08 luglio 2009

La prima del neosindaco Delbono: via i graffiti da Bologna

 

di

Flavio DelbonoNon perde tempo in chiacchiere, il nuovo sindaco bolognese Flavio Delbono. E alle prime battute della sua amministrazione, passa direttamente ai fatti, affrontando di petto uno dei problemi che erano stati al centro della sua campagna elettorale: la lotta al graffitismo selvaggio, che quasi sempre – come da tempo sottolineato da Exibart – si trasforma in semplice vandalismo.
Ora Claudio Merighi, vicesindaco bolognese con delega ai lavori pubblici, annuncia che alla prima riunione della giunta, il 14 luglio, metterà sul tavolo un piano da 180mila euro che prevede la completa ripulitura del centro storico, in accordo con Associazione Commercianti e Confesercenti.

Tabula rasa dunque? No, perchè comunque l’assessore ha chiesto al direttore del MAMBO Gianfranco Maraniello – che a breve Exibart intervisterà a riguardo – di periziare tutti i graffiti per non cancellare i pochissimi realmente validi.
Ma all’ordine del giorno c’è soprattutto la prevenzione: e Merighi parla di una sorta di “ronde antigraffiti”, con pensionati o studenti – magari incoraggiati da crediti formativi in palio – sguinzagliati per la città e pronti a segnalare gli imbrattatori all’opera.
Qualcuno risponde che sarebbe più efficace un inasprimento delle sanzioni, altri una gestione più serrata delle telecamere di sorveglianza: comunque la problematica è ormai al centro dell’attenzione. Uno schiaffo a tanti altri sindaci, come Alemanno a Roma, che in oltre un anno di governo non ha fatto nulla sul tema…

[exibart]

8 Commenti

  1. FINALMENTE!!
    Era ora che un politico prendesse una posizione netta contro quei poveri ragazzini che per sopperire ad una mancanza di non so cosa imbrattano ogni muro con scritte inutili e, sinceramente, patetiche…Siamo ormai l’ultimo paese al mondo dove si pensa che scrivere sui muri sia ancora “figo”.
    Mi riferisco comunque solo ai taggers, e non ai graffiti di valore, se autorizzati dal comune…

  2. Bravo sindaco: via i graffiti. Lasci perdere Guaraniello, è stata una provocazione di Sgarbi quella di attribuire valore artistico agli imbrattatori. Lo fece per motivi poco nobili di polemica politica all’interno della sua giunta.

    Poi Guaraniello, altra invenzione, va cambiato.

    Se lo farà,le premesse per un reale rinnovamento e nuovo impulso saranno buone. Anche al Teatro Comunale ci vuole aria nuova. Cominciamo?
    Auguri. Giuseppe

  3. BRAVI PENSATE AI GRAFFITI E TENETEVI I CENTRI STORICI SOTTO LO SCACCO DELLE ORRIBILI AUTOMOBILI CHE SOPRATTUTTO QUANDO SONO PARCHEGGIATE FANNO SCHIFO … a parte gli scherzi non penso che il problema reale delle città siano i graffiti: personalmente le considero opere d’arte, ma per questo è molto importante “la cornice” dove venGONO realizzati… speriamo che i sindaci diano più spazio alla nobile bicicletta e castighino sempre di più l’auto che isola le persone e visto che – si va ancora a benzina – alimentano le guerre…. VIA I SUV DAI CENTRI STORICI – LE TASSE VANNO PAGATE X QUANTO UNO INQUINA!

  4. a Pisa parecchi anni “ero una ragazza”fa ci fu la problematica dei graffiti sopra ai muri, un artista”sconosciuto a tutta la città” andava di notte a dipingere delle ombre come opere ed erano molto belle ma le opere alcune coprivano scritte che non era possibile restaurare. alla fine queste ombre furono lasciate ,e realizzarono delle cartoline dellacitta’ di Pisa. Io non so se l’artista poi è emerso ma so solo che divenne
    una caratteristica della città.
    ora prendendo spunto da questo,invece di spendere soldi per pulire i muri magari non di marmo,perchè il comune di bologna non fa una cosa innovativa? anche turistica?
    fare dipingere dei muri rovinati da graffiti a degli artisti emergenti dando così a loro un compenso,e nello stesso tempo renderebbe la città di Bologna un pò di arte moderna dal momento che bologna è molto rinnomata per arte fiera e le sue gallerie.
    potrebbero pubblicare cartoline ,per ricordo di questa iniziativa noi in toscana queste cose le facciamo e da quando venne anche l’artista americano kait haring di cui ho avuto la fortuna di conoscere quando venne a realizzare il murales, tali attidiminuirono. credo che molte volte rappresentazioni di certo spessore possano sensibilizzare anche coloro che lo fanno solo per un motivo di puro atto vandalistico.credo che queste persone difronte a vere opere fatte bene avrebbero un esempio sia da chi governa la città e sia da coloro che fanno questo mestiere incuterebbe un minimo di inferiorità e psicologicamente verrebbero distrutti senza più dare motivo a loro di opposizione ad un sistema che vorrebbero cambiare.
    molto spesso questi graffiti sono sinonimo di protesta contro le istituzioni,la politica ecc.. e solo con lo stesso metodo e linguaggio a mio avviso possono essere distrutti.
    la psicologia è importante in questi casi solo con lo stesso metodo di comunicazione può essere fattibile. gli artisti sono utili anche a questo perchè arte è anche comunicazione non solo di bellezza ma di ideologie diverse.
    io fossi in voi ci proverei.
    salutti a tutti
    cecilia

  5. Cutrone, Grass, Haring, Rammellzee (alias Piccirillo), Basquiat detto “Samo”, tentarono di uscire dall’anonimato cui erano ristretti nei “bronx”, comunicando con i graffiti la loro voglia di “esserci”.
    A New York allora, a Bologna e non solo oggi,
    intere schiere di ragazzi e ragazze vogliono “esserci” nelle nostre città, dove
    abbondano i ghetti se non fisici, certamente
    “mentali” e dove l’arte è ancora una espressione di tecnica e bellezza ipotetica.
    Ogni altro “senso”, spezzare la solitudine,
    l’inquietudine “politica” sulla propria condizione, la voglia di comunicare la gioia di esserci e voler stare bene coscientemente senza alcuna “trance”, non è ammissibile.
    Chiusi gli spazi di sport gratuiti, chiusi gli oratori dove si viveva il fermento del cineforum, a questi ragazzi non resta che
    esprimersi sui muri.
    Non sui muri delle gallerie, certamente, dove ci vanno sempre più gli artisti sperimentali
    del “pop art” più rassicuranti e vendibili a chi ha soldi (tanti) per comprarsi un quadro da attaccare al muro e sposarsi con l’arredamento.
    Antonio Tateo

  6. Il problema non è tanto che una giunta comunale si possa interessare di un problema simile, ma che il sindaco scelga Maraniello per decidere quali muri ripristinare e quali valorizzare..lui che di writing non ne ha mai capito nulla e neanche se ne interessa!
    da parte di Maraniello è soltanto una questione politica, il confermarsi attento e partecipe alle richieste della giunta comunale sperando che il “buon” Bono lo riconfermi per il prossimo mandato
    …mica fesso u’ napulitan’

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