14 gennaio 2009

in fumo_mostre Andrea Pazienza Napoli, Castel Sant’Elmo

 
Graffiante e passionale la matematica del segno secondo Andrea Pazienza. Oltre le tracce di una napoletanità catturata e dipinta. Un Paz originale e irripetibile, interprete del proprio tempo. Fra poesia, sogni e inquietudini...

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Cosa potrebbe mai accomunare Totò e Domenico Modugno, Zanardi e Pompeo? L’alchimia del tratto di Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, 1956 – Montepulciano, Siena, 1988) celebrato a Napoli, nella retrospettiva allestita a Castel Sant’Elmo nell’ambito di VisioNa 2008. Semplicemente inimitabile, Paz seppe rinnovare il linguaggio fumettistico e tradurre sogni, visioni e incubi del proprio tempo, coniugando in modo assolutamente originale letteratura e arti visive.
Per fare il fumetto bisogna partire dal segno”. E per Pazienza il segno era “metafora meravigliosa”, indomabile impulso vitale, energia allo stato puro. Con esso, quasi fosse la lente di un obiettivo, riuscì a fotografare alla perfezione la società e il clima di un’epoca complessa e in fermento. Lasciando tracce indelebili. Come non ricordare i personaggi nati dal tratto geniale del suo pennarello? Pert capo partigiano ispirato al Presidente Sandro Pertini e il “luogosergente” Paz, ispirato a se stesso. Zanardi, il cattivo per eccellenza, Pentothal e Pompeo con la sua carica di poesia, inquietudine e dolore.
Nella sua breve ma intensissima vita, vissuta forse sempre a limite, “perché la pazienza ha un limite, Pazienza no”, Paz seppe raccontarsi con estrema naturalezza: la forza espressiva della sua arte sta nella possibilità di rintracciare in essa poesia e malinconia, dolore e cinismo, semplicità e bellezza.
Andrea Pazienza - Favole - 1988 - courtesy Grifo
Da grande affabulatore d’immagini scritte e disegnate, nel vasto corpus di opere in mostra è possibile ripercorrere gli esordi bolognesi degli anni ‘70 e gli anni della maturità, scorrendo le immagini del suo meraviglioso bestiario, le favole ideate per il piccolo Lorenzo Paganelli, l’agenda di Legambiente, la campagna pubblicitaria per Benetton a firma Maripaz, pseudonimo del sodalizio artistico con la moglie Marina Comandini. E, ancora, le copertine di riviste storiche, dei dischi, dei manifesti cinematografici.
Oltre le accattivanti strisce a fumetti, s’intuisce il suo amore per la pittura; il suo modo di utilizzare il colore e concepire gli spazi, il gioco di luci e ombre dei suoi chiaroscuri nascevano dall’ammirazione per Caravaggio, Rembrandt e Canaletto. Andrea Pazienza - Domenico Modugno - 1981Impossibile non soffermarsi su alcuni inediti (Sfondi di figure di donne, 1986; Marina nudo, 1986), che rivelano un erotismo delicato.
Un capitolo a parte merita la sezione Tracce di Napoli, che individua i riferimenti alla napoletanità in tanti oggetti e disegni di Paz: dallo Zanardi Pulcinella (1986, editori del Grifo), logo dell’evento, ai piatti disegnati per il ristorante Lo scoglio di Baia. Pur non avendo mai vissuto a Napoli, Pazienza ne subì il fascino e ne seppe catturare l’essenza. La città del Vulcano ispirò straordinari disegni, in primis le vignette dedicate a La Livella, che si aggiudicano a ragione il posto d’onore nel corridoio centrale. Oltre un muro, dove si legge uno dei suoi calembour linguistici in dialetto napoletano, coglie di sorpresa l’installazione con le tombe del nobile marchese e del netturbino; tra esse, in un gioco oleografico, scorrono le vignette di Paz e in sottofondo la voce del Principe.

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dal 14 novembre 2008 al 12 gennaio 2009
Andrea Pazienza – Tracce. Napoli e oltre
Castel Sant’Elmo
Via Tito Angelini, 20 (zona San Martino) – 80129 Napoli
Orario: da mercoledì a lunedì ore 9-18
Ingresso: € 6
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 081749911; fax +39 0812294498; sspm-na@beniculturali.it

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