13 luglio 2007

arteatro_festival Palcoscenico Romagna

 
Continua l’avventura di Santarcangelo International Festival of the Arts, che in questo weekend appronta il gran finale. Occasione di confronto artistico, interdisciplinarità e spazi-laboratorio: la cultura teatrale anima l’entroterra e la costa della Romagna, tra performance, installazioni, danza, trailer cinematografici e testimonianze di contemporaneità…

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Sono quarantacinque le proposte artistiche del Festival di Santarcangelo 07. La 37° edizione, in programma a Santarcangelo di Romagna e in sei comuni limitrofi, è certo uno di quelli appuntamento da non mancare per gli addetti ai lavori, ma non solo. L’International Festival of the Arts, firmato dal francese Olivier Bouin con la condirezione di Paolo Ruffini, prosegue la linea artistica intrapresa lo scorso anno. Non solo incontro tra discipline diverse, creazioni contemporanee di artisti italiani e stranieri e contaminazioni di linguaggi, ma anche una nuova sezione nata per il pubblico dei più piccoli, Santarcangelo dei bambini, in cui gli artisti Tiago Guedes, Paola Chiama, TPO, Karstein Solli e Niconote dialogano con il mondo dell’infanzia. Dal mattino alla sera riflettori accesi su incontri, dibattiti, presentazioni di libri e le curiose installazioni di Zimmerfrei, Arin Rungjan, Emmanuel Lagarrigue, Enrico Grezzi e Goldiechiari.
Come dietro a qualunque bancone di alcolici che si rispetti, i barman mescolano sapori e colori, sorprendono per l’abilità e non lasciano indifferenti nella presentazione: si susseguono miscele dal tono più o meno forte, il tasso di euforia sale, le parole scorrono veloci e il corpo si scalda. Si prova a rimanere ancorati alla realtà, a quella anche più cruda e violenta, come propongono i Motus, con i loro Racconti crudeli della giovinezza, o in quella Morte dello stagista, del regista tedesco René Pollesch che mette in scena il problema dell’occupazione delle generazioni occiRené Pollesch dentali. Qualcuno sente il bisogno di guardare dal buco della serratura: Mariano Dammacco sceglie l’assedio di un Achille in chiave contemporanea, il francese Christophe Fiat, attraverso le storie di due giovani donne, racconta la violenza vissuta in una dimensione intima e quotidiana, mentre la drammaturga/regista ungherese Edit Kaldor mette in mostra fotografie scattate di nascosto da un’adolescente di New York. Ancora più arduo il tentativo di spiare il pensiero, in cui si cimenta l’ensemble Santasangre, con un corpo di uomo racchiuso in una scatola di vetro.
Ma cosa succede quando si infrangono le barriere nella relazione tra chi guarda e chi è guardato? Quando lo spettatore, che non si accontenta più di passare una serata a teatro, viene coccolato e accudito come in una varietà del piacere, secondo quanto propone Roberto Castello e il suo gruppo di danzatori? L’ironia è una chiave di lettura sempre pronta all’uso anche laddove i segni si fanno più severi: Accademia degli Artefatti abusa del suo pubblico in un dittico per spettatori che resiste al brusio quotidiano dell’informazione, mentre la coreografa israeliana Yasmeen Godder ricrea atmosfere da film horror, giocate tra humour e crudeltà. Ma poi c’è anche il silenzio. Unspoken è il risultato di dieci giorni di lavoro dei coreografi Vincendo Carta & Benjamin Vandewalle, chiusi in studio e privati della comunicazione verbale. Corpi che parlano da sé anche quelli proposti dagli italiani Kinkaleri, Francesca Proia e Sonia Brunelli e dal coreografo svizzero Thomas Hauert, protagonista di un match tra corpo che danza e corpo che produce musica. Cosmesi sceglie invece l’immobilità, contro un imminente disastro, rifugiandosi all’interno di un enorme megafono. Allora molto meglio chiudersi in un patchwork di immagini e parole, come suggerisce l’artista francese Patricia Allio, nel suo ritratto di Kathy Acker, regina della letteratura punk. Barriere tra finzione e realtà che si assottigliano per Alexandra Bachzetsis e Yan Duyvendak in un’indagine tra l’ordinario e gli effetti speciali e, se il Gruppo Nanou utilizza codici che portano verso il nulla, c’è chi indaga la pura materialità numerica, tra la perfezione dei rapporti di Paola Bianchi e l’estensione infinita di Ooffouro. Tra i calici riempiti e le prime luci dell’alba c’è ancora spazio per la musica, con progetti sperimentali, tra la performance e l’installazione, tra l’elettronica e la videoarte, per eventi fuori programma e un dopofestival con video e dj set.
Francesca Proia
Santarcangelo International Festival of the Arts inaugura, inoltre, una collaborazione con Art’O rivista di cultura e politica delle arti sceniche: nasce infatti lo Speciale Santarcangelo 2007, che riproduce nel formato, ma con una grafica rinnovata, le caratteristiche proprie di Art’O: 36 pagine di approfondimenti, interviste e presentazioni di alcuni degli artisti presenti al Festival, saranno distribuite in forma gratuita nel corso del Festival, ma sarà anche incluso all’interno del numero estivo della rivista, Art’O #23. Vale la pena di dire inoltre che nel desiderio di un’apertura internazionale, la nuova edizione ha previsto nei primi giorni del festival anche la costruzione di un tavolo europeo e transdisciplinare di riviste artistiche Team Network (Transdisciplinary European Art Magazine) che, ipotizzando di lavorare in sinergia, hanno lo scopo di favorire un orizzonte di riflessione comune.

link correlati
www.yasmeengodder.com
www.christophefiat.com
www.ooffouro.org
www.motusonline.com
www.kinkaleri.it
www.duyvendak.com
www.artefatti.org
www.aldesweb.org
www.re-al.org
www.art-o.net
www.team-network.eu

eliana amadio

arteatro è una rubrica a cura di piersandra di matteo


SANTARCANGELO INTERNATIONAL FESTIVAL OF THE ARTS
dal 5 al 15 luglio 2007 –
www.santarcangelofestival.com
info@santarcangelofestival.com – tel. +39 0541.625572

[exibart]

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