16 maggio 2009

Da Manifesta alla Biennale, e la laguna diventerà una Pirate Bay…

 

di

67001
Con un nome del genere il loro arrivo a Venezia si presta a così tanti doppi sensi che – tanto per stupirvi – non ne scegliamo nemmeno uno. Dopo la partecipazione all’edizione alto-atesina di Manifesta, “quelli” di Pirate Bay, filibustieri virtuali che attraverso il protocollo bittorrent diffondono dal 2003 la cultura della libera circolazione di file in rete, scaldano i motori in vista della Biennale, dove occuperanno uno spazio del padiglione Internet. Come? Con una performance in fieri partita nello scorso mese di aprile ed implementata attraverso la rete, giocando attraverso l’interazione e chiedendo la collaborazione del pubblico per la costruzione dell’Embassy of Piracy, mappa di luoghi reali uniti nel virtuale, a significare la diffusione del messaggio anti-copyright. Una battaglia, quella condotta da Pirate Bay, che intende elevarsi da semplice fenomeno di hackeraggio ad autentica rivoluzione sul tema di “proprietà intellettuale”. Tanto che in Svezia, patria del gruppo, il partito politico nato per sostenerlo è in lizza alle prossime europee e viaggia, nei sondaggi, sopra il 5%. E con uno sbarramento al 4% significa che tra i prossimi parlamentari europei potrà benissimo esserci qualche pirata. Dove sta la novità? (francesco sala)

[exibart]

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