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Pittore, scenografo, teologo, Jerzy Nowosielski
(Cracovia, 1923 – 2011), figura centrale nell’arte contemporanea della Polonia,
da anni malato, si è spento lunedì scorso a Cracovia. Fondatore con Tadeusz
Kantor del Grupa Krakowska, Nowosielski è stato un grande pittore a cui si deve
soprattutto il rinnovamento della “scrittura d’icona”, a cui ha contribuito
come artista – ad esempio, nella chiesa dello Spirito Santo a Tychy e in quella
ortodossa di Bialy Bor in Pomerania Occidentale, da lui integralmente
progettata – e come teorico. L’interesse per le icone sarà tale da traboccare
in uno stile originale rovesciandosi anche nella sua pittura profana, che
esplorerà tutti i generi, dalla natura morta al nudo, dal paesaggio
all’astrazione.
(Cracovia, 1923 – 2011), figura centrale nell’arte contemporanea della Polonia,
da anni malato, si è spento lunedì scorso a Cracovia. Fondatore con Tadeusz
Kantor del Grupa Krakowska, Nowosielski è stato un grande pittore a cui si deve
soprattutto il rinnovamento della “scrittura d’icona”, a cui ha contribuito
come artista – ad esempio, nella chiesa dello Spirito Santo a Tychy e in quella
ortodossa di Bialy Bor in Pomerania Occidentale, da lui integralmente
progettata – e come teorico. L’interesse per le icone sarà tale da traboccare
in uno stile originale rovesciandosi anche nella sua pittura profana, che
esplorerà tutti i generi, dalla natura morta al nudo, dal paesaggio
all’astrazione.
In più pubblicazioni Nowosielski ha proposto una teologia estrema, spesso al
confine con l’eresia. Le sue
icone hanno dato corpo a questa convinzione, informando di tenebra la loro tradizionale
luminescenza. Ma Nowosielski non si è fermato all’aspetto formale della sua
esplorazione del legame tra santità e peccato, dando vita a una serie
profana di dipinti e disegni masochisti che ritraggono donne sottoposte a
supplizi a sfondo sessuale. Soffermando il pensiero e lo sguardo nella
rappresentazione di quello scandalo teologico che è il male. Nella convinzione
che quanto più infernale sia l’esistenza, tanto più grande debba essere il
pensiero di ciò che salva. (stefano mazzoni)
confine con l’eresia. Le sue
icone hanno dato corpo a questa convinzione, informando di tenebra la loro tradizionale
luminescenza. Ma Nowosielski non si è fermato all’aspetto formale della sua
esplorazione del legame tra santità e peccato, dando vita a una serie
profana di dipinti e disegni masochisti che ritraggono donne sottoposte a
supplizi a sfondo sessuale. Soffermando il pensiero e lo sguardo nella
rappresentazione di quello scandalo teologico che è il male. Nella convinzione
che quanto più infernale sia l’esistenza, tanto più grande debba essere il
pensiero di ciò che salva. (stefano mazzoni)
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