07 luglio 2008

Cortona etrusca, a settembre arriva al Maec una grande mostra dall’Ermitage

 

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Testa di leone in bronzo - prima metà del V secoloCortona è balzata agli onori delle cronache nel 1999 quando fu dato l’annuncio ufficiale di una delle scoperte archeologiche del secolo: una tavoletta di 50 x 30 cm in bronzo spaccata in 7 parti (l’ottava è perduta) risalente al II secolo a.C. e contenente il terzo testo più lungo in lingua etrusca fra quelli conosciuti, dopo il rivestimento di lino della cosiddetta “mummia di Zagabria” e la tegola di Capua. Lo straordinario reperto era stato scoperto nel ‘92 da un carpentiere calabrese nello scarico di un cantiere in zona Piagge di Camucia, nell’aretino. Sette lunghi anni di studio, e le 206 parole distribuite in 32 righe hanno rivelato il loro “mistero”. Il documento – una compravendita di terreni tra un certo Petru Scevas della famiglia Cusu e una quindicina di persone, certo in sé non un fatto importante – ha permesso di ricostruire una serie di parole fino a quel momento ancora sconosciute (come i numeri zal, 2, sa, 4, e sar, 10) gettando nuova luce su una delle lingue e delle popolazioni più enigmatiche della storia. La tavoletta è una delle highlights del MAEC, il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, e dall’autunno 2005 – quando fu inaugurato – ha richiamato nella cittadina toscana una media di 50mila visitatori l’anno. Gli Etruschi e i loro affascinante mondo fatto di segreti (a cominciare dalle origini, ancora dibattute), insomma, “tirano”. Al punto che dal 6 settembre prossimo il Maec inaugurerà ben sette sale che ospiteranno le nuovissime sezioni dedicate alla Città e al Territorio (dall’età preistorica fino alla Cortona arcaica e alla città dei principes) esponendo tra gli altri reperti i corredi del Tumolo di Camicia, la collezione Sergardi e i ritrovamenti (2005) della necropoli del Melone del Sodo, databili al VII secolo a. C. e restaurati dal Museo. Ma non è tutto. Sempre da inizio settembre e fino al 7 gennaio 2009 Palazzo Casali ospiterà la grande mostra “Capolavori etruschi dall’Ermitage”, con 30 reperti (guida Skira) appartenenti alla fornita collezione del museo di San Pietroburgo e selezionati da Anna Trofimova, capo del dipartimento di antichità Greche e Romane dell’Ermitage, in collaborazione con la direzione scientifica del MAEC. La sinergia con l’importante istituzione russa, annunciano i responsabili del MAEC, non sarà però l’unica: l’idea è infatti quella di portare a Cortona, nei prossimi anni, le maggiori testimonianze etrusche conservate nei principali musei del mondo. In attesa di ammirare dal vivo pezzi importanti come l’iscrizione sul lino della mummia conservata nel Museo di Zagabria, o belli come il Sarcofago degli Sposi del Louvre, accontentiamoci della splendida testa di leone in bronzo della prima metà del V secolo, scelta come emblema della mostra. Ai suoi tempi probabile custode di una necropoli, ora farà da redivivo Caronte – il demone etrusco Charun è analogo a quello greco ripreso da Dante – traghettando i visitatori a ritroso, lungo le spirali del tempo. (elena percivaldi)






Presentazione: mercoledì 9 luglio 2008 – ore 12.00
Presidenza Giunta Regionale – Sala Stampa
Via Cavour, 18 Firenze
Info: 0575637235 –
info@cortonamaec.org
Web: www.cortonamaec.org

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