28 agosto 2012

Fino al 30-IX-2012 The end of the process Genova, CHAN Contemporary Art Association

 
Il percorso visivo proposto da Pietro Mele a Genova quasi ci costringe a superare la pura visibilità della forma e dello spazio, alla ricerca di corrispondenze emozionali tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive -

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Davanti ad un’immagine o, come in questo caso, ad una serie di immagini, non è mai banale fermarsi, quasi subito, a sviscerare ed analizzare quella che mi piace chiamare “l’iconologia del colore”, o meglio, i richiami reali o sensoriali che l’utilizzo di una determinata tavolozza cromatica determinano sulla percezione di ciò che stiamo osservando.

Il percorso visivo proposto da Pietro Mele quasi ci costringe a superare la pura visibilità della forma e dello spazio, alla ricerca di corrispondenze emozionali tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive, proprio a partire dalle istintive suggestioni stimolate da specifiche scelte cromatiche.

È così che un’atmosfera giorgioniana avvolge e coinvolge irrazionalmente lo spazio, che per primo diventa una forma di citazione simbolica, dai richiami decisi a predefinite situazioni e sensazioni inconsce.

Figure e paesaggio sembrano accorparsi come se ci si trovasse davanti ad un’interpretazione moderna di pittura tonale, che sfuma i contorni e i colori per creare effetti di compenetrazione spaziale.

Quasi alla stessa maniera in cui Giorgione dipinge la sua Tempesta, Pietro Mele è stato in grado di riprodurre quel particolare momento di luce che precede i temporali all’ora del crepuscolo, quando l’aria è densa di umidità ma lo spazio che ci circonda è ancora illuminato dagli ultimi raggi del crepuscolo.

Un completo equilibrio tra forme e spazio, tra Cielo e Terra, tra soggetti e azione.

In questo modo il percorso visivo intrapreso da Out of Process arriva agli occhi e alla percezione dell’osservatore come una ricerca di sensazioni di origine innata, generate istintivamente dal nostro inconscio.

Questi richiami mentali generati quasi in maniera involontaria dalla mente sono quindi collettivi ed universali, concepiti da quello che Jung ha chiamato il nostro inconscio collettivo.

Pietro Mele ci propone tacitamente una chiave di lettura dominata da condizionamenti ambientali, appartenenti ad un determinato background culturale e iconografico, i quali vengono parafrasati attraverso il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione.

Un archetipo visivo di cui si serve l’artista come principio intellettuale dal quale si sviluppano le idee che consentono all’individuo di interpretare ciò che osserva e sperimenta.

Maura Ghiselli

mostra visitata il 28 Giugno 2012

dal 28 Giugno al 30 Settembre 2012

Pietro Mele – The end of the process

CHAN Contemporary Art Association

Via Sant’Agnese 19, (16124) Genova

Mostra visitabile su appuntamento: 347/8603991 – 345/6717007.

Ingresso: gratuito

Info Line: +39 010 9910841 – www.chanarte.cominfo@chanarte.com

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