31 gennaio 2002

Exibinterviste fotografia Pam Roberts per Camera Work

 
“Camera Work”, in mostra fino all’8 Aprile al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nasce dall’impegno di tre donne e studiose Sara Antonelli, Alessandra Mauro, Pam Roberts, con competenze diverse e diversi sguardi. Dopo Sara Antonelli ecco una intervista a Pam Roberts...

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Una domanda e una lunga risposta. Pam Roberts è curator presso la Royal Photographic Society di Bath, che conserva in collezione un enorme numero di negativi e stampe originali dei fotografi di Camera Work, oltre alla serie completa della rivista. A Pam Roberts ho voluto chiedere del ruolo della fotografia storica oggi nei suoi rapporti con la situazione attuale
Camera Work ha coperto un periodo fondamentale nella storia della fotografia. Rappresenta la vita e la morte della fotografia artistica. Nei primi numeri appare una fotografia che guarda all’arte. Negli ultimi la fotografia si dichiara in quanto fotografia. E’ determinante però, per la comprensione della fotografia pittorialista, artistica, ricordare che tale indirizzo è in un certo senso facilitato dai limiti del mezzo ai suoi inizi. La Kodak cambia il corso della fotografia, la sua ricezione.
La fotografia pittorialista deve tanto ad un’idea quanto a limiti tecnici una sorta di incapacità a rappresentare il dato naturale. Mi ha sempre intrigato il fatto che perfino i negativi, non solo le stampe come solitamente si crede, siano manipolati. E’ un po’ come l’immagine digitale di cento anni fa.

Volevo infatti arrivare a questo, assistiamo ad una sorta di ritorno all’immagine manipolata, grazie all’evolversi delle tecniche..è un fatto curioso.
E’ vero, però adesso è la realtà stessa ad essere stravolta, mentre nella fotografia pittorialista il dato di partenza è comunque il reale. Il procedimento di formazione dell’immagine era invece simile. Oltre a sperimentare diversi tipi di stampa, questi fotografi intervenivano anche sul negativo, che veniva tagliato e incollato per ottenere effetti pittorici. Questo processo è davvero simile all’immagine digitale. I negativi di Steichen, che è stato uno dei personaggi più importanti per Camera Work e uno dei compagni di viaggio di Stieglitz, sino alla loro rottura, sono spesso ritoccati o fortemente manipolati. Steichen dipingeva, era influenzato dall’Impressionismo.
Questa tendenza fortemente “pittorialista” conviveva accanto alle personalità più “pure” come Annan. Lo stesso Strand in un certo senso manipolava l’immagine, i negativi sono spesso tagliati. Le fotografie di Annan sono quanto di più oggettivo si potesse trovare all’epoca, è in fondo un precursore di Strand. Stieglitz apprezzava grandemente entrambi. In generale Camera Work aveva una direzione e seguiva un pensiero, ma di fatto era composta da personalità completamente diverse..Si parla adesso di Young British Artists, bene, Rachel Whitread, Sarah Lucas sono personalità diverse, Damien Hirst mi ricorda Steichen, gran senso commerciale e ironia. In questo di nuovo vedo raffronti con la realtà attuale. Un gruppo eterogeneo di artisti, accomunati da un personaggio come Stieglitz che aveva una mentalità imprenditoriale e consapevolezza del valore dell’operazione, che si configura come reazione all’establishement. La Royal Photographic Society giudicava il valore di una fotografia secondo il canone della precisione. E Davison partecipa con immagini morbide, sfocate. Penso che la reazione di pubblico e critica sia stata la stessa provocata da Hirst con i suoi primi animali in formaldeide!

Parlavamo del ruolo della tecnologia nella fotografia
Camera Work registra proprio questo passaggio.La Kodak cambia tutto. Ufficialmente Stieglitz e gli altri erano avversi all’automatica, ma io sospetto che “Steerage” sia stata realizzata con questa macchina..ha tutte le qualità di un’istantanea. Non credo che realmente Stieglitz abbia usato la sua vecchia macchina con treppiede. Un po’ tutti questi fotografi usavano l’istantanea per i propri esperimenti, salvo dichiararlo! E la nuova direzione della fotografia, il cambiamento di rotta nella ricezione e accezione del mezzo avviene in un momento particolare. Le personalità che hanno aperto un nuovo corso della fotografia, Strand e Stieglitz, hanno saputo trarre vantaggio dalle caratteristiche del mezzo fotografico e dalla sua evoluzione tecnologica. Con l’istantanea la fotografia è a portata di tutti. E’in grado di registrare con rapidità e precisione il reale. Una rivoluzione pari alla rete e alla posta elettronica oggi: niente sarà più come prima.

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Cecilia Canziani


Roma, Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale 194
tutti i giorni dalle 10 alle 21
chiuso il martedì
ingresso gratuito
informazioni: 06 48941230
Ufficio stampa Piergiorgio Paris: 06489411
e – mail: info@palaexpo.com
Fino all’8 aprile ’02


[exibart]

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