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Miart: il resoconto. La sedicesima edizione di MiArt, Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, chiude i battenti e decreta: vittora ai giovani artisti!
La scelta delle gallerie di puntare sulla presentazione di progetti a tema e monografie della generazione di artisti che si è affermata dagli anni ’90, si è infatti rivelata molto fruttuosa riscuotendo grande interesse fra i collezionisti attirati da una tipologia di investimenti più contenuti. Una nuova formula che rappresenta una vera scommessa per il futuro.
[exibart]
Sì, sono un po’ come un gratta e vinci, e quindi collezionisti sprovveduti ci cadono sempre: costa poco, “mi piace, stiamo a vedere…
Giulio Frigo è stato recentemente annesso alla scuderia di Francesca Minini. Sarebbe bello proporre interviste ai collezionisti che hanno comprato le promesse italiane anni 90. Il gioco è atroce perchè nessuno chiede niente: non si parla di certe cose (l’arte è cultura solo a momenti alternati); e poi è atroce perchè un collezionista che si è pentito del suo investimento non lo dichiarerà mai per paura di non poterlo rivendere e per paura di fare brutta figura….
Quindi gente che si fa fregare in silenzio e con scarpe scamosciate rosse….grandissimi
Giulio Frigo lavora con F. Minini e propone l’ennesima riflessione postmodernista nel 2011…l’eclissi del moderno. Questi fili che andando nello spazio vorrebbero cercare stampelle per le opere. Sicuramente installazioni ammiccanti:
http://www.francescaminini.it/frontend/works/50
Frigo deve avere una parvenza di carriere e di galleria se no vuol dire che l’accademia di Brera e lo Iuav (o chi per loro) non funzionano. Deve sembrare che funzionano se no non si iscrive più nessuno.
Ma qual’è il vero valore di certe opere? Se sono ennesime e didattiche declinazioni del già fatto. E anche ammesso che io arrivi ora dalla Luna: cosa significano questi fili e queste soluzioni ammiccanti/anemiche/nere poste in angolini colti? L’arredamento da interni è sempre ad un passo.
Agm Tap
Beh, preme sempre meno all’occhio una cagata minimal che una cagata kitch..ecco perche’ lo pseudo design ed il minimal vanno un sacco in italia.
viviamo nel senso di colpa dell’arte povera
Sì, certo ormai c’è un superamento tra arte e design, dire fusione e confusione, anche sana confusione. Proprio per questo l’arte dovrebbe caratterizzare maggiormente il proprio ruolo, e non ridursi a “design per ricchi”. O se è tale deve averne consapevolezza.
Poi nel minimal ogni tanto spunta una foto vecchia, vintage. Di quello scienziato X che ha fatto studi sulle memoria sotto il terzo reich…ecc ecc
Poi c’è tutta una corrente che potremo chiamare STORY STORY I LOV YOU che invece fa del vintage e della citazione colto-storica il centro. Chi invece cerca di lavorare con il presente attraverso la storia, spesso decide anche solo di scegliere l’impatto formale da “arte moderna” (i cosidetti NEW ARCAIC):
http://prize.ariane-de-rothschild.com/milano-2011-en/artists/santo-tolone.aspx
Ormai sembra tutto facile, anche il giovane artista, con una certa arrendevolezza, assomiglia di più ad un burocrate della creatività: citazioni da wikipedia + impatto formale sfogliando mousse e kaleidoscope. Anzi molti giovani propongono opere proprio con la finalità di finire su Moussoscope (un certo immaginario vintage-anemico).
Ormai se
non se ne può più della minimal in ogni campo, chi fa minimal non ha la sensibilità di produrre roba più complessa, less is less . minus habens is minimal like you .
La prova del nove dell’inconsistenza di queste opere è che quando le sottrai a questi spazi
perfetti, bianchi e assoluti, scompaiono totalmente.
L’opposto a quello che succede in una chiesa buia
quando in fondo intravedi un Caravaggio…
Gianni Caravaggio?
Francamente non vedo commenti da fare una fiera che si commenta da sola.
Per pseudo collezionisti dell’ultima ora che conoscono i soliti nomi casalinghi e che si compiacciono di vederli esposti.
@AB
il bianco per i giapponesi è il colore della morte, morte cerebrale in questo caso .
Poi c’è tutta una corrente che potremo chiamare STORY STORY I LOV YOU che invece fa del vintage e della citazione colto-storica il centro. Chi invece cerca di lavorare con il presente attraverso la storia, spesso decide anche solo di scegliere l’impatto formale da “arte moderna” (i cosidetti NEW ARCAIC):
http://prize.ariane-de-rothschild.com/milano-2011-en/artists/santo-tolone.aspx
Ciao Luca,
questo tuo sentimento di invidia verso Santo Tolone lo trovo molto sano, Santo Tolone e’ un’ottimo Artista,lavorare il presente attraverso la storia e’ molto intelligente,
prendi esempio , formalizza le tue idee in modo costruttivo se vuoi essere moderno, evita di dare titoli.La tecnica mista che utilizzi funziona.
A presto Charlie