15 giugno 2011

Art Basel riccamente premiata: 2 artisti vincono il Baloise Art Prize!

 

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Il celebre premio d’arte del Baloise Group, arrivato alla sua 13esima edizione, assegna 2 ricchi riconoscimenti (della somma ciascuno di  ben 30,000 CHF – franchi svizzeri) a due progetti dell’Art Statements alla 42esima ArtBasel. La giuria che vanta una commissione di esperti internazionali (tra cui direttori di rinomate gallerie tedesche e musei svizzeri come Daniel Birnbaum e Karola Kraus) e la presidenza di Martin Schwander (Fine Art Advisor del Baloise Group), ha donato giusto ieri il premio annuale all’uruguaiano Alejandro Cesarco ed uno all’inglese Ben Rivers. La compagnia di assicurazioni del Basel Group, una volta comprate le loro opere, le donerà ad importanti istituzioni museali europee: l’Austrian MUMOK, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig e il Hamburger Kunsthalle. Lo scorso anno, invece, il premio se lo sono aggiudicato Simon Fujiwara e Claire Hooper. La commisione stavolta ne aveva una trentina di artisti da selezionare, perché ha scelto proprio loro? L’artista Cesarco l’ha certamente stupita con un’installazione The Streets Were Dark With Something More Than Night or The Closer I Get To The End The More I Rewrite The Beginning che incorpora fotografia, testo, registrazioni (2011). Lo spettatore si perderà nell’opera in cui è possibile ascoltare la voce di  Lawrence Wiener, in perfetta linea con l’indagine dell’artista su corruzione e innovazione e le parole dell’ Arte Concettuale Americana di Louise Lawler, John Baldessari e Andrea Fraser. Rivers invece ha vinto con  Sack Barrow (2011), film documentario (16mm) di 21minuti  sull’ultimo mese di vita del micro-mondo e della produzione di una ditta a gestione familiare di placche galvanoplastiche(fondata nel 1911 e situata a Londra), schiacciata dal mondo capitalistico lo scorso anno. Il video  che sarà proitettato in via privata il 23 giugno dalle 18:30 alle 20:30 fino al 7 agosto 2011 presso l’ HAYWARD PROJECT SPACE, richiama all’attenzione dello spettatore il tempo speso e perso. Ultima chicca: nel 3 “capitolo” del film, si può sentire una voce femminile che legge un passo di un critico d’arte, di un poeta anarchico e la favola “The Green Child” del co-fondatore di ICA, Herbert Read, del 1935, mentre lo factory della ditta sta prendendo un té. 

 

[exibart]

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