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Se Parigi ha aperto un museo al Terminal 2 dell’aeroporto Charles De Gaulle, stavolta l’Italia non è da meno. E in occasione del solstizio d’estate avrà un opening in un luogo di comunicazione tanto simbolico quanto storico e letterario: il passo del Brennero. Laddove un tempo sorgeva la dogana tra Italia e Austria sorgerà la nuova struttura progettata da Carlo Costa che accoglierà video, disegni e installazioni di Fabrizio Plessi, insieme alla grande opera realizzata per l’Expo di Hannover del 2000. Il primo museo “autostradale” d’Italia, accoglierà anche un centro convegni e un punto di ristoro, da non confondere con le tanto note, e squallide, aree di sosta autostradali. Una sperimentazione vera e propria, promossa dall’Autostrada del Brennero Spa, anche come simbolo di connessione tra il mondo mediterraneo e quello mitteleuropeo, al confine tra universo latino e germanico. «Il Passo del Brennero ha sempre rappresentato, dentro la storia dell’Europa, un luogo dal forte valore simbolico ed identitario. Per questo motivo, la riqualificazione dell’area dell’ex-dogana doveva necessariamente essere anche l’occasione per dare nuovo valore a questi spazi. E la collocazione di un museo con le opere di Fabrizio Plessi ne è stata la reale concretizzazione» ha dichiarato Walter Pardatscher, presidente dell’AutoBrennero. Autostrada, e dunque viaggio, come esperienza fondante e culturale, seguendo l’ombra di un moderno Grand Tour, idea che muove anche a partire dalla grande installazione di Plessi, realizzata nel 2000 in occasione dell’Expo di Hannover, che unisce tre composizioni rappresentanti le province di Trento, Bolzano e Innsbruck, concepita come un paesaggio montano artificiale: un ambiente alpestre da attraversare e da vivere tecnologicamente dall’interno. Curato dallo stesso artista, Plessi ha anche disegnato l’allestimento del nuovo museo, dai tavoli alle sedute, dai banconi da lavoro agli scaffali in acciaio corten. Ma come sarà la struttura di Costa? 13mila metri quadrati di superficie, per una lunghezza di 55 metri e una larghezza di 30, con grandi pareti vetrate e una “piazza” centrale, alta quasi 13 metri, punto nevralgico di un allestimento che ruoterà tutto intorno al tema dell’acqua. «Penso che il video formi con l’acqua un binomio perfetto: l’acqua è un elemento cangiante, antico, ancestrale primordiale, il video è un elemento della contemporaneità: entrambi sono fluidi, instabili. Entrambi emanano un bagliore azzurro -ha dichiarato l’artista- L’acqua divenuta ora digitale grazie alla magia delle nuove tecnologie, e continuerà a scorrere per l’eternità, luminescente e viva, capace di rapirci e stupirci come l’acqua seicentesca delle fontane romane. Dunque il miracolo dell’arte si continua a ripetere come un instancabile replay della storia». E fra poco scorrerà anche in autostrada, traffico poetico di meraviglia.