28 marzo 2013

Fino al 30.III.2013 Irma Blank, Senza Parole Bologna, Galleria P420 ARTE CONTEMPORANEA

 
Differenza e ripetizione: questo siamo. Del resto anche Deleuze cercò di dimostrarlo nel suo celebre testo. Un gesto come quello della scrittura che nella sua ripetizione si fa diversa perché diverso è il tempo in cui la coscienza la vive. Differenza come atto creativo, come atto individuale, e ripetizione come comune condizione ontologica dell'esistenza -

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La mostra su Irma Blank Senza Parole ripercorre circa quarant’anni di attività dell’artista dagli Eigenschriften alle Trascrizioni, dagli Avant-testo agli Hyper-text fino al libro d’artista. E non è un caso, forse, che sul muro della galleria P420 ARTE CONTEMPORANEA appaia la scritta «Scrivere è essere».
Come per Hanne Darboven, per cui la ripetizione di un’ infinità di atti identici veniva investita dal concetto di automatismo psichico come forma di esperienza spazio-temporale del proprio vissuto, così Irma Blank crea nei segni primordiali della sua scrittura dei pattern con cui registrare sulla tela “il tempo della sua stessa esistenza”.
Lo spettatore viene immerso in un linguaggio silenzioso interrotto solo dallo stridere della china della biro o del pastello, materiali usati dall’artista per imprimere su poliestere o sulla carta pergamena la propria presenza. Questi suoni registrati durante il processo creativo, udibili grazie a un lettore mp3 appeso accanto ai quadri, rimandano a un continuum temporale di cui l’azione dello scrivere è solo un frammento nel tentativo di ricostruire il processo unitario del gesto.
Come per la serie Winsor di Robert Ryman, a cui sembra rimandare il Radical Writing Schriftzug=Atemzug vom, il risultato è l’impossibilità di tracciare con una consequenzialità logica il segno lasciato, poiché le parole sono state private di senso e ridotte a righe di colore che formano un’enorme foglio su cui non è inscritto alcun testo. Oppure in Lessons in cui le 204 pagine del libro sono private della capacità di comunicare e veicolare messaggi codificati perché costituite da un segno grafico incomprensibile che può essere decodificato solo attivando il linguaggio interiore, cioè quello della propria soggettività. O ancora in Ur-Schrift in cui il gesto meccanizzato sembra raccontare una storia di impeto e passione in un turbinio di emozioni.
Un processo di reiterazione che diviene un perfetto strumento di registrazione di affermazione e annullamento di sé, come riferisce l’autore del catalogo Luca Cerizza.
Un “mettere al mondo il mondo” per citare Alighiero Boetti ripercorrendo una delle testimonianze più antiche della nostra civiltà: il linguaggio trasformato in un “sismografo” in grado di rilevare la nostra natura più profonda attraverso l’intimo a al contempo universale gesto della scrittura.
Sara Marvelli
mostra visitata il 14 febbraio 2013  
dal 24 febbraio al 30 marzo 2013
Senza parole, Irma Blank
Piazza dei Martiri, 5/2 – (40121) Bologna
Orari: da mercoledì a venerdì 15-19, sabato ore 9/13.30 e 15-19.30, altri giorni solo su appuntamento
Info: tel/fax 051 4847957; info@p420.it  www.p420.it

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