27 febbraio 2012

Dagli Usa tornano in Italia oltre duecento opere tra statue, bronzetti, corredi funerari. Trafugate e sistemate in collezioni museali

 

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Oltre 200 reperti recuperati per un valore di 2 milioni di euro. Ammonta a questa cifra il valore del cospicuo numero di statue e bronzi tra cui figurano due sculture in marmo di età romana, la Venere di San Giovanni in Perareto, bronzo trafugato esattamente cinquant’anni fa dal Museo Civico di Rimini, una pergamena seicentesca e un ricco corredo funerario, recuperati dai carabinieri del Reparto Operativo per la Tutela del Patrimonio Culturale da musei, gallerie e collezioni private statunitensi. 
Si, avete capito bene, mica stiamo parlando di rigattieri ma di oggetti che erano conservati al Metropolitan Museum di New York, alla Princeton University Art Museum e da alcune sedi della società Humana Inc. 
Nessuna pressione per la riconsegna delle opere, che i collezionisti avevano acquistato ignari che fossero rubate. Un problema, quello dei furti di opere d’arte in Italia che seppur in calo, come aveva evidenziato qualche tempo fa un altro rapporto dei carabinieri della sezione Tutela del Patrimonio, è riconosciuto e sentito anche a livello internazionale.
Torna in mente Napoleone e le sue mani basse sul tesoro italiano, al quale però ha dato la prima vera catalogazione sistematica, e la Gioconda in possesso del re di Francia, che aveva però regolarmente pagato. 
I furti di opere d’arte in Italia però non sono un retaggio storico, ma un problema vero e proprio che spesso coinvolge i piccoli centri dove è più facile arraffare qualcosa, in chiese isolate o pinacoteche poco sorvegliate. L’unica risposta, sottolineano dal Nucleo per la Tutela del Patrimonio, è la collaborazione internazionale tra istituzioni dell’arte e mondo della legge, per riuscire a scandagliare anche il “giardino del vicino”, dove spesso finiscono i tesori italiani.

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