20 ottobre 2013

Un po’ di idee, niente budget e non più autonoma. Ma la Civica c’è

 
Non chiamatela più Galleria, perché da oggi a Trento c'è solo “Civica”. Ecco come tenta di ripartire una delle istituzioni che in Italia ha rappresentato molto per il contemporaneo. E che nell'ultimo anno è stata teatro di assemblee pubbliche per manifestare la voglia di ripresa. Ripercorriamo le ultime e le prossime tappe dell'istituzione trentina con la direttrice del MART Cristiana Collu e l'artista Valentina Miorandi

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Civica, Trento

«Vogliamo portare alla Civica progetti a “maglie larghe”, per avere lo spazio di operare al meglio, proprio perché si è appena cominciato». Attacca così Cristiana Collu, direttrice del MART (e anche della nuova Civica e del Museo Depero) parlando di quello che, da qualche ora, è il futuro della Galleria di Trento. Ma andiamo per gradi.
Poco più di un anno fa arriva la notizia della chiusura definitiva. Il Comune di Trento pratica l’eutanasia alla Galleria Civica: troppo elevati i costi di gestione rispetto alle necessità di tagliare i fondi destinati alla cultura, sempre più vicini allo zero. E così in via Belenzani si abbassa la serranda, con le condoglianze del caso. Come avviene spesso in queste occasioni, quando muore un museo si grida allo scandalo, e si va avanti. C’era l’arte, c’era il contemporaneo, ma ora non ci sarà più. Facciamocene una ragione. 
E invece a Trento la ragione non se la sono fatta, anzi. Memori di tutto quello che ha rappresentato negli anni l’istituzione cittadina, dove hanno lavorato tra gli altri anche Andrea Viliani, oggi al Madre di Napoli, e Fabio Cavallucci, a Varsavia, si è andati incontro a quello che si è concretizzato ieri nella prima visione pubblica della nuova gestione della Civica. Un’operazione venuta alla luce nella primavera del 2012, quando il Museo di Rovereto, nei primi mesi di direzione di Cristiana Collu, si è preso in carico il futuro della kunsthalle di Trento, anche se «Non è giusto parlare di kunsthalle solo perché la Civica non ha una raccolta propria, perché appartiene al Museo di Rovereto, così come Casa Depero, e rientra quindi nella base della collezione MART», precisa Collu.
Nel frattempo, però, la Civica non è rimasta chiusa, ma anzi ha innescato una serie di meccanismi di dialogo, tra giovani artisti della zona riuniti in comitato, e singoli cittadini. A ricordarci questa esperienza è Valentina Miorandi, portavoce del gruppo di lavoro.
Where are we going? Trento, 6 ottobre 2012

Insieme a Festi, Lanaro, Mattuzzi, Mazzonelli, Laurina Paperina e Matteo Rosa si è costituita un’assemblea, “Where are we going”, per capire come poter ripristinare la Civica chiusa, continuando a fare assemblee. E cos’è successo in questi 12 mesi? «La collettività è stata invitata per decidere gli aspetti legati alle istanze del contemporaneo da cui poi proporre e ricostruire una nuova Civica. Per entrare nel merito e nella costruzione vera e propria di un programma culturale abbiamo invitato universitari, ricercatori, curatori, artisti, critici, per portare visioni ed esperienze in merito. Il lavoro è contenuto nel documento “Arte Contemporanea e Cives” [di cui potete trovare uno stralcio qui sotto] che abbiamo condiviso con le istituzioni (Assessorato Provinciale, Assessorato Comunale, Direzione MART, Dirigente Ufficio Amministrativo per la Promozione Culturale). Dal nostro documento emerge la necessità di avere un centro di produzione culturale in grado di sperimentare il linguaggio contemporaneo in modo trasversale e riuscire a diffonderlo. Un luogo, un progetto, che sia cerniera tra il territorio e l’internazionale, un laboratorio osmotico. Leggendo la delibera firmata da Provincia, Comune e MART si legge che qualche spunto, dal nostro lavoro, lo hanno preso» ci racconta Miorandi.
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E sulla diffusione di una modalità culturale trasversale che abbia anche particolare attenzione verso il territorio, Cristiana Collu non ha dubbi: «Quando si è parlato della “fusione” di MART con Civica si è usato spesso il paragone con Ps1. Ma noi partiamo da un modello che non ha a che fare con l’estero, e che guarda alla storia di un’istituzione che in Italia ha rappresentato moltissimo nella diffusione del contemporaneo. Il MART si andrà ad innestare su questo passato, per renderlo pratica attuale e innovativa». 
Ma veniamo al capitolo spinoso, quello che riguarda i finanziamenti dei programmi espositivi e il mantenimento della struttura: «Il budget della cifra destinato alla Civica è quello del MART. Non ci sono capitoli a parte per l’economia di Trento, tutto si svolgerà con i fondi a disposizione del Museo d’Arte di Rovereto. Non sarà insomma diverso dalla gestione che abbiamo», ci spiega la direttrice. E anche l’organico del museo sarà il medesimo: Cristiana Collu a capo, stessa  commissione scientifica, mentre Responsabile dei programmi della Civica sarà Margherita De Pilati, curatrice interna al MART, che avrà una funzione “gestionale” e di coordinamento.
Guido Guidi Venezia contemporaneo / Venezia - Marghera / Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea. Serie: Agrimont; banchina dell’azoto, 1996 trentadue stampe cromogeniche, cm 20 x 25 ciascuna Centro Culturale Candiani, Comune di Venezia

Sponsorship o donor a rimpinguare le casse? «Le porte sono aperte. Allo stato attuale ci sono i nostri privati. E gli sponsor che sono diventati sostenitori della Fondazione della Civica, negli anni scorsi, sono certa che da “osservatori” di questo nuovo corso potranno tornare ad essere anche nostri partner o in progetti specifici oppure nel programma a lungo termine». 
Un programma che avrà un’attenzione particolare verso giovani collaborazioni, con architetti, artisti e curatori (per i quali verranno aperte una serie di residenze), guardando necessariamente al site specific, anche in rapporto ai programmi futuri. E che troveranno spazio in un ambiente completamente ridefinito, adeguato nella morfologia grazie al progetto di Stefano Grigoletto, architetto classe 1984 di Rovereto, vincitore della call per il remake degli spazi trentini: «un segnale molto importante, sia per il territorio, sia per questa nuova visione dello spazio. Ma ci tengo a precisare che la Civica non sarà un “ghetto” solo per under 35, ma un laboratorio dove confrontarsi e misurarsi anche con le difficoltà attuali. Dobbiamo avere uno sguardo molto ampio verso chi può aiutarci a mettere in atto un programma, e talvolta potrà essere la collaborazione di un mid-career, di un giovanissimo o di un artista più senior, che però magari ha quote nel contemporaneo», continua Cristiana Collu.
i nuovi spazi della Civica, Trento

E allora si riparte, mettendo da parte, per ora, il contemporaneo.  “L’avanguardia intermedia. Ca’ Pesaro, Moggioli e la contemporaneità a Venezia 1913-2013”, è la mostra d’apertura, un’esposizione di ricerca sulla figura del trentino Umberto Moggioli in relazione a Boccioni, Gino Rossi, Arturo Martini, Felice Casorati, Pio Semeghini e Tullio Garbari. 
Mostra più storica, quindi, ibridata con immagini più recenti di Basilico o Guido Guidi, che anticipa un percorso cronologico che sarà compiuto ad ottobre del prossimo anno, con una collettiva completamente dedicata all’arte di oggi. La cura? In questo caso si è chiamato lo storico dell’arte Alessandro Del Puppo, ad aprire anche la formula delle curatele esterne, che saranno via via coordinate dai professionisti del MART come, in questo caso, Denis Viva. 
Tutt’intorno Trento, che guarderà i prossimi passi del museo: e adesso? Resterà una consulta? Un’assemblea permanente? «Non lo so, vedremo. Ad ogni modo sarebbe interessante continuare a muovere una discussione e un confronto con tutte le persone che sono o vogliono essere soggetti attivi delle proposte culturali in Trentino e non solo. E che persone, pensieri, saperi si riescano a mettere in rete per contribuire a proporre nuove visioni e nuove pratiche», ci risponde di nuovo Valentina Miorandi. Benvenuti, allora, il sipario sulla Civica è alzato! 

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