30 giugno 2010

fiere_resoconti Art Basel 2010: cifre e capogiri

 
Conclusa la fiera d’arte moderna e contemporanea, un primo resoconto dalla Svizzera. Ci concentriamo sulle cifre, quelle a sei zeri. Che testimoniano quanto l’arte continui a costituire un investimento mica da poco...

di

Nell’anno domini
della sua 41esima edizione, era previsto a Basilea l’arrivo di 60.000 addetti,
fra galleristi, artisti, operatori del settore, figure istituzionali,
maestranze e curiosi. Ma a conti fatti, a conclusione cioè della settimana
svizzera più importante per l’arte contemporanea mondiale, si sono registrate
circa 62.500 presenze. Appuntamenti fieristici come Art Basel, Liste, Volta,
Scope, Hot Art Fair e musei come la Kunsthalle, la Fondation Beyeler, le due
diverse sedi del Kunstmuseum, il Museo delle scienze naturali, Vitra, il Museo
Tinguely e non ultimo il sentiero en plein air
del programma di Art Parcours hanno filtrato un vero e proprio
flusso. Una fiumana di adepti provenienti da tutto il mondo, un vero crogiolo
di domanda e offerta che ha rinverdito il mercato dell’arte.

A dispetto della
crisi, infatti, l’atmosfera accurata, quasi scientifica delle presenze
artistiche a Basilea si è confrontata con un’offerta estetica maggiormente
curata rispetto allo scorso anno e con una domanda che ha stupito per tipologia
di richieste e per spessore qualitativo negli acquisti.

All’anteprima
vip, quando a qualche ora dall’inaugurazione ufficiale gli stand erano ancora
freschi di installazione, si sono visti, al di là di banchieri e alte cariche
del campo farmaceutico, acquirenti habitué
del calibro di Roman Abramovic, Karl Lagerfeld e Bianca Jagger. Come riferiscono le fonti
ufficiali,
si sono registrati i primi coup de ma
ître
nelle vendite a soli “cinque minuti dopo
l’apertura.
Jan Krugier ha venduto la scultura di Picasso intitolata
‘Personnage’ del 1960, per 15 milioni di dollari”. Il fortunato? Un
collezionista europeo
. L’opera era una tra le 26 sculture di
Picasso presenti
nello stand della galleria. L’artista spagnolo e l’americano Warhol hanno continuato a essere
protagonisti di questi scambi in tempi dubbiosi, monopolizzando l’intero
mercato dell’arte-da-investimento. La loro presenza è stata registrata nei
portfolio, rispettivamente, di ben 23 e 28 gallerie, stabilendo anche il record
per numero di vendite avvenute nei primi 90 minuti di apertura della fiera. La
Galleria Skarstedt, infatti, all’apertura ha avuto gli ordini per ben sette
transazioni.

Mario Merz presso la Galerie Tschudi di Glarus
In
attesa delle celebrazioni celantiane previste per il prossimo anno e a seguito
delle numerose m
ostre dedicate al periodo degli anni ‘70,
questo è il comparto artistico che ha fornito
maggiori certezze,
nei riguardi dei
tentennamenti di collezionisti, interessati e non. L’
Arte Povera, infatti, è stato il movimento italiano più rappresentato,
tanto a Messe quanto ad Art Unlimited (Merz
e Pistoletto),
potendo anche vantare di continue quotazioni in crescita (un igloo
di
Mario Merz è stato messo in vendita dalla galleria tedesca Konrad Fischer a 1
milione di euro). Gladstone ha poi proposto, per la
vetrata di Boetti
dal titolo Niente
da vedere, niente da nascondere
, un prezzo
di ben
2 milioni di euro. Da notare,
sempre degli anni ‘70, una forte presenza di arte concettuale, di pittura
tedesca e americana, annoverando autori come Sigmar Polke
, Gerhard Richter e Jean-Michel Basquiat. La galleria newyorkese di Edward
Tyler Nahem ha venduto Catarsis
di Basquiat a 7,4 milioni di dollari.
Continuando a
scrutare nel cesto delle grandi offerte, sembrava fossero state proposte due insormontabili
richieste: una per una testa d’uomo di Giacometti
del 1981, a 2 milioni e mezzo di
dollari (da Gray); mentre la seconda, per una testa di donna del 1947 di
Picasso, è stato proposto un prezzo di 3 milioni e 800 mila. Sono stati però
entrambi superati da una Composizione
di Miró del 1953, che ha toccato i 20 milioni di dollari (sempre
da Gray).

Jean-Michel Basquiat presso la Tony Shafrazi Gallery di New York
Per quanto riguarda
il contemporaneo, è stato proposta una riproduzione di Bush jr
(by Paul McCarthy) a 1 milione di dollari. Tra le
prime vendite, sempre dello stesso autore, è stato aggiudicato un insieme di
cinque nani della serie White Snow,
venduta a un collezionista europeo per 3 milioni di
dollari (Galleria Hauser & Wirth). Nel frattempo, Pace ha venduto una delle
installazioni più grandi presenti ad Art Unlimited, una sfinge di 32 piedi del
cinese Zhang Huan, al
prezzo di 1,8 milioni di dollari.

In merito ai grandi
classici, invece, ha deluso la foto-icona originale di Che Guevara, realizzata
da Korda
nel
1960, ritratto che è stato proposto per “appena” 160 mila dollari. Una foto di Cindy
Sherman
del 1979,
invece, intitolata Film Still-48
, è stata venduta a 1,5 milioni di dollari, un vero e
proprio record per la performer americana. Dettagli significativi, questi, che
rinnovano la cautela verso artisti eccessivamente attuali come Damien Hirst
o Anselm Reyle, entrambi della scuderia di Larry
Gagosian, roccaforte del primo piano di Art Basel.

Alberto Giacometti presso la Landau Fine Art di Montréal
Da ricordare infine
un’operazione del milanese Tega, che ha venduto un dipinto di Paul Klee
quasi nello stesso momento in cui
Minini assicurava a un intenditore americano una scultura di Anish Kapoor
e la Galleria Continua di San
Gimignano cominciava a spedire tutti gli Specchi
di Pistoletto presenti nello
stand.

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dal 15 al 20 giugno 2010
ArtBasel
41

Messe
Basel

Messeplatz
– 4005 Basel

Orario:
dal 16 giugno ore 11-19

Ingresso:
intero CHF 38; ridotto CHF 28

Catalogo
Hatje Cantz, CHF 65

Info: www.artbasel.com

[exibart]

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