08 giugno 2007

fino al 30.VI.2007 Gianluca Capozzi Milano, Galleria Artra

 
Angoli di mondo resi tramite immagini quasi fotografiche. Per ritagliare ricordi all’interno dell’esperienza del viaggio. L’obiettivo non è la valorizzazione della realtà ma della sua rappresentazione…

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La Galleria Artra inaugura la nuova sede nei pressi di Porta Romana con la prima personale del giovane Gianluca Capozzi (Avellino, 1973). Sembra quasi naturale trovare, dietro il portone, nel cortile di un’autorimessa con le pareti a strisce diagonali gialle e blu, delle immagini che immediatamente suggeriscono l’idea del viaggio. La prima impressione è infatti di trovarsi di fronte ad un reportage fotografico che racconta di strade, palazzi, cortili, uffici, balconi, automobili e mezzi pubblici nonché della varia, casuale umanità che li attraversa, li usa, lavora, magari solo passa di lì. Come tutti.
L’artista ha raccolto con la macchina fotografica queste immagini (tranne la serie dell’autobus, reperita in internet) nei suoi viaggi: nella nativa Italia meridionale, nella Spagna del Sud (amata a partire dall’esperienza dell’Erasmus a Granada), in Marocco. Il fatto di non aver scelto luoghi rappresentativi o riconoscibili accentua la sensazione del frammento, già suggerita dal fatto che la pittura sulle tele (una ventina, per lo più di dimensioni ridotte) continua sullo spesso supporto laterale. Inoltre emerge con maggiore evidenza il carattere che accomuna questi luoghi: la presenza costante della forte luce solare, mediterranea, che si staglia con netto contrasto da zone d’ombra profonda.
L’utilizzo delle immagini fotografiche come spunto e modelloGianluca Capozzi, Office, acrilico su tela, 46 x 34 cm per l’elaborazione dei dipinti inganna inizialmente l’osservatore con un aspetto decisamente iperrealistico. Da vicino però si fa tangibile la grana della pittura: nonostante la presenza dei più minuti dettagli (fino al marchio della casa produttrice sui finestrini dei pullman), sono le immagini ad avere una specifica dimensione di realtà, una consistenza particolare. Vi si può scorgere uno sviluppo delle sperimentazioni divisioniste.
L’intento di Gianluca Capozzi è infatti quello di amplificare la percezione delle immagini e delle loro caratteristiche, delle loro qualità (fisiche), della loro sostanza, non della realtà che rappresentano. L’artista dichiara di non essere mosso dall’interesse di trasmettere significati concettuali né simbolici e nemmeno di immobilizzare degli attimi. Propone al contrario una riflessione sull’immagine in sé e sulla possibilità di offrirla al pubblico, così rielaborata, senza l’interferenza del pensiero. Ciò che gli interessa del rapporto con il reale è che esso è, in prima istanza, un’immagine nei nostri occhi. Viene così sospesa la successiva -e ingombrante- fase di valutazione, di catalogazione nel ricordo, di attribuzione del significato.
Senza conoscere queste motivazioni si rischia di fermare la lettura delle opere alla piacevolezza dell’esecuzione e del risultato finale, di limitarne il senso all’idea del frammento di luogo e di tempo e alla curiosità di saperne il contesto, grati comunque per quel desiderio di viaggiare che rimane.

anna m. colombo
mostra visitata il 23 maggio 2007


dal 23 maggio al 23 giugno 2007
Gianluca Capozzi – Relazione di viaggio
Galleria Artra, Via Francesco Burlamacchi 1 – 20135, Milano (zona Porta Romana – Corso Lodi) – Orario: martedì-sabato 15–19.30 – Ingresso libero
T. +39 3333260984 / +39 3339908044 – artragalleria@tin.it
a cura di Alberto Mugnaini


[exibart]

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