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“Neppure un dittatore africano farebbe nel 2010 un arco di trionfo”. Ipse dixit Umberto Croppi, assessore alla Cultura capitolino, parlando qualche sera fa alla Fondazione Guastalla.
La eco delle dichiarazioni non deve essere giunta all’orecchio di Nikos Salingaros, “studioso e urbanista di fama internazionale”, che – intervistato dal Sole24 ore – è tornato ad aprire un dibattito che da un po’ sembrava sopito. Sembrava. Oggetto: il famoso progetto per l’Arco di Adalberto Libera all’Eur, proposto come possibile monumento da realizzare per i soldati italiani caduti nelle missioni di pace internazionali. Uno tra i più famosi progetti incompiuti del razionalismo italiano, per far sì che la commemorazione abbia “un carattere di vera monumentalità”. In alternativa, Salingaros propone “un’opera di piccole dimensioni, con un piccolo budget, un’opera a misura d’uomo, un metro e mezzo o due, una statua o un muro su cui incidere i nomi dei caduti”.
Incongruenza? Tranquilli, poi arriva la spiegazione. “Lo scopo è quello di tenere lontani dal concorso gli speculatori, le archistar, gli squali”, precisa Salingaros. Pian piano tutto si comprende. Lo “studioso e urbanista di fama internazionale” sta infatti per giungere a Roma per presentare il suo ultimo lavoro editoriale. Titolo? No alle archistar. Il manifesto contro le avanguardie. Sì ai dittatori africani, però…
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[exibart]
La eco delle dichiarazioni non deve essere giunta all’orecchio di Nikos Salingaros, “studioso e urbanista di fama internazionale”, che – intervistato dal Sole24 ore – è tornato ad aprire un dibattito che da un po’ sembrava sopito. Sembrava. Oggetto: il famoso progetto per l’Arco di Adalberto Libera all’Eur, proposto come possibile monumento da realizzare per i soldati italiani caduti nelle missioni di pace internazionali. Uno tra i più famosi progetti incompiuti del razionalismo italiano, per far sì che la commemorazione abbia “un carattere di vera monumentalità”. In alternativa, Salingaros propone “un’opera di piccole dimensioni, con un piccolo budget, un’opera a misura d’uomo, un metro e mezzo o due, una statua o un muro su cui incidere i nomi dei caduti”.
Incongruenza? Tranquilli, poi arriva la spiegazione. “Lo scopo è quello di tenere lontani dal concorso gli speculatori, le archistar, gli squali”, precisa Salingaros. Pian piano tutto si comprende. Lo “studioso e urbanista di fama internazionale” sta infatti per giungere a Roma per presentare il suo ultimo lavoro editoriale. Titolo? No alle archistar. Il manifesto contro le avanguardie. Sì ai dittatori africani, però…
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