento di sovrapposizione su cartelli stradali ed elettorali di fotocopie autoadesive riproducenti il suo faccione che fa le smorfie, che invita ad affrontare le contrarietà del quotidiano con la leggerezza di chi ha imparato a ignorare e aggirare i diktat che ci bombardano da ogni dove. Egli razzola nella foresta dei divieti, come Robin Hood in quel di Sherwood, con la consapevolezza che viviamo immersi nella società di Hollywood per cui è necessario fare un po’ di spettacolo per attirare l’attenzione dei distratti, degli assuefatti, e qualche volta perfino dei mentecatti che lo vorrebbero multare. Melanie Klein definisce queste operazioni come interferenze culturali, subvertising, sovversioni dell’ordine del discorso che è anche il discorso delle forze dell’ordine. Sabato 27 ottobre, a Roma, Pino offre ai passanti due interessanti performance di intervento urbano dal risvolto molto umano. Dalle ore 9.30 alle 12.30 si apposterà presso il semaforo situato all’incrocio tra lungotevere Gianicolense e Ponte Mazzini (giusto di fronte al carcere di Regina Coeli) e, con l’aiuto di un lavavetri professionista, detergerà gratuitamente i parabrezza delle auto ferme al rosso. A chi lo richiederà rilascerà un certificato firmato dell’avvenuta pulizia, l’eventuale ricavato verrà versato nelle casse dell’extracomunitario vulè vu lavà. Infaticabile come sempre, dalle ore 15,30 alle 18,30, nella Galleria Colonna, sita tra via del Corso e l’omonima piazza stilita, allestirà un panchetto per la lucidatura della calzatura. Calatosi nei panni dell’ultimo sciuscià egli verrà coadiuvato da un vucumprà provetto, sotto l’occhio vigile del quale strofinerà a dovere e con sommo piacere ogni scarpa, che verrà affidata alle sue cure di artista disinteressato al vile mercato e molto più intrigato dal selciato infangato e dalle nefaste conseguenze che una approssimativa manutenzione del lastricato produce sulla tomaia. Le eventuali piccole offerte, anche ‘sta volta saranno devolute all’assistente shoe shining man. Va da sè che coloro che si faranno firmare l’attestato della prestazione avranno ottenuto un’opera d’arte in carte e ossa. Donare per Pino significa restituire utilità al gesto artistico, vuol dire innescare un meccanismo di comunicazione diretta tra il creatore e il fruitore, tra il lustrascarpe e il camminatore impolverato, tra l’automobilista incazzato e l’uomo-tergicristallo immigrato e senza fisso lavoro, è un modo per abbattere lo steccato che tiene prudentemente lontana l’arte dalla strada, dove pochi capirebbero di che si tratta. P.E. Per scoprirne di più su questo artista, presente anche alla Biennale di Venezia 2001 con il progetto Oreste vai su dove troverai una interessante intervista http://www.exibart.com/IDNotizia2895.htm

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