12 giugno 2008

fino al 31.V.2008 Bjcem 2008 Bari, Fiera del Levante

 
La Biennale del Mediterraneo porta in Puglia un fecondo tempo della creazione. Il kairos, insomma. Un melting pot under 30...

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Centoquattro soci e partner; novecento artisti e creativi tra i 18 e i 30 anni, provenienti da quarantotto Paesi dell’Unione Europea, dei Balcani, del Medio Oriente e della Riva Sud del Mediterraneo; 10mila metri quadri di spazio per circa duemila produzioni artistiche; costo due milioni di euro, cui hanno contribuito le casse regionali.
Quale rapida sostituzione di Alessandria d’Egitto, il presidente della Bjcem Luigi Ratclif, di origini pugliesi, individua Bari. La Puglia appare infatti perfetta per l’occasione: l’Assessorato alle attività culturali coincide con quello al Mediterraneo -presieduto da Silvia Godelli-, peculiarità della Regione è l’essere ponte verso Oriente, terra di multiculturalità e integrazione. Per quest’evento, particolarmente ospitale, avendo accolto gli “zingari” del teatro Rom Cabaret o cineasti kossovari (Ags Group) insieme a videoartisti serbi (Prnjat Danilo).
Il volto più innovativo della Bjcem barese è stato offerto proprio dal teatro: la compagnia danese Runatic Dance Theater, le coreagrafie di Runa Kaiser accompagnate dalle immagini di Pernille Pultz; la dance-tech del portoghese Rodolfo Quintas e degli Swap-Project, con computer grafica, in contrasto con i neoclassici ballerini albanesi dell’Accademia di Tirana; la gestualità della compagnia egiziana Adham Hafez e l’umanesimo tecnologico di Oriana Haddad; la jazz-dance neominimalista dei croati Prostor Plus e la parodia della break-dance degli estoni D2D, i balletti astratti del polacco Eryk Makohon e la provocazione dei greci Alogi, travestiti come i prigionieri di Guantanamo e impallinati come anonimi bersagli.
Elif Susler - Evrimlestim Ben - 2007 - materiali vari
Tralasciando il gusto del palato, solleticato dai creativi della cucina, le sfilate di moda e i workshop, ci si può soffermare sulla più recente ricerca giovanile nel campo della “visual art”, illustrata da un allestimento un po’ troppo grigio e ortogonale, fieristico insomma. Un’arte che, sebbene rigorosa -ottimi materiali, ottimo “confezionamento” delle opere-, è pur sempre “giovane”, aperta al cambiamento che il Kairos promette. Ma dove sono le “radici” di ognuno? È un percorso che sembra voler confermare che la globalizzazione abbia ormai annientato l’identità locale? Questo un po’ spiace.
Cerchiamo così di rintracciare le radici di molti nel mix espositivo, tra fotografia e video fatti d’introspezione, ingiustizie sociali, storia contemporanea in diretta: Douibi Souad con le immagini televisive omologanti da Palestina, Iraq, Libano; la cronaca di Umut Sakalliogu in Miting/Rally; le donne come fantasmi di Dahlia Refaat; i paesaggi di Suad Nofal dalla Giordania, come quelli di Sofia Berci giunta da Budapest, che riecheggiano i desolanti spazi di Lida Abdul.
Tragedia che diventa “colore” nelle belle foto di Lorenzo Pondrelli, lavoro dell’uomo che diventa luce negli scorci industriali di Emanuel Borcescu, paesaggio che sfuma nella suggestione cromatica delle calde immagini di Felicidad García Sánchez e quelle fresche di Ramona Gliga come i ritratti dei Teenagers of our days di Alia Bakutayan.
La Puglia ha contribuito alla riflessione con la straniante proiezione della biscegliese Lucia Leuci: Yasam Sasmazer - Oglan - 2007 - scultura in legno - h. cm 130racconto incrociato delle storie finali di Augusto Pinochet e Saddam Hussein, per la voce della verità di una bambina in abito da prima comunione; malinconico come il video musicato di Leonard Qylafi e i disegni policromi di Mohammed Ahmed Hawajri.
Tematica ricorrente è la casa, persa, ritrovata, immaginata: si fa abito-dimora o abitabito per Manuela Mancioppi; narrazione, attraverso il disordine di un interno, nei garbato disegno sfumato di Elina Ioannou; diventa allegro palazzo in pvc costruito da Amra Heco; la casa viene rivisitata in chiave fantastica da Matthew Atkinson o nei paesaggi sconnessi dal colore falsato di Eduardo Dantas Casado.
Eppure, il colore è quasi un optional. Prevalente è la grafica monocroma: fatta eccezione per le delicate nuance dell’arcinoto Valerio Berruti , in bianconero sono le litografie di Marta Zuravskaja, le sagome optical di Elif Susler, i grovigli grafici di Pierluigi Lanzillotta, l’espositore di cartoline e ritagli di Lina Rica, i fumetti di Vančo Rebac o le caricature grottesche di Lucas Lucas Almeida,.
Tra le installazioni, da segnalare le imponenti torri in cialda di Michele Giangrande, il Semi gioco tra pupazzi disabili di Nero – Alessandro Neretti, la leggera Arte Povera di Isola & Norzi.
Tra le performance, quella interattiva, con i visitatori chiamati a urlare in un microfono per far saltare il personaggio in video, progettata da Pierre Andrieux; un déjà-vu (ricordate Gligorov?) la piramide di zerbini sormontata da Mara Maglione. Fra le installazioni, la più raffinata e complessa è quella di André Sier; tra le sculture, by Yasam Samazer l’urlo di Oglan; tra gli interventi estemporanei, quelli da street art di dott. Porka’s P-Proj & men in white (Zoka’n’Zioid); tra gli oggetti di design, Safe In, contenitore per organi da trapiantare di Ana Cristina Amil; tra le proposte più divertenti, i pupazzi in scatola simil Play-Mobil di Tamara Piña García o l’artista “transgenico”, il GFP/Clone di Gianfranco Pulitano; tra i video, spensierati i personaggi in bombetta di Arturo Fuentes.
Lucia Leuci - Quadro probatorio, articolato, eterogeneo, convergente - 2007 - video
Così si tirano le somme, molto positive per affluenza di pubblico. E se le curatrici per la sezione pugliese, Antonella Marino e Marilena Di Tursi, insieme all’architetto Antonella Mari, si dicono soddisfatte per l’esperienza di convivenza e scambio, Nichi Vendola ricorda nostalgicamente la prima edizione a Barcellona, “una città che identifica la libertà”, un’esperienza giovanile che gli “ha cambiato la vita”. Per il Presidente della Regione, anche la tappa barese dovrebbe rappresentare “come un seme buono, perché abbracciare la cultura nella diversità ci salverà. In fin dei conti, il mondo ha bisogno di essere rifencondato”.

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giusy caroppo
mostra visitata il 22 maggio 2007


dal 22 al 31 maggio 2008
Bjcem 2008 – Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo – Kairos: la nostra diversità creativa
Fiera del Levante
Lungomare Giambattista e Pietro Starita – 70123 Bari
Info: www.biennalepuglia2008.org

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