11 ottobre 2012

L’incrocio delle culture. Quattro video, domani sera alla “Pelanda”, a raccontare l’arte italiana con l’occhio filmico dell’Asia

 

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Un festival che si rinnova da 13 anni, e che porta a Roma il meglio di quello che offre il panorama cinematografico asiatico. Stiamo parlando di “Asiatica Film Mediale”, che per il terzo anno consecutivo mischia le carte del cinema dell’oriente con l’arte contemporanea italiana grazie all’iniziativa “Crossing Cultures”, ideata dall’Associazione no-profit diretta da Beatrice Bulgari, “CortoArteCircuito”. Quattro registi provenienti da India, Filippine, Iran e Kazakistan si sono confrontati con quattro artisti Roma-based, per tracciarne un resoconto poetico che ha portato sullo schermo, già dall’anno scorso, risultati assolutamente inediti, nell’incrocio tra due generi particolarmente differenti.
«L’idea – spiega Beatrice Bulgari- è quella di accompagnare il regista nello studio di un artista e di seguirlo nel work in progress dell’opera. Infatti, dopo un primo contatto tra gli artisti avvenuto nei mesi precedenti, i quattro registi iniziano le riprese durante il periodo di Asiatica. Quello che mi interessa è aprire una nuova finestra sull’arte contemporanea che si concretizza nell’incontro di due culture diverse, creare il contatto, accendere una scintilla, che sarà la sorgente creativa del corto».
Gli incontri, a cura di Paola Ugolini, dopo la partecipazione lo scorso anno di Pietro Ruffo, goldiechiari, Nunzio e Alfredo Pirri, quest’anno hanno chiamato a rapporto tre pittori e un giovane artista più concettuale, ma con un approccio molto lirico. Siete curiosi? Ecco qui le “strane coppie”: Marco Tirelli, filmato dal filippino Raymond Red, vincitore nel 2000 della Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes nella categoria cortometraggi con il film Anino (Shadowsq); Alberto di Fabio, ripreso da Esmaeel Monsefmarani, nato in Iran, nel 1976, membro dell’Associazione dei Registi Indipendenti Iraniani; Alessandro Sarra, che ha invece prestato il fianco alla macchina da presa del kazako Zhanabek Zhetiruov, mentre Alessandro Piangiamore entra in scena nella pellicola della regista indiana Mamta Murthy. Quattro unioni che hanno prodotto altrettanti cortometraggi diversissimi fra loro: raffinato e poetico il video in bianco e nero, tutto giocato sul contrasto luce-ombra, girato da Red in due giorni nello studio di Tirelli; onirico e visionario l’approccio di Zetiruov che ha fatto diventare Alessandro Sarra il protagonista di una sua storia mediata da una leggenda del suo Paese; la giovane regista indiana Murty ha trovato lo spunto creativo per un poetico dialogo a due voci fra Roma e l’India utilizzando un lavoro che Piangiamore ha realizzato proprio nel subcontinente un paio di anni fa, e infine Monsef, che ha voluto concentrarsi sul momento creativo facendo evadere Di Fabio dal traffico e dal caos della città per fargli trovare l’ispirazione nella quiete incontaminata dei monti abruzzesi. Una vera e propria collezione di video d’artista, domani sera ad ingresso libero, dalle 19.

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