24 maggio 2009

Il ritorno di Alessandro Riva. Nuova rubrica su Exibart.onpaper

 

di

Alessandro RivaLa Biennale! La Biennale! Anche lei, che diamine, non è mica più quella d’una volta! (o, in subordine: signora mia, non ci sono più le Biennali d’una volta…)”. L’attacco è inusuale, anche se il tema – quasi scontato, in questi giorni – è ancora la Biennale di Venezia. Ma qui non interessano tanto lo stile, o l’argomento. Interessa piuttosto che si tratta del ritorno di Alessandro Riva, la cui firma ricompare su una rubrica di una rivista d’arte – Exibart.onpaper, ovviamente – dopo le note vicende giudiziarie, non ancora concluse, che lo hanno coinvolto. “Vuoi mettere i tempi – prosegue Riva nella sua rubrica, che avrà il titolo di Alcatraz in cui eran solo in tre, dei quali: uno aveva fatto dei gran cubi, cose geometriche, roba così, e d’un solo colore: un po’ noiosette, sì, bisogna ammetterlo, ma di quale intensità!”. Ma il bello deve ancora venire, perché più avanti fa la sua comparsa il nome di Luca Beatrice, non lontano dalla citazione del “Manuale Cencelli della critica d’arte”… Da non perdere, converrete: vi basta aspettare qualche giorno e correre a cercare la vostra copia gratuita in un Exibart.point. O abbonarvi, e con solo 24 euro annui sarà lei che verrà a cercare voi.

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16 Commenti

  1. Prima di affidargli una rubrica non sarebbe stato meglio attendere la conclusione delle “note vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto?” Quella di Exibart mi sembra una trovata sensazionalistica bella e buona… E mi stupisce la totale assenza di commenti – positivi o negativi – a questa speednews…

  2. sono totalmente e pienamente in accordo col commento di giovanni. evidentemente le trovate sensazionalistiche stanno prendendo piede sempre più in exibart, sostituendo via via la qualità degli scritti e la pregnanza informativa delle curatele. tutto a discapito dei lettori, per ciò che mi riguarda.

    i lettori delle riviste d’arte però sono critici e selettivi, forse pure di più dei gestori delle redazioni!

    buon lavoro a tutti.

  3. postilla: ma siete a corto di curatori o cosa?
    fate firmare un pezzo del vostro giornale da chi, fino a prova contraria, ha firmato uno dei più orrendi crimini. eppoi ci sollecitate ad abbonarci allo stesso giornale. NOI una moralità ce l’abbiamo sapete.

    saluti.

  4. Cara Maria, un minimo di cultura giuridica ti permetterebbe di sapere che, essendo ormai passato da un pezzo il Medioevo, non si è colpevoli fino a prova contraria, come tu credi, ma innocenti fino a prova contraria. E finché non sono terminati i processi (tre gradi di giudizio), qualsiasi imputato è innocente in termini di legge. Si chiama garantismo.

  5. gentile meg, la mia PERSONALISSIMA opinione è che tenti di giustificare questa vostra (un poco strana…) selezione arrampicandoti sugli specchi. ma è una opinione e un problema mio.

    saluti!

  6. In effetti Giacomelli si arrampica sugli specchi. A parte il cattivo gusto di chiamare ironicamente la rubrica “Alcatraz”. Non vedo come possa venire la voglia di ironizzare su un caso come questo, dove da entrambe le parti (accusa e difesa) mi pare ci sia davvero poco da ridere – o sorridere. Ma ammettiamo la possibiità di saper affrontare con ironia (o stupidità?) anche le vicende più drammatiche… Presunzione di innocenza significa ben altro. Dopo il primo grado di giudizio, se vengo giudicato colpevole posso impugnare la sentenza con un primo appello, ma a quel punto sono io che ho l’ONERE di DIMOSTRARE la mia innocenza, non è più l’accusa a dover dimostrre la fondatezza delle proprie tesi, accolte dal giudice. Una condanna in primo grado quindi è solo un motivo in più per procedere con estrema prudenza. Cosa che non mi pare sia stata fatta in questo caso.

  7. esattamente, giovanni.
    inoltre trovo davvero allucinante farsi pubblicità e cercare di accalappiare nuovi abbonati con un “ritorno” come questo. per ciò che mi riguarda otterrete proprio l’effetto contrario.

    buon lavoro!

  8. al di là delle vicende giudiziarie, l'”articolo” è veramente robetta, e da un punto di vista giornalistico/critico è questo l’aspetto più preoccupante.

  9. Ma stiamo scherzando? Fino ad un’assoluzione definitiva questo signore dovrebbe starsene zitto! Non ti danno nove anni per pedofilia se sei pulito. E’ una vergogna!

  10. Alessandro Riva è un pedofilo. Punto e basta. Sentenza confermata in due gradi di giudizio e che certamente non verrà cancellata dalla cassazione perchè nel frattempo non vi sono state modifiche sostanziali alla legge. E i pedofili in un pase civile stanno in galera. Non a pavoneggiarsi sui giornali.
    VERGOGNA!

  11. La vicenda è delicata e drammatica.
    Ricordo solo che se, come tutti, Riva avesse tranquillamente patteggiato sarebbe ormai da anni fuori tranquillo e la storia sarebbe ormai da tutti dimenticata.
    Accettare 9 anni reali pur di difendere a oltranza la propria innocenza (senza poter stare con i suoi figli) mi ha sempre fatto pensare che tutta la vicenda abbia strani contorni.

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