20 gennaio 2009

arteatro_contaminazioni Kinkaleri

 
I Kinkaleri si confrontano con Shakespeare. E lo fanno per Art Fall, cornice di eventi di Ferrara contemporanea, ideati dalla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea in collaborazione con Xing. Il risultato è “una lirica leggera. Da idioti”...

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La formazione pratese, giunta alla ribalta della scena internazionale e nota come Kinkaleri, raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo – come amano definirsi sin dagli esordi – dopo la ricerca tesa a investigare la crisi dei paradigmi della rappresentazione, liberata definitivamente la scena dall’ipoteca di qualsiasi diegesi narrativa univoca, arriva al confronto con Shakespeare.
Ma si tratta di un confronto alla Kinkaleri, appunto; come si capisce da subito dal titolo della nuova folle e geniale produzione, Alcuni giorni sono migliori di altri. Fantasmi da Romeo e Giulietta.
Lo spettacolo mostra una struttura drammaturgica semplicissima e complessa a un tempo, che sottrae allo spazio scenico quella cura maniacale nella costruzione dell’immagine a cui siamo abituati, enfatizzando l’abito compulsivo della scena. È evidente che il testo shakesperiano non è pre-testo né luogo dove si possano generare risonanze attualizzate di una storia d’amore contemporanea; semmai è caustico rimando a un paesaggio emotivo esaurito, ridotto al suo nocciolo duro.
La performance si sviluppa come accumulo di azioni, dove nessuno si fa domande su quello che sta facendo e sulle conseguenze dei propri atti: scambi di energie, svestizioni e vestizioni di lenzuoli da fantasmi infantili si moltiplicano in un’impresa iper-cinetica, continuamente costruita e decostruita dai performer Giulio Nesi e Filippo Serra, accompagnati nella loro frenesia da musiche veementi e demenziali, spesso intensificate da urla e parole incomprensibili gridate al microfono.
Kinkaleri - Alcuni giorni sono migliori di altri. Fantasmi da Romeo e Giulietta - 2008
La scena è svuotata. Una tenda bianca fa da muro centrale, mentre alcuni cubi e fogli di compensato, lasciati abbandonati ai lati del palchi, fanno pensare a una sorta di work in progress scenografico. Nel corso della performance, in un turbinio di graffi, sudore, salti, morsi, corse, numeri, questi solidi prendono vita: lanciati, modellati e fracassati, contribuiscono alla realizzazione di quadri che spaziano da un’eretica Pietà alla costruzione di un catafalco di macerie. Come in un concerto hardcore, richiamato dalle grida e dall’isteria pseudo-coreografica dei due, si assiste a un totale scoppio di energia, dove nulla oppone resistenza ma viene spazzato via violentemente. Rimane solo il sudore, il sudore e il dolore. Si fa, e basta. Non c’è mai tempo per pensare, ma solo per azioni elementari: bere una birra, respirare, dormire, amare, odiare…
Le due figure si delineano attraverso tratti elementari, consumati in un loop di azioni che ritornano e si ripetono, senza lasciare mai chiaramente riconoscibili gli intenti. Due corpi goffi e divertenti si allontanano in tutte le direzioni, lanciati da un lato all’altro del palco, nella ricerca forse di una meta irraggiungibile. Si tratta di fantasmi, appunto. Fantasmi che inizialmente si incalzano nascosti da un lenzuolo bianco, salvo scattare improvvisamente allo scoperto gridando “Nudo!” dopo una rapida svestizione. Mentre sul finale, laceratosi il telo, sono costretti a cambiare diverse identità (Mario, Filippo, Marco, Giulio, Laura…) in un gioco di io-amo-lei-che-ama-l’altro-che-non-la-ama, con tanto di gigantesca figura femminile ritagliata nel compensato a fare da porta-voce.
Kinkaleri - Alcuni giorni sono migliori di altri. Fantasmi da Romeo e Giulietta
Ma nemmeno attraverso questi nomi riusciamo a riconoscere una storia o un soggetto. Il gioco dei due performer sulla scena lo cancella, lasciandone solo una traccia, potremmo dire fantasmatica, che cancella gli attori per lasciar emergere solo, integrali e contraddittorie, le manifestazioni dell’amore, dell’odio, della violenza, della morte.
I Kinkaleri sembrano dire che ciò che importa non è chi-è-chi, e lasciano tracce intensive che animano le cose. Stancarsi, sfinirsi, sfracellarsi, sprecarsi; fino, in chiusura, a morirne. “Non so te, ma io sono morto”.

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sara baranzoni
spettacolo visto il 10 dicembre 2008

arteatro è diretta da piersandra di matteo


10 dicembre 2008
Kinkaleri – Alcuni giorni sono migliori di altri. Fantasmi da Romeo e Giulietta
Teatro Comunale
Corso Martiri della Libertà, 5 – 44100 Ferrara
Info: tel. +39 0532218311; fax +39 0532247353; teatro@comune.fe.it; www.teatrocomunaleferrara.it

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