02 settembre 2008

exibart_studi La concreta apparenza

 
Cosa lega il ready made al monolito? Quali sono i sotterranei intrecci fra l’“opera” di Duchamp e la misteriosa simbologia di Kubrick? Un saggio sull’evoluzione...

di

Abstract

Marcel Duchamp si libera totalmente dalla schiavitù e dall’umiliazione connessa al desiderio di visibilità capovolgendo, attraverso tutta la sua arte, la situazione di sudditanza dell’artista nei confronti dell’Altro (lo spettatore che sarà poi la posterità). Anziché fornirgli un oggetto da desiderare, irrompe nella sfera sacrale dell’arte con oggetti d’uso comune (si pensi all’orinatoio-Fontana, alla pala da neve di In Advance of the Broken Arm, allo Scolabottiglie o alla Ruota di Bicicletta) decontestualizzandoli ed elevandoli allo statuto di opere d’arte. L’appello che Duchamp, diffidando del linguaggio, protrae allo spettatore mira ad aprire la mente e allargare le possibilità ricettive sull’opera. Il ready made acquista pienamente il proprio valore alla luce del carattere di annullamento e assenza che porta iscritto nella sua natura di oggetto d’arte. Duchamp e soprattutto la sua opera infinita La Sposa messa a nudo dai suoi Celibi, anche (1915-1923) sembra trovare un parallelo nel cinema di Stanley Kubrick.
Nel film 2001 Odissea nello spazio, del 1968, appare un monolito nero e misterioso, che dà lo spunto per innumerevoli e fantasiose interpretazioni riguardanti il suo significato o i simbolismi che esso rappresenta. Le varie interrogazioni che la sua presenza pone nascono dalla forza e dalle enormi apparenti conseguenze che sembrano essere trasmesse a chi lo incontra; il tutto sembra ingigantito dalla totale mancanza di informazione sulla sua origine. È invece opportuno vedere questo monolito come un talismano o portafortuna, come cioè uno di quegli oggetti e simboli che ci confortano emotivamente e ci dispensano dalla fatica di pensare, imparare, sapere, conoscere e decidere.
Il monolito (che da 2001 in poi tornerà nei film di Kubrick con diverse sembianze ma sempre con la stessa funzione), interpretato come principio d’azione della storia, si presta allora al confronto-incontro con il suo doppio, il “motore” del congegno duchampiano per eccellenza, la Sposa. Non è infatti questa forma superiore (la Sposa non è un corpo quanto un entità immersa nello spazio-tempo) a innescare il meccanicistico movimento dei Celibi, così come è l’apparizione del monolito a permettere l’evoluzione degli ominidi e della Storia?

Autore: Gianmarco Nevi
Revisori: Flavio De Bernardinis, Claudio Zambianchi


Scarica il pdf del saggio La concreta apparenza di Gianmarco Nevi

[exibart]

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