23 luglio 2007

Scandalo in Corea, curatrice falsaria cacciata dalla Biennale di Gwangju

 

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All’università di Yale non risulta nessuno studente mai iscritto con quel nome, né tantomeno laureato. E la sua presunta tesi di laurea – Guillaume Apollinaire: Catalyst for primitivism, for Picabia and Duchamp, che lei esibiva come prova – è risultata addirittura copiata di sana pianta da quella di Ekaterini Samaltanou-Tsiakma, laureatasi nel 1981 all’University of Virginia. Sono queste informazioni alla base della cacciata della coreana Shin Jeong-ah dallo staff curatoriale della Gwangju Biennale 2008, che avrebbe dovuto dirigere con Okwui Enwezor. Ma la scoperta della falsificazione delle credenziali è stata fatale all’ambiziosa trentacinquenne, già chief curator del Seoul Sungkok Art Museum e direttrice della delegazione del suo paese alla fiera madrilena Arco di quest’anno, quando la Corea fu ospite d’onore.

[exibart]

9 Commenti

  1. Con quello che succede in italia, ancora ci scandalizziamo.
    C’è stato qualche anno fa un signore che ci ha fatto credere che la “Transavanguardia”,
    fosse un movimento artistico al pari del Futurismo,e noi ci abbiamo creduto,ed ancora ci crediamo.

  2. é il sistema che non funziona perchè non ha regole precise e sanzioni adeguate, tutto è mosso dalla politica e non da accertate capacità professionali in materia . E all’orizzonte nulla di nuovo si intravede…

  3. Il vero problema è che non esiste un elenco ufficiale di critici curatori direttori e quant’altro fatto solo attraverso i reali meriti e titoli ma esiste una sorta di favoritismi politici che appoggiano le persone che la pensano come loro.

    Inoltre per rispondere al commmento che si riferiva alla transavanguadia c’è da dire che è un tipico esempio di appoggi di ogni genere.

    Il vero problema è che dopo non è arrivato più nulla nè con appoggi nè senza.

    Se si badasse a fare arte e a documentarla ed ognuno facesse il proprio lavoro di critico e operatore in modo obiettivo ci sarebbero nuovi movimenti artistici e nuove speranze per tanti artisti che credono ancora fermamente nel mondo dell’arte, perchè non è morta l’arte ma i vecchi sistemi e l’arroganza di certi critici e operatori del settore.

    Grazie per l’attenzione

  4. beh, considerato che abbiamo ragionieri che insegnano alle università non vedo cosa ci sia di strano… in un mondo dove tutto è falsificato mi sembra il minore dei mali.

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