17 marzo 2013

Tonnellate di pittura Made in China. Sotheby’s Hong Kong mette in asta la collezione privata di Didier Hirsch, con il Realismo Cinico di Yue Minjun in testa

 

di

Yue Minjun, Flying, 1993

Si chiama In Transition, e verrà battuta il prossimo 5 aprile nella sede di Sotheby’s di Hong Kong, nell’ambito di due giorni dedicati all’arte contemporanea cinese. È la collezione privata di Didier Hirsch, collezionista francese, di cui la casa d’asta mette sul banco 46 lotti, con l’intento di raccogliere 4 milioni di dollari. Hirsch, che ha iniziato a raccogliere arte contemporanea cinese a metà degli anni 1990, è il tenutario di una delle collezione che più rappresenta il decennio della libertà creativa senza precedenti dell’Oriente, che ha permesso agli artisti di raccontare le loro esperienze personali e le proprie emozioni, con l’ironia tipica dei tempi di cambiamento. 
Evelyn Lin, responsabile di Sotheby’s per il contemporaneo asiatico, ha dichiarato: «Dopo il grande successo di vendita della Collezione Ullens nel 2011, abbiamo il privilegio di presentare un’altra squisita collezione d’arte contemporanea cinese. Una vendita meticolosamente curata, che offre molte opere significative che attraversano il decennio dei 90, con opere di pionieri come Wang Guangyi, Liu Wei e Yu Hong, che all’epoca iniziarono ad attirare l’attenzione, anche grazie alla partecipazione alla 45esima Biennale di Venezia. Da allora le correnti del Realismo Cinico e del Pop politico sono diventate così influenti che continuano a esercitare un profondo impatto sullo sviluppo dell’arte cinese di oggi. Sotheby ‘s è onorata di essere stata incaricata dal Signor Hirsch di offrire questa opportunità senza precedenti agli intenditori per acquisire molti capolavori rari». 
Con una lunga tradizione famigliare di collezionismo, Hirsch iniziò con la Cina nel 1996, con Yue Minjun e la tela Flying: «colleziono arte contemporanea cinese molto episodicamente, a volte comprata a ondate. Sul fronte razionale, ho riconosciuto l’importanza storica di questa “corrente”; sul fronte emozionale sono stato sopraffatto dal potere delle immagini, dai colori vivaci, la creatività, le tensioni, la sofferenza di fondo che si ritrova in queste pitture» ha dichiarato il collezionista. 
Ma quali saranno gli highlights? Si parte proprio con Yue Minjun (nato nel 1962 e una mostra parigina alla Fondation Cartier ancora in scena) pioniere del Realismo Cinico, con il suo Flying, dipinto nel 1993 e all’incanto con una stima di 1-1,5 milioni di dollari: per l’artista l’atto della risata è considerato l’arma finale, la ripetitività ossessiva dei volti sorridenti il riflesso della fragilità del popolo cinese nei confronti delle realtà intrinseche e delle complessità sociali e politiche del Paese in quegli anni, simboleggiato anche dalla rovesciata piazza Tien An Men. 
C’è poi Wang Guangyi (n. 1957) VISA with Yellow Background, 1-1,5 milioni, opera che segna il debutto sul mercato delle aste dell’artista, un’allegoria della propria condizione umana come una singola entità sovrana. Eppure, l’identità simbolica e il significato dell’esistenza è soppiantato e oscurato da una scritta sul visto. A scendere Zhou Chunya, con Green Dog n° 3, per 970mila-1 milione di dollari, e Liu Xiaodong e il Dalai Lama con i suoi discepoli, trittico del 1999, 190-260mila dollari;  Yu Hong (1966) con il recente, 2003, Routine – Meet at the Party, 80-100mila dollari, scena che descrive abilmente frammenti quotidiani, mentre Li Songsong (1973) con Barbecue, ci rituffa nel 1996, a 100-160mila dollari in stima: Quattro giovani che cercano di accendere il fuoco, risultato della vena realista del pittore prima di fuggire nell’astratto alla fine del decennio. E monito per un’epoca che ormai si può solo mettere in vendita.

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