11 marzo 2010

Così mangeremo al Maxxi. Pronti i bandi per ristorante, bar, bookshop e servizi

 

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La Palazzina D del MaxxiSiamo riusciti a farlo inaugurare insieme al Macro, siamo riusciti a evitare che la “cricca” di Balducci e di “mister 150 zoccole” – si vedano le cronache di oggi – Fabio de Santis gli costruissero a fianco un orrendo ecomostro, siamo riusciti a far si che il suo esterno si chiamasse Piazza Alighiero Boetti, riusciremo anche a gustare cibo di gran qualità nel più importante museo d’arte contemporanea italiano come capita in tutti gli altri musei occidentali oppure saremo condannati alla solita solfa dei notissimi catering romani con le entrature “giuste” al ministero?
Sì, perché ora ci siamo, e comunque vada vigileremo: il Maxxi ha infatti pubblicato il bando “per l’affidamento in concessione del servizio di caffetteria, ristorante e catering”. Fra i molti e dettagliati titoli necessari per concorrere, il bando prevede una “attestazione di aver eseguito negli esercizi 2007-2008-2009, almeno tre servizi analoghi per oggetto (caffetteria, ristorazione e catering) eseguiti presso Pubbliche Amministrazioni/Enti pubblici/Privati” (e qui, purtroppo, la gara sembra cucita addosso ai grandi caterer di cui sopra), oltre ad “un numero medio annuo di personale utilizzato negli ultimi tre anni non inferiore alle 15 unità” (idem, ahinoi). Ma soprattutto nel dispositivo non c’è nessun accenno alla qualità reale e certificata della proposta gastronomica: si sarebbe potuto richiedere l’utilizzo di chef debitamente stellati o forchettati o magari dei giovani con una esperienza di lavoro presso questi ultimi. Nulla di tutto questo: i partecipanti dovranno dimostrare un corposo fatturato, ma non una comprovata qualità.
La concessione avrà la durata di sei anni a partire dalla data di attivazione del servizio e prevederà molteplici funzioni: bar, catering durante le inaugurazioni, ristorante easy di giorno e sofisticato di sera, ristorante per bambini, colazioni al mattino e aperitivi al pomeriggio. Gli spazi? Notevoli davvero. Il grosso della ristorazione sarà ospitato nella Palazzina D (dunque non nel serpentone di Zaha Hadid, ma in un punto panoramico verso quest’ultimo), mentre un piccolo bar (200mq) sarà nel museo vero e proprio. Il ristorante potrà ospitare 150 coperti oltre ai 50 esterni, sotto gli alberi di Piazza Alighiero Boetti. Grafica, divise e nome del nuovo ristorante dovranno essere concordati tra il vincitore del bando e la Fondazione Maxxi. Mission del ristorante? Portare più gente possibile nel “campus” di Piazza Boetti, dando un contributo al successo del Museo. Scadenza per la consegna delle offerte 6 aprile 2010 (ristoratori di qualità, affrettetevi: il prossimo sopralluogo è il 16 marzo), dopodiché la Fondazione Maxxi nominerà la Commissione.
Pubblicato anche il bando “per l’affidamento in concessione del servizio di gestione dei bookshop e dei servizi di editoria e di merchandising”, che avrà la durata di 4 anni con un canone di concessione pari a 240mila euro. In questo caso la royalty, da riconoscere alla Fondazione Maxxi, relativamente alle vendite fatturate dai bookshop è pari al 10%, ed il bando prevede anche un “numero di copie dei cataloghi del Maxxi da almeno 300 pagine in doppia edizione italiano/inglese, prodotti dall’Aggiudicatario e ceduti gratuitamente alla Fondazione Maxxi, pari a numero minimo di 700 copie, di cui il 70% in italiano”. Anche qui auspichiamo la nascita di una grande, vera, bella libreria. Un punto di riferimento per tutti gli studiosi e gli appassionati, ma anche per il quartiere. Con orari magari più ampi rispetto al museo stesso. Un po sullo stile -per restare a Roma- del “book à bar” del Palazzo delle Esposizioni, una delle librerie d’arte più grandi d’Italia, con un bel progetto architettonico del progettista Firouz Galdo.
Disponibile infine anche il bando per i servizi strumentali del museo, che rigiarda Servizio di sorveglianza, coordinamento di tutela del patrimonio ed assistenza al pubblico, didattica, servizi educativi, visite guidate, Servizio di guardaroba, biglietteria, servizio di prenotazione, reception e servizio informazioni telefonico, audioguide e whisper, Servizio di vigilanza, ronda e teleallarme, servizio di gestione delle emergenze, servizio di pulizia e manutenzione delle aree verdi. In questo caso l’affidamento, della durata di 4 anni, costerà alla Fondazione Maxxi 1.725.560 euro.

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6 Commenti

  1. salve, sono un ragazzo di 32 anni Salve, sono un ragazzo di 32 anni e cerco lavoro. vorrei sapere se e’ possibile candidarmi per un posto, magari in biglietteria o servizio guardaroba, servizio prenotazioni o servizio informazioni telefonico.
    grazie mille

  2. Per la ristorazione non vedrei male la cucina regionale di altissima qualità, quella cioè con gli ingredienti eccezionali, evitando le troppe sciccherie da locale multistellato.
    Scommettiamo invece che vince il bando del bookshop Electa (gruppo Mondadori)?

  3. Ma al Maxxi davvero faranno come pare la cazzata di affidare il ristorante al Jardin de Lettà (come lo chiama Dagospia) che così orrendamente somministra già ai Musei Capitolini ed alle Scuderie del Quirinale? Sarebbe ridicolo per il MAXXI!!!

  4. MA volete scherzare? Fatevelo dire da uno che nella ristorazione ci lavora: con un bando simile non si potrà che avere un prodotto scadente, ommerciale, di massa. Uno scandalo se paragonato agli altri musei al mondo.
    Potevano direttamente scriverci il nome del vincitore nel bando. Puah.

  5. tutti sapevano che l appalto della ristorazione sarebbe andato a loro.propongo di riguardare a tutti il progetto ridicolo e l offerta inferiore di affitto che hanno fatto..purtroppo vincono sempre gli stessi ladroni..dico questo perchè le voci di corridoio lo dicevano e ancora da povero illuso ci credevo..GRAZIE LETTA amico loro..POLITICA SOLO POLITICA E AGGANCI ITALIA RIDICOLA

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