08 novembre 2012

Torino addiction

 
L'ultima settimana bulimica dell'arte contemporanea del 2012 è arrivata. A fare da sfondo è Torino, la piazza più d'avanguardia d'Italia con Artissima, The Others, Paratissima e la new entry Photissima. Ma anche con le partnership con i musei della città, e poi eventi, party e opening in gallerie. La promessa è di chiudere in bellezza, e con il pollice alto, l'anno più nero dell'economia. Non solo dell'arte

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La parola d’ordine per l’art-world italiano, in questa manciata di giorni, è “esserci”. A Torino, per far parte del circuito, incontrarsi e commentarsi in una costellazione di eventi legati all’arte contemporanea che hanno fatto della città sabauda la capitale italiana delle avanguardie. Quello che si troverà al Lingotto già lo sappiamo bene, raccontato da Sarah Cosulich Canarutto a Exibart qualche settimana fa: tutto il meglio delle gallerie italiane, dell’editoria d’arte e diversi attori stranieri, provenienti da buona parte dell’Europa con qualche nome statunitense e mediorientale. Artissima non è mai stata una fiera grande, ma si è affermata come per la qualità della sua offerta, che quest’anno sbarca anche, per la prima volta, nel tessuto urbano e nelle sue cinque istituzioni più famose: Galleria d’Arte Moderna, Castello di Rivoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Merz e Palazzo Madama, con una serie di mostre che caratterizzeranno la stagione espositiva invernale. Ideato dalla neo-direttrice della fiera, il programma “It’s not the end of the world” – riferimento esplicito alla teoria Maya ma, più da vicino, alla condizione dei nostri giorni, caratterizzati da una notevole dose di pessimismo sul piano economico, sociale e morale, e dal tentativo di una rinascita dalle proprie ceneri – mette in scena nei cinque diversi musei altrettanti momenti di riflessione sul senso più esteso del contemporaneo.

Al Castello di Rivoli protagonista è Paola Pivi con Tulkus 1880 to 2018, un’installazione dove sono riportati gli scatti fotografici di tutti i Tulku tibetani, Maestri di vita in grado di decidere della propria reincarnazione, dagli esordi della fotografia ad oggi: non solo un passaggio teorico sul medium, ma anche una riflessione antropologica che passa per lo spirituale e le forme della comunicazione che predilige Pivi: la risoluzione di un enigma posto in forma semplice. Alla Fondazione Sandretto arriva Ragnar Kjartansson, con una nuova installazione pensata appositamente per gli spazi dell’edificio, sulla falsariga dei suoi 144 quadri realizzati durante i giorni della Biennale veneziana del 2011. La performance inaugurale dell’artista qui sarà sabato 10, alle 11.30, mentre a Palazzo Madama, Dan Perjovschi mette in scena, curato dalla stessa Cosulich Canarutto, una serie di disegni, ironici e taglienti, sull’attuale situazione politica italiana ed europea. Beirut, I love you è invece la videoinstallazione, ispirata al suo omonimo libro, che Zena El Khalil presenta alla Fondazione Merz di via Limone, mentre Valery Koshlyakov riflette sulle connessioni tra mondo dell’arte e realtà socio-economiche e politiche alla GAM.
Chiudiamo qui le manifestazioni ufficiali? Nemmeno per idea, perché c’è Artissima Lido che quest’anno, nonostante la manifestazione sia nata l’anno scorso, cambia completamente registro. Forse restringendosi un po’, ma di certo ponendosi sotto un profilo meno “dispersivo” e coinvolgendo, anche in questo caso, una serie di istituzioni torinesi spesso dimenticate o regalate all’idea che si riserva ai musei di quartiere. Il quartiere è quello del Quadrilatero romano, dove prendono corpo all’Archivio di Stato, al MAO (Museo d’Arte Orientale), al Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, al Museo della Sindone e al Museo di Antichità, altrettanti progetti di cinque spazi alternativi internazionali. A cura di Francesca Bertolotti e Cosulich Canarutto, si affiancano 98Weeks di Beirut, che al Museo della Resistenza hanno messo in scena una rassegna video di film libanesi e siriani mai passati nei circuiti italiani e un workshop di scrittura moderato da Christian Raimo; Auto Italia South East di Londra, che al Museo di Antichità lavorano sul concetto di iperrealtà; Irma Vep Club di Parigi che all’Archivio di Stato indagano memoria e presente; Public Fiction da Los Angeles che occupano il Museo della Sindone e i messicani di SOMA al MAO con Daniel Monroy Cuevas che trasforma il museo, l’architettura e gli oggetti, in una esperienza immersiva.

Continuiamo ancora sulla scia dell’issimo, visto che di “The Others”, lo specchio giovane di Artissima, vi abbiamo abbondantemente raccontato ieri nell’intervista con Roberto Casiraghi. Per la prima volta quest’anno anche Torino, all’ex Manifattura Tabacchi, avrà la sua fiera completamente dedicata alla fotografia che si chiama, giusto per non smentirsi, Photissima. Anche qui, come a The Others, un prezzo d’ingresso politico (attraverso la registrazione al sito si paga 1 euro) e uno spazio “alternativo” riadattato per una manciata di gallerie e spazi indipendenti che lavorano con le immagini. Qualche nome? Sabrina Raffaghello, Area Lina, Ikona Gallery, Biasutti, The Format di Guido Cabib. Il direttore, Telemaco Rendine sostiene: «Pur tra mille obiezioni siamo l’unica fiera italiana esclusivamente riservata all’arte fotografica. È il principale tratto distintivo della manifestazione ed è ciò che ho detto a tutti coloro che ho personalmente contattato ed invitato a partecipare a Photissima. La fotografia è contenuto, scopo e criterio della fiera. Nel senso che anche i soggetti che sono stati chiamati a parteciparvi, sono stati selezionati sulla base di una sola regola fondamentale: che si occupassero unicamente o prevalentemente di fotografia e che presentassero dei progetti di elevato livello qualitativo».
Staremo a vedere, visto che il primo paragone che verrebbe da fare è con la, ancora giovane, MIA di Milano, che si svolge in uno spazio altrettanto emblematico del tessuto meneghino: il Superstudio di via Tortona. Ma restiamo a Torino e andiamo però a Borgo Filadelfia, con l’ottava edizione di Paratissima, che “spara” anche quest’anno l’arte in spazi chiusi e che per il week end più caldo della città prendono vita, uniti all’ex zona-casa di Paratissima per 4 anni, San Salvario, che per questa edizione 2012 sarà il nuovo distretto della creatività legata al Design: “Chez San Salvario – il Distretto del Design a Paratissima”, che approccia il tema con uno sguardo alla produzione creativa nella sua dimensione collettiva, nel rapporto con il territorio, nella capacità di costruire legami e rapporti tra le persone anche nel contesto locale. L’obiettivo sarà quello di raccontare un mondo in continua crescita, innovazione e fermento, che va ormai ben al di là della esclusiva produzione di beni materiali, ma che abbraccia un mondo fatto di grafica, comunicazione, social network e interazione tra pubblico. Bene, quelle che sono le quattro “fiere” della città, con relativo parterre di eventi collaterali ve le abbiamo raccontate.

Ovviamente chi si entusiasmerà per l’offerta poliglotta e multiculturale di Paratissima forse non amerà troppo il rigore della Regina delle fiere al Lingotto, ma fa parte del gioco: quello che Torino offre, in questi giorni, è forse l’esempio concreto di come l’arte contemporanea possa fare da perno economico nel tessuto di una città che, a causa del suo “understatement”, condizione definita anche da Casiraghi come ciò che ha permesso lo sviluppo di fenomeni creativi e “collaborativi” non indifferenti. Sotto lo stesso cielo, insomma, giusto per fare due esempi, si riunirà il best del contemporaneo più attivo nella penisola e gli esempi migliori di underground tra le strade della zona dello stadio Olimpico. Non siete soddisfatti? Volete massacrarvi di arte anche in notturna? Eccovi serviti: ricordate che la serata di sabato 10 andrete a letto molto tardi, con le gallerie e tutti i musei cittadini che resteranno aperti fino alle 23 o, al più tardi, fino a mezzanotte. Tra l’offerta vi proponiamo qualche esempio: se volete restare sul Novecento e avvicinare le neoavanguardie degli anni Sessanta e Settanta alla galleria Carlina è in scena un dialogo tra tre donne e le loro rispettive città: Carol Rama, Carla Accardi e Dadamaino, con Torino, Roma e Milano; Sandro Chia, con “Enigma” è in mostra da Giampiero Biasutti Arte Contemporanea. Un ritorno al Piemonte dell’artista dopo le lontanissime mostre del 1976 e 1978 da Tucci Russo, con un’esposizione che mette a fuoco gli  sviluppi attuali della ricerca di Chia attraverso una accurata selezione di una trentina di dipinti, incentrati in particolare su uno dei suoi temi più tipici, quello che mette in scena con valenze ironiche, melanconiche, poetiche, bizzarre, la figura del pittore e l’enigmatico destino della pittura stessa. Più vicini all’idea di contemporaneo Paul Fryer da Guido Costa e Raphael Danke da Norma Mangione, mentre da Franco Noero si inaugura il tandem Francesco Vezzoli e Pablo Bronstein, con la partecipazione speciale di Giorgio de Chirico. Di nuovo alla Manifattura Tabacchi sarà in scena anche “NA.TO. L’arte del presente, il presente dell’arte”, esposizione realizzata in collaborazione con l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive che presenta il progetto dell’”intellettuale collettivo”: qui dieci artisti sono stati scelti da altrettanti curatori, attraverso un’attenta ricognizione sulla scena artistica napoletana e torinese: due aree metropolitane culturalmente tra le più vitali e che tradizionalmente hanno segnato passaggi fondamentali del sistema dell’arte contemporanea, sia italiana che internazionale. 

Al K-Hole di via Sant’Agostino invece saranno in mostra i frutti della residenza  a coppie di viadellafucina, raccontata anche da Exibart attraverso la voce diretta del suo creatore, Brice Coniglio. Qui la festa è caldissima, con Kaninchen-Haus che organizza un party all-night long, che abbasserà la musica e chiuderà le porte solo dopo le 3.30 del mattino. Non è ancora abbastanza o non siete i tipi per fare serate mondane e preferite perdervi tra i dedali perpendicolari delle strade torinesi? Sappiate allora che sul vostro cammino sarà abbastanza facile incontrare le opere della 15esima edizione di “Luci d’artista”, accese già dal 3 novembre, che resteranno a far compagnia ai nottambuli fino al prossimo 13 gennaio, regalando alla città un’aura degna delle migliori capitali d’Europa: da anni si incontrano in piazza Carignano Mairo Airò, Pistoletto a Porta Palazzo e Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini. Ma le vere novità sono le bici luminose di Martino Gamper, in giro per la città, e la nuova storia di Valerio Berruti, installata sulle teste dei passanti di via Accademia delle Scienze. Adesso però non veniteci a raccontare che non siete sazi, visto che per un’offerta del genere forse dovreste varcare l’oceano nei giorni migliori. E ricordiamolo, Torino non è di certo Londra, né New York.

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