17 novembre 2008

fino al 27.XI.2008 Andrew Mania Palermo, Francesco Pantaleone

 
Povero e precario, erotico e raffinato. Concreto e insieme astratto. Uno spazio consacrato alla contraddizione si popola di icone del quotidiano. Per il sesto appuntamento di Domani, a Palermo...

di

I suoi piccoli ritratti su tavola sono stati più volte accostati alle tradizionali icone religiose. Quasi una provocazione, in apparenza. Dal glamour al misticismo ce ne corre, e il lavoro di Andrew Mania (Bristol, 1974) strizza l’occhio volentieri al luccichio di un mondo erotizzato, edonistico e narcisista. Ma c’è del vero, nell’ardito nesso.
I temi della superficie iconica, della reliquia e dello sguardo contemplativo sembrano in qualche modo ossessionare l’artista, che per la sua prima personale italiana non fa che rimarcare il gioco, già a partire dal titolo: The unholy innocents evoca l’innocenza dello sguardo che spia e anela al bello, nel dialogo irrisolto tra peccato e santità, concupiscenza e distacco. Gli innocenti non-santi di Andrew sono ragazzi pettinati alla moda, languidi, appena sorridenti o malinconici, collocati in quella zona opaca dell’immagine che incrocia presenza e assenza, identità e neutralità, caratterizzazione sentimentale ed evidenza della cosa.
Sono pitture descrittive, dal sapore un poco pop, tratteggiate con realistica cura; eppure, non le si identifica: volti anonimi, senza racconto, che incidono sfondi floreali o neutri. Spesso inseriti all’interno di piccole installazioni a parete, i dipinti si integrano con materiali di recupero e cimeli del passato, offrendosi allo sguardo come ambigui oggetti devozionali.
Stessa anomala sospensione nelle fotografie in bianco e nero, ritratti di giovani uomini effeminati che abitano una dimensione del bello autistica, immateriale, muta. Andrew Mania - Joshua - 2008 - pastello e grafite su legno, cuoio, alluminio - cm 70x70È qui, in questa immediatezza illustrativa e insieme indefinita, che si rafforza la controversa corrispondenza con l’icona, esemplare punto di incontro tra rappresentazione ed astrazione.
E poi, il feticcio. Che siano immagini inossidabili di memorie familiari oppure oggetti d’ogni sorta archiviati con attitudine decadente, i suoi feticci del quotidiano fungono da materia prima per una retro-narrazione intima e insieme universale. A Palermo l’artista rovista tra mercati e negozi dell’usato, dove recupera specchi, stoffe, collane, cornici, chincaglierie, scampoli di cuoio. Il tutto viene assemblato con semplici puntine da disegno, per dar vita ad altarini o siparietti in cui messa in scena del profano e venerazione dell’oggetto-reliquia sembrano convivere a dovere. Gusto minimal e amore per l’accumulazione, dettaglio raffinato e accento dimesso, sensualità e freddezza determinano efficaci equilibri.
Un po’ dandy, un po’ omosex, l’estetica combinatoria di Andrew Mania consacra agli specchi il progetto palermitano: usato di volta in volta come puro ready made o come componente strutturale di architetture povere e precarie, ibridato con foto e ricami o trasformato in foglio da disegno, lo specchio assolve a più funzioni: allarga il campo dell’immagine, precipita lo spettatore nello spazio dei corpi ritratti, moltiplica il reale offrendo all’occhio aperture e interruzioni.
Rimirarsi, spiarsi, sdoppiarsi e non riconoscersi. In una parola: scoprirsi immagine tra le immagini, ennesima icona innocente e non sacra.

helga marsala
mostra visitata il 4 ottobre 2008


dal 4 ottobre al 27 novembre 2008
Andrew Mania – The unholy innocents
a cura di Laura Barreca e Francesco Pantaleone
Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea
Piazzetta Garraffello, 25 (zona mercato della Vucciria) – 90133 Palermo
Orario: giovedì ore 16-20; gli altri giorni su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 091332482; info@fpac.it; www.fpac.it

[exibart]

26 Commenti

  1. Ma non si dice “recensione”? Comunque si dica Helga scrive benissimo e la mostra è bellissima! Brava Helga, bravo Andrew!
    Mostra fantastica!

  2. ma qualcosa di eterosessuale no? con tutto il rispetto a forza di fare mostre di checche intimiste…si rischia il trash involontario…

    Sciapò!

  3. Scusà sciapò, ma quali sono le mostre delle checche intimiste? Ma quale sarebbe il trash involontario? Qual’è poi l’arte eterosessuale? E quella sado/maso? O quella del partito democratico?

  4. se non vi va bene pantaleone andate a vedere quello che offre la citta di palermo.
    le mostre “istituzionali”.
    quella malandata con disegnini di picasso dei wurth che ogni due minuti mettono la loro collezione o palazzo Ziino con quel fotografuncolo da strapazzo o Riso con quell’artsita sconosciuta ma amica dell’ex direttore del museo di siracusa.
    pantaleone almeno rischia in quanto privato e fa quello che vuole dovreste aggredire le istituzioni che inquinano con mostre del cavolo.

  5. “che spia e anela al bello, ”

    ma per favore, vogliamo controllare le parole e l’enfasi, per certi eventi e per certa robaccia?
    credo che anche un ragazzino delle medie pieno dei problemi dell’adolescenza saprebbe fare di meglio! certi diari sono colorati meglio e con più idee!

  6. penso che pantaleone stia esaggerando non sono certo razzista… ma credo che artisti che perlano della loro sessualità in maniera così intima siano assolutamente out… perchè non ti lasciano nulla essendo essistesssi narcisi e poco generosi, tralalto Ontani ha già espresso tutto il dicibilile sulla questione…e pantaleone passa solo quello che gli passano certi conventi..certo che il panorama istituzionale siciliano è veramente di basso perofilo (vedi Scalia) rispetto a quello che offre la galleria pantaleone… ma questo non giustifica certe scelte,il portare avanti solo cloni di altri artisti non paga…il trash involontario è dietro l’angolo.

  7. Caro Sciapò, la sensazione che traspare dai tuoi due commenti è che il tuo vero problema non sia il razzismo ma la sessualità, la sensazione è che tu stesso non sia particolarmente sereno con la tua sessualità.
    Ho visto la mostra e personalmente il paragone con Luigi Ontani non mi è passato neanche per la testa.
    Credo che il fatto che oggi un artista possa usare la sua immagine o il disegno o un estetica di un certo tipo per essere subito accusato di clonare Ontani, ma anche Hockney e se vogliamo Coucteau mi sembra una visione un po’ superficiale ed omofobica.
    Il mio modesto consiglio Signor Sciapò è quello di iniziare ad utilizzare il tuo vero nome nei commenti di questo blog (alterazione dell’identità) e poi guardare in faccia serenamente te stesso e l’arte che critichi (se poi ti rimane un po’ di tempo studiati meglio Ontani).
    Per concludere voglio dire che la mostra mi è piaciuta molto, anche se fra i pastelli e gli specchi ho preferito i primi.
    LL

  8. cara signora Luciana Lo Dico il suo giudizio è quanto di più superficiale possa esistere, gli specchi? i pastelli? in quanto a quelli sulla mia sessualità stendo un velo pietoso perchè sono ancora più superficiali, visto che non mi ha mai conosciuto, questo dimostra l’attendibilità del suo giudizio… prima di dire che un lavoro è buono bisogna conoscere da dove proviene questo lavoro, e che contributo ha dato l’artista in questione a questo lavoro..io dico che Andrew Mania ha dato un contributo pari a zero…poi se bisogna per forza incensarlo perché il gallerista è unto da chissà quale lobby radical-scic…che rende ancora più provinciale il tutto allora va tutto bene, l’esterofilia a tutti i costi non paga, la galleria pantalone ha molti giovani talenti, tra i migliori delle ultime generazioni dovrebbe lavorare su questi.

    p.s. non voglio fare polemica ho visto delle buone mostre anche da pantaleone

    Sciapò!

  9. Anche io ho visto delle bellissime mostre da Pantaleone! A te Sciapò quale sono piaciute di più? Condivido poi il fatto che Pantaleone abbia degli artisti giovani molto promettenti!
    Poco tempo fa mi è piaciuta moltissimo la mostra di Adalberto Abbate.
    ciao

  10. Lella,
    artisti giovani e promettenti in che senso che si avviano ad un’arte prettamente commerciale e sempre uguale a se stessa?
    Artisti giovani ma con quali contenuti?????
    Artisti giovani e carni fresche….
    E quelli che sono meno giovani dove sono?
    Mi fai qualche nome?

  11. Caro Michele, non capisco bene il tuo commento.
    Gli artisti giovani sono promettenti perchè nel loro lavoro ci sono contenuti buoni, se poi è roba che si può anche vendere (commerciale??!!) tanto meglio!
    Per gli artisti meno giovani direi che Liliana Moro non è proprio giovanissima e la mostra da Pantaleone era molto bella, per quanto riguarda la carne fresca non so proprio cosa dirti!
    Anche Maloberti e Favelli credo che siano ormai sopra i quaranta e comunque non li chiamerei giovani, penso che il bello di questa galleria stia proprio nelle scelte diversificate che ha sempre fatto, a volte anche rischiando.

  12. gia’ leila pantaleone ha presentato ottimi artisti e ricordo ancora la mostra e l’intervento di maloberti, bellissimo e anche quella di abbate che quando ho sentito la notizia della sua mostra da pantaleone ero sbalordito e nulla da dire bellissima anche quella e poi bella quella della longo e i video della galegati mentre la liliana moro l’ho trovata un po deludente secondo me ha snobbato un po o le mancavano le idee.
    comunque le idee nuove e le idee coraggiose fanno una galleria contemporanea.
    le scelte coraggiose pagheranno a lungo termine credo.
    speriamo non cali mai il coraggio e la proposta diversificata del gallerista.
    forza pantaleone e forza anche ai suoi artisti.

  13. Sandro e Leila naturalmente non hanno o fanno finta di non capire nulla del mio discorso .E’inutile sprecare il tempo
    con chi non è informato bene sul mondo dell’arte e si riferisce solo alla galleria in questione.
    L’arte è una cosa seria e le gallerie modaiole sono adatte ad un pubblico senza carattere e personalità.

  14. Il problema non sono gli artisti, molti son bravi davvero, vedi abbate, chirco, longo, simeti. Il problema il piu delle volte è una realizzazione un po’ sciatta di alcuni progetti che appaiono poco seguiti dal gallerista, quasi delle ipotesi di mostra, che seppur muovono da intenti ottimi finiscono per sembrare embrionali.
    la bilancia pensa piu verso l’immagine (e qui pantaleone è bravo)e un po meno verso la qualità effettiva della realizzazione.
    Inoltre è strano che su exibart la cronaca d’arte palermitana rappresenti cosi’ parzialmente la situazione attuale, come certe recensioni sembrino piu dovute che volute ed altre assenti.

  15. Michele mi sa che sei tu che sei un po’ fuori rotta!
    Concordo con Antonio Lisciandrello sul fatto che Pantaleone sia bravo per quel che riguarda la sua immagine soprattutto quella che hanno di lui fuori Palermo, però nello specifico mi sembra che la mostra in questione (Mania) non sia sciatta anzi fin troppo curata, quasi leziosa.
    Devo però spezzare una lancia in favore di Exibart, la situazione palermitana mi pare abbastanza ben focalizzata, mi sono persa qualcosa?

  16. Cara lella,
    le recenzioni sulle mostre a Palermo sono monopolizzate su exibart da Helga Marsala che scrive quasi escusivamente solo per Pantaleone.
    la classica mafia culturale palermitana!!! Ognuno evidentemente coltiva il suo orticello!!!

  17. Caro Edoardo, a parte che mi chiamo Leila e non Lella (quella forse è tua sorella) comunque, quanti anni hai? Parlare di mafia culturale a Palermo nei confronti della povera Helga dimostra una certa ingenuità, la “mafia culturale” (se così la vuoi chiamare) a Palermo è stata, ed è ancora, detenuta da gente come Eva di Stefano, Paola Nicita e poche altre, che non hanno fatto muovere una foglia per anni se non c’erano loro di mezzo, Helga lavora molto e bene e se tu avessi l’obiettività di dare uno sguardo alle recensioni precedenti scopriresti che Helga si è occupata di molte altre gallerie.
    La mafia caro Edoardo è ad altri livelli, guarda le mostre che hanno finanziamenti pubblici, guarda da chi sono curate, leggerai nomi come Di Stefano, Troisi, Giordano, Ferlito, Paparoni, Mercurio & co.
    Se poi tu sei il portavoce di gallerie che non hanno spazio e che fanno mostre di alta qualità, perchè non inizi col citarne qualcuna così forse Helga se ne potrà occupare, senza sibilline misteriore insinuazioni di mafia culturale.

  18. mi chiedo e non so voi…perche exibart non inserisce la voce palermo nell’indice delle recensioni del sito… genova ce’ e ha un fermento culturale molto inferiore a palermo ” due o tre mostre all’anno…palermo invece viene inserita alla voce sicilia ma le mostre prensenti su questa voce sono per lo piu provenienti da palermo almeno piu di otto all’anno.

    Palermo e’ la 5 citta’ italiana per importanza culturale storica e contemporanea.

    forse la 4 citta italiana piu conosciuta nel mondo.

    e viene integrata in un a regione .

    che ne dite? facciamo una proposta ad exibart di dare la giusta importanza ad una citta del sud con pieno fervore culturale?

    grazie

  19. Caro c.a.s.a.,
    mi trovi perfettamente d’accordo, mi sembra giusto aldilà del paragone con Genova, proprio per la dignità della città e per il fermento culturale dal quale è pervasa negli ultimi anni.
    Suggerirei (anche se mi rendo conto che forse va un po’ oltre) di scrivere il nome delle regioni e delle città maiuscolo sul sito. Sottoscrivo pubblicamente la proposta di c.a.s.a. e mi riprometto di scrivere personalmente al direttore Tonelli per chiedere questa cortesia.

    Francesco Pantaleone

  20. Adesso si che ci siamo.
    Leila sono perfettamente in linea con te; quando parlavo di orticello intendevo infatti quello che privilegia Helga su exibart, ma indubbiamente tu sei andata avanti e ti condivido a proposito degli altri nomi che hai fatto e che di “grossi orti ” se ne intendono.Io non sono palermitano ma conosco bene la realtà culturale di questa città; di cose ne avrei da dire, mi limito per il momento ad osservare ed evidenziare ciò che vedo.Le mostre di Pantaleone comunque sono tremendamente noiose!

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