28 novembre 2007

fino al 19.I.2008 Paolo Grassino Torino, Giorgio Persano

 
Corpi attraversati da tubi di metallo. Sbarre che impediscono il passaggio. Imbuti che fioriscono sul volto. E, ancora, figure fantasmatiche, ambigue. Che sembrano nascere da un immaginario ibrido...

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Di Paolo Grassino (Torino, 1967) ci viene alla mente un progetto di forte impatto, realizzato alcuni anni fa in una ex fabbrica di rotative. Il titolo, Fresh Kills, era prelevato direttamente dal nome del deposito di rifiuti newyorchese, riaperto per far spazio alle macerie delle Torri gemelle. Grassino voleva porre in evidenza il fatto che da “ogni fine nasce sempre qualcosa”. La realtà appare dunque segnata da trasformazioni incessanti, che prevedono complesse combinazioni di elementi naturali e artificiali. Il suo è un lavoro che spiazza lo spettatore: non vi è mai nulla di statico, il cambiamento è colto nella dimensione dell’effimero, del transitorio, con un’aggressività visiva che costringe a far parte del gioco.
Queste sensazioni si manifestano anche addentrandosi nel percorso della mostra Semilibertà. Il titolo stesso allude a una condizione indefinita, segnata dall’ambiguità, e induce a riflettere sulla situazione dell’uomo contemporaneo, il cui modo di comunicare, di rapportarsi con la realtà, è caratterizzato proprio da una “semilibertà” che si palesa nel dominio della ridondanza e dell’eccesso, nei continui compromessi. Dall’ingresso, su una parete del quale è disposta una Gabbia che assomiglia a un intrico di vegetazione, lo spettatore vede, nella sala centrale, tubi tesi orizzontalmente, ed è catturato da un sottofondo sonoro penetrante. Avvicinandosi, si rende conto di come la stanza sia attraversata da sbarre in alluminio: tese in parallelo da una parete all’altra, costituiscono una vera e propria barriera che costringe a tornare indietro e a trovare un percorso alternativo. Ci si sente in trappola ed è necessario rimettersi in gioco.
Paolo Grassino - Semilibertà - 2007 - cartongesso, alluminio, neon e suono - dimensioni variabili - photo Paolo Pellion
Nella sala a destra ci s’imbatte in due corpi disposti parallelamente, a breve distanza, trapassati da tubi di alluminio: quel che può apparire un sostegno, in realtà trafigge l’uomo, bloccandolo in una situazione statica, paralizzante. La stessa che si percepisce osservando la Madre, disposta sul pavimento, in un groviglio di ramificazioni proliferanti, di colore rosso, in cera (a differenza delle ramificazioni a parete, in metallo) come il sangue che è sintomo di vita e energia; ma che, in questo caso, pare essere completamente uscito dal corpo per avvolgerlo in una spira mortale. Nell’ultima sala si è posti a confronto con Travasi. Due figure, l’una eretta, l’altra seduta, paiono svuotate della linfa vitale, ridotte a presenze fatiscenti, nere come la voragine dell’assenza; sul loro volto fiorisce una corolla di piccoli imbuti: un travaso di pensieri, una mancanza di immaginazione e di fantasia, l’inanità della comunicazione.
Paolo Grassino - Madre - 2007 - cera su polistirolo - cm 103x430x210 - photo Paolo Pellion
Completano la mostra alcuni acrilici su carta: Cuore, Mani, Braccia, un viluppo di segni che si accartocciano, s’intrecciano, si saturano, suggerendo l’idea di apertura e chiusura al contempo. Paradossi sui quali Grassino solleva ipotesi inquietanti.

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tiziana conti
mostra visitata il 2 novembre 2007


dal primo ottobre 2007 al 19 gennaio 2008
Paolo Grassino – Semilibertà
Galleria Giorgio Persano
Piazza Vittorio Veneto, 9 – 10124 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30 e 16-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 011835527; fax +39 0118174402; info@giorgiopersano.com; www.giorgiopersano.com

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