13 luglio 2012

Vi siete persi gli Europeans Fluxus Festivals degli anni ‘60 e ‘70? Tranquilli, un grande evento farà rivivere tutte le azioni degli artisti ribelli

 

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“I pazzi sono in azione”: questo era lo slogan scritto nel manifesto del primo festival Fluxus tenutosi a Wiesbaden nel settembre 1962. Quest’anno il 50° anniversario del movimento offre l’opportunità di presentare sotto una nuova luce tutte le sue azioni artistiche radicali. L’evento, in partenza da oggi, documenta gli eventi Fluxus dal 1962 al 1977 offrendo incontri con artisti e testimoni e presentando le azioni sotto forma di interviste, filmati, materiale audio e documentazioni. Si svolgerà durante l’estate e l’autunno del 2012 e toccherà città quali Berlino, Copenhagen, Cracovia, Parigi, Poznań, Vilnius e numerose altre. Dal 1962 infatti una serie di città europee sono state testimoni degli eventi Fluxus: gli artisti divennero noti per radersi la testa sul palco o smantellare un pianoforte urlando. Il pubblico reagì indignato nei confronti di artisti come Eric Andersen, George Brecht, Philip Corner, Dick Higgins, Alison Knowles, George Maciunas, Nam June Paik, Ben Patterson, Mieko Shiomi, Ben Vautier, Emmett Williams e molti altri. Il loro obiettivo era semplicemente quello di abbattere i confini dell’arte e superare il suo concetto borghese. Ma cosa è rimasto oggi delle azioni rivoluzionarie degli anni Sessanta e Settanta? Gli artisti che sono ancora attivi cercano di mantenere vivi le idee e le azioni Fluxus, e dall’altra parte un numero sempre crescente di storici dell’arte è alla ricerca della storia della corrente in tutta la sua varietà. Tuttavia, la conoscenza dei festival è ancora poco nota ai non addetti ai lavori: ecco perché si è tentato di riunire i risultati della ricerca in un progetto internazionale, rendendo accessibile il materiale ancora sconosciuto. L’evento si è proposto di realizzare una vera e propria ricostruzione dei festival Fluxus per mezzo di una mostra multimediale che fornisce informazioni sulle performance storiche, attraverso documentari, installazioni fai da te che offrono ai visitatori la possibilità di rivivere le performance, incontri con gli artisti, discussioni e una pubblicazione interamente dedicata a tutti gli storici eventi. Non ci resta che sperare che il pubblico accolga numeroso quest’iniziativa. (Francesca Iani)

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