19 ottobre 2010

Alfabeta2, terzo numero tra allarme università e posto delle donne

 

di

Arnaldo Pomodoro - Sfera grande, Pesaro
È in questi giorni in edicola il terzo numero di alfabeta2. Dopo la figura dell’intellettuale ed il bivio storico dell’Italia, l’attenzione della rivista concepita come “spazio di intervento culturale” si sposta, necessariamente, sulla scuola e sull’università. Al centro delle tensioni e delle discussioni sul presente e soprattutto sul futuro del nostro paese, tra grotteschi episodi di cronaca e drammatiche situazioni di pre-coma collettivo. alfabeta2 dà spazio a riflessioni più approfondite, pacate e dettagliate rispetto a quelle rintracciabili su tutti i media generalisti, solitamente impacciate da semplificazioni, allarmismi ed incongruenze.
Così, spicca su questo numero un ampio e dirimente saggio di Umberto Eco (Riflessioni sparse su presente e futuro), uno stralcio del quale è già stato pubblicato da Repubblica con un’ampia eco. Lo studioso fa lodevolmente piazza pulita di tutti – o quasi – i finti problemi che attanagliano ogni discussione da bar e istituzionale sull’università, concentrandosi sulle vere motivazioni di un declino che appare inarrestabile e comparando efficacemente la nostra condizione normativa con quella degli altri paesi: “uno Stato che non decide di finanziare adeguatamente ricerca ed educazione è destinato non solo a perdere cervelli, che sarebbe il meno, ma a tenersi in casa i cervelli bacati”.
Daniele Giglioli, Pierluigi Pellini, Michele Emmer, Mario Domenichelli e Francesco Sylos Labini, tra gli altri, affrontano il tema da punti di vista diversi e complementari. Spiegando per esempio i diversi livelli storici e concettuali che si celano dietro la nozione di “università”, o l’influenza della demagogia nella discussione. Oppure, collocando l’argomento nel contesto più ampio della cultura, e riconoscendo puntualmente le cause storiche della crisi attuale. A ideale conclusione di questa riflessione collettiva, Andra Inglese in uno spassoso e disperante saggio dà conto degli “insulsi aneddotti” che circolano negli ultimi anni sul “precario accademico”: figura spettrale, quasi invisibile, eppure così rappresentativa dell’intera società italiana. Completano il ricco numero considerazioni sulla condizione femminile oggi, tra lavoro, cinema e poesia (Curriculum collettivo, Alessandra Carnaroli, Veronica Pravadelli e Jonida Prifti insieme ad altre autrici), e sull’attualità.
La “retrospettiva per immagini” questa volta è dedicata ad Arnaldo Pomodoro, accompagnata da un dialogo con Aldo Nove (La tipografia universale) e da due testi di Aldo Meneguzzo e Aldo Colonetti. (christian caliandro)

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