18 novembre 2008

fino al 6.I.2009 Il sublime è ora Modena, Galleria Civica

 
Lo smarrimento e il senso di indeterminatezza al cospetto dell'infinito. Otto interpreti del sentimento “kantiano” nell'arte contemporanea. Che si confrontano con la maestosità e il mistero della natura...

di

Oltrepassare le porte della percezione in una tensione estetico-esistenziale verso l’àpeiron. L’indeterminato, l’illimitato, l’indefinito. Ratio essendi dell’universo nell’architettura cosmogonica di Anassimandro. Alla ricerca del sublime, dell’infinito senza forma, dell’inconoscibile, dell’indicibile che sfugge a ogni rappresentazione. Il viaggio verso l’ignoto, l’altrove, l’incommensurabile intrapreso da otto artisti, figli dell’arte concettuale, che reinterpretano in chiave postmoderna la Sehnsucht romantica.
La Galleria Civica di Modena ospita la collettiva Il Sublime è ora: installazioni sonore, video e fotografie testimoniano il tentativo di narrare il rapimento, il brivido, l’horror infiniti che l’animo umano prova dinanzi alla misteriosa maestosità della natura, madre onnisciente e crudele, potenza creatrice e distruttrice. Il titolo della mostra trae spunto dall’articolo del ‘48 di Barnett Newman che, come scrive il curatore Marco De Michelis, “rivendicava l’attualità del sublime come un desiderio di distruggere la forma, dove la forma può essere priva di forma”.
Il sublime, “orrore dilettevole” per Burke, “piacere misto a terrore” per Kant, quid che “innalza, rapisce, trasporta” per Boileau, diviene architrave concettuale e stilistico dell’arte contemporanea. Tema centrale della mostra è la sfida – intrinsecamente persa – agli elementi naturali verso il superamento del limite, nel tentativo di valicare i confini della finitezza umana.
Deborah Ligorio - Donut to spiral - 2004 - video sonoro - 7’ - courtesy Francesca Minini, Milano
Sulle acque del Grande lago salato dello Utah, la Spiral Jetty di Robert Smithson si staglia enigmatica, testimonianza visibile e invisibile del processo entropico naturale e simbolo dell’energia universale. Fango, pietre, cristalli cambiano colore e forma in relazione al trascorrere del tempo. Altri artisti la cercheranno, alcuni invano, come Tacita Dean, che non è sicura di averla trovata e, in Trying to find the Spiral Jetty, registra il surreale dialogo con il suo amico durante l’ultima mezz’ora dell’infruttuosa ricerca a Rozel Point. Anni dopo, Deborah Ligorio riuscirà a filmare la “Donut” di Smithson, ormai mutata da anni di intemperie ma intatta nel suo fascino atavico e magnetico.
Il francese Pierre Huyghe, invece, intraprende un periglioso viaggio tra sperduti ghiacciai del Polo Sud alla fortunata ricerca del rarissimo pinguino albino: un’avventura al limite del possibile, raccontata nel video A journey that wasn’t.
Pierre Huyghe - A journey that wasn't - 2005 - film 16 mm a colori, sonoro - courtesy Marian Goodman Gallery, New York-Parigi
Ma è l’olandese Bas Jan Ader a incarnare perfettamente il mito romantico del viandante errante, pellegrino inquieto e senza meta. L’installazione video I’m too sad to tell you ritrae l’artista mentre piange di un pianto inconsolabile. Lacrime senza un’apparente ragione salvo il leopardiano, sempiterno, sublime “naufragar m’è dolce in questo mare”.

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dal 19 settembre 2008 al 6 gennaio 2009
Il sublime è ora
a cura di Marco De Michelis
Galleria Civica d’Arte Moderna – Palazzo Santa Margherita
Corso Canalgrande, 103 (centro storico) – 41100 Modena
Orario: da martedì a venerdì ore 10.30-13 e 15-18; sabato, domenica e festivi ore 10.30-18
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0592032911; fax +39 0592032919; galcivmo@comune.modena.it; www.comune.modena.it/galleria

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