11 ottobre 2013

Fino al 26.XI.2013 Thomas Ruff – “j_m_s_s_z ” Galleria Lia Rumma – Milano

 
I cieli stellati di Thomas Ruff sopra Milano. Apparentemente immagini banali, alludono però all’essenza stessa della fotografia. E il pubblico si divide -

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Se non avesse scelto l’arte, avrebbe studiato astronomia, ha dichiarato Thomas Ruff (1958), allievo dei mitici Bernard e Hilla Becher all’Accademia di Düsseldorf, culla della fotografia come medium artistico. Lo sperimentatore di immagini digitali scaricate da Internet e manipolate, che poi stampa a colori in un formato quasi da schermo cinematografico, espone ora una ventina di opere nella galleria di Lia Rumma. Fedele alla scelta degli anni Ottanta, dai portraits fino ai lavori recenti, Ruff ha trasformato anche la fotografia digitale in un mezzo per indagare i meccanismi della costruzione dell’immagine. Tuttavia, i commenti di alcuni visitatori all’uscita della sua mostra sono stati tiepidi: «Mah, mi sembrano giochini digitali fin troppo prevedibili oggi». 
THOMAS RUFF j_m_s_s_z Lia Rumma Gallery, Milan, September 21, 2013 Installation view - Second floor photocredit Roberto Marossi
In effetti qualche sospetto ti viene a partire dal piano terra della galleria davanti a tre grandi fotografie della serie Substrat (2007), tratte dai Manga e dalle Anime giapponesi le quali, perduto ogni riferimento delle fonti, si risolvono in immagini stampate su carta fotografica di grandi dimensioni in cui campeggiano caleidoscopici giochi di colore astratti, d’impatto psichedelico. Secondo Ruff, il senso della sua ricerca sta nel titolo stesso: dovrebbero portare in superficie qualcosa di sottostante, di originario, alludendo all’essenza stessa della fotografia. Piacciono di più i lavori degli esordi: tre cieli notturni stellati, della serie Sterne (1989-1992), scattati grazie a un telescopio speciale sulle Ande cilene, tra il 1974 e il  1987, con l’obiettivo di tracciare una mappatura del cielo astrale che hanno galvanizzato il mercato. Queste immagini trasudano di romanticismo tedesco e mettono lo spettatore in relazione con il cosmo, evocando esplorazioni astronomiche e le notti stellate di Van Gogh. Al secondo piano della galleria ci sono sei grandi fotografie in bianco e nero della serie Ma.r.s (2010-12), tratte da un sito della NASA e riguardanti il pianeta Marte, realizzate con sofisticati programmi messi a punto dall’Università dell’Arizona. Colorate e compresse da Ruff, sono finti reportage scientifici in bilico tra realtà e illusione. Peccato però, che la luce naturale proveniente dall’ampia vetrata della stanza e le luci artificiali si riflettano nelle immagini, modificandone la fruizione. 
L’ultimo piano ospita sette fotografie dal titolo Jpeg (2007-2009), come il più diffuso formato di immagini digitali, in cui non sono importanti i soggetti naturalistici rappresentati, ma le scomposizioni ad effetto pixel che visualizzano pattern cromatici altrimenti impossibili da percepire. Le sue peripezie tecniche scaricate dalla blog della rete, da immagini riproducibili all’infinito, diventano opere uniche e valgono oltre i 2mila dollari, mentre quelle di Gursky e Struth, gli altri due noti allievi della Scuola di Düsseldorf, raggiungono cifre ancor più astronomiche. 
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 28 settembre
dal 21 settembre al 26 novembre 2013
Thomas Ruff – j_m_s_s_z
Via Stilicone  19, Milano
Orari: martedì-sabato 11-13.30 /14.30-19.00 
Info: info@liarumma.it – www.liarumma.it                    

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