05 giugno 2009

Da Venezia: non è il sessantotto, peggio è il 2009…

 

di

2009 anno di crisi. Non per il mondo dell’arte, che tende a far finta di niente, ma per molti lavoratori precari decisamente si’. E allora ecco, come se non bastasse il caos che gia’ c’è, anche la manifestazione degli interinali del mondo della cultura che irrompe nei Giardini direttamente da un barcone attraccatosi dietro al padiglione israeliano. E piu’ tardi irruzione dalle parti di Punta della Dogana. Trombe e bandiere nere con un teschio, per denunziare il defunto rispetto verso il loro lavoro. I contenuti della protesta? “Abbiamo lavorato con contratti a tempo anche di sole due settimane o con stage presso Punta della dogana, Biennale e Fondazione Musei Veneziani. E ora siam tutti disoccupati“.

 

[exibart]

3 Commenti

  1. Non c’ò da meravigliarsi: LA CRISI E’ SOLO NASCOSTA DAL NOSTRO GOVERNO E DALLA STAMPA; tranne poche testate, soprattutto i giovani e chi ha perso il lavoro sono arrabbiati, molto arrabbiati!!!!!!Per quanto tempo continueranno a scrivere e a mentire dicendo agli Italiani che tutto è sotto controllo e non c’è niente di cui preoccuparsi??????

  2. mi viene il fondato sospetto che sia tutta colpa di Berlusconi……!!!!proporrei a qualche procura a lui “amica”di indagarlo per millantato benessere…….e a coloro che parlano di sessantotto asserendo che è pegio il 2009. oltre che vergognarsi, dovrebbero sapere che da quel maledetto anno, che secondo i soliti idioti e opportunisti doveva cambiare il mondo, sono partiti gli anni di piombo con i morti sparsi quotidianamente per le strade, morti che appartenevano alle classi dei lavoratori che oggi qualcuno si diverte a strumentalizzare…perciò prima di parlare di ciò che non si conosce sarebbe meglio contare fino a mille ed evitare di fare riferimenti irrispettosi e demenziali.

  3. venerdi
    all ingresso della biennale 2009 ve, quest’anno c’era il caos tra chi aveva il biglietto con invito e non poteva entrare se l’ aveva ricevuto via e-mail e quindi code di persone perplesse che attendevano l’ ora x.

    all’ interno code interminabili davanti a quasi tutti i padiglioni
    peggio del supermercato o della posta, così un vero carnaio con il caldo che c’ era.
    dopo il temporale all’ esterno era pieno di carte, depliant e quantaltro lasciate per terra nell’ indifferenza totale di tutti.

    era un grido d’ emergenza spazzatura.

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