21 gennaio 2009

in fumo_interviste Bang Art!

 
Coniglio Editore pubblica riviste, albi e libri di (e sui) fumetti. Ma si è spinto fino a toccare il pop-surrealism, l'art toys e il design. La nuova arte che ha l'obiettivo d’incuriosire è ora sulla rivista “Bang Art”, che si trova anche in fumetteria. Ne abbiamo parlato con Sebastiano Barcaroli, uno dei fondatori...

di

Cos’è “Bang Art”?
È come un’esplosione. Una rivista d’arte come non ne esistono altre in Italia.

Una definizione forte. Questa rivista cos’ha di diverso?
Tratta di tutta quella nuova arte che finalmente sta diventando una realtà consolidata anche nel nostro Paese: pop-surrelism, lowbrow, art toys, design e coolhunting (la ricerca di tutte le nuove tendenze). “Bang Art” presenta interviste esclusive a illustratori, fotografi, pittori e in generale a chi fa “cose belle”. Definirli artisti sarebbe quasi riduttivo, visto l’utilizzo sconsiderato e un po’ burino che si fa di questa parola. Sia chiaro: questa rivista non vuole insegnare nulla a nessuno. Desidera piuttosto essere una mappa. E a ogni pagina, bang!, si parte. Come se fosse lo sparo dello start di una corsa. Ma al posto dell’arrivo, in questo caso, c’è la bellezza.

È interessante che un editore di fumetti, come Coniglio, abbia deciso d’investire su una nuova rivista dedicata all’arte. Qual è per te il legame fra il fumetto e le “altre” arti? E “Bang Art!” come tratterà il tema?
Il fumetto è imprescindibile. Soprattutto se parliamo di arte contemporanea. E di quella ancora più nuova, che potremmo definire “arte ipercontemporanea”. Una percentuale impressionante di pittori, creatori di toys e designer, sono – o sono stati – fumettisti. Molti continuano a lavorare attivamente per le maggiori case editrici di fumetto internazionali. Basta pensare a Dave Cooper, intervistato nel primo numero. Lui è diventato celebre soprattutto con i suoi fumetti: dalle collaborazioni con la mitica ZeroZero fino al suo capolavoro, Ripple. La pittura è venuta dopo, e in poco tempo è diventata il suo mondo. Ma quello che è oggi Cooper lo deve certamente anche al mondo del fumetto. Penso poi a Sam Weber, che ospiteremo nel secondo numero. Anche lui, illustratore che collabora con i maggiori magazine americani, lavora come copertinista per molte serie a fumetti. E inoltre Tara McPherson, Stephan Blanquet, Camille Rose Garcia… Tutti artisti affermati che hanno mosso i primi passi nei fumetti. Insomma, “Bang Art”, proprio perché edita dalla Coniglio Editore, tratterà il mondo dei fumetti in modo approfondito.
Dave Cooper - Immunity
In questa prima uscita, sui fumetti, c’è da segnalare l’intervista a Cooper e la storia inedita sui gatti di Jeffrey Brown. Nei prossimi numeri riproporrete lo stesso schema oppure ci saranno nuovi sviluppi?

In ogni numero pubblicheremo un fumettista con tavole inedite e un’intervista. Cercheremo tra i meandri del fumetto indipendente. Ma senza snobbare gli autori più celebri. L’importante è che ogni loro vignetta faccia… bang!, appunto. Chissà che in un futuro non si pensi di realizzare delle storie a puntate. O, magari, dei Bang Art Book dedicati ai singoli autori.

Le riviste, in edicola, vivono giorni difficili. In un contesto come questo, in cui il mercato della carta stampata cede il passo al web, nasce una nuova rivista. Quali sono le aspettative di “Bang Art”?
Beh, a dispetto del nome, Coniglio Editore ha coraggio da vendere. “Bang Art” è sicuramente un prodotto nuovo, forse ancora difficile per molti. Ma ti faccio un esempio: pensiamo al ritratto di Obama, quello che per mesi ha campeggiato su migliaia di t-shirt, cartelloni, spillette; insomma, quello super-grafico. Lo ha realizzato Shepard Fairy, uno dei più importanti esponenti della nuova arte americana. Quindi, per mesi un’opera d’arte è stata di fronte al mondo intero. È stata assorbita e glorificata. Senza sapere chi fosse l’artista, senza neanche sapere che quella era arte. Questo è un processo che ci ha molto colpito. Significa che l’arte può arrivare a chiunque. Oltrepassa i muri delle gallerie e s’impone come linguaggio globale, a dispetto della natura un po’ elitaria dell’arte stessa. “Bang Art” parla e scrive d’arte. Ma lo fa, crediamo, con un’apertura verso chiunque. Non bisogna essere esperti d’arte per farsi ammaliare dai lavori di Autumn Whitehurst o per divertirsi leggendo i fumetti sui gatti di Jeffrey Brown. Il lettore tipo di “Bang Art” non è un esperto o un noioso critico. La sua dote fondamentale deve essere la curiosità.

Non temete la concorrenza di altre riviste di settore già affermate o, peggio, quella con il più simile “XL” di “Repubblica”?
“Bang Art” è la prima rivista per lottatori mascherati. E i lottatori non hanno paura di niente.
Il gatto di Jeffrey Brown
Facciamo nomi e cognomi: oltre all’editore Conglio, chi c’è dietro questo progetto?

La rivista è una creatura di tre persone: oltre a me, ci sono Siriana Flavia Valenti (con cui curo anche la grafica) e Andrea Sanguigni Zvetkov. Siamo le stessi persone che, da cinque anni, produciamo “Stirato Postermagazine”. Poi ci sono collaboratori esplosivi: Eleonora Tiliacos, Alessio Trabacchini, la nostra astrologa Eva Macali (non avevo detto che su “Bang Art” c’è l’oroscopo; un oroscopo tutto particolare, di coppia, dove i segni sono accoppiati e innamorati). E poi il sito frizzifrizzi.it, che cura le pagine dedicate a tutto quello che di più cool c’è sul web.

Periodicità e distribuzione?
“Bang Art” è bimestrale. Il numero due sarà in tutte le edicole a marzo. Intanto, proprio in questi giorni, è iniziata la distribuzione del numero uno. Dove si troverà? Nelle grandi città entro il week-end. Poi, dalla prossima settimana, in tutte le altre edicole.

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Dave Cooper
Jeffrey Brown
frizzifrizzi.it

a cura di gianluca testa


Bang Art
Bimestrale, pp. 64, ill. col., € 5
Info: www.bangart.it / myspace.com/bangartmag

[exibart]

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