26 febbraio 2002

Fino al 31.III.2002 Officina America Bologna, Villa delle Rose

 
Sessanta artisti segnano l’ampio orizzonte della giovane arte del Nord America all’insegna del recupero dei valori legati alla sensibilità in un clima che riprende l’eclettismo di metà anni settanta...

di

Il panorama culturale delineato dalla mostra curata da Barilli si pone in una linea di continuità rispetto a Officina Europa del 1999, mentre costituisce una decisa novità rispetto all’ancora precedente Officina Italia del 1997, nella quale le tendenze dell’ondata postconcettuale legate alla produzione immateriale trovavano una forte rappresentatività. Ora, in nome d’un ritorno all’origine di ambigua sostanza si aprono prospettive per la progettazione di una futura ”Officina Asia”, cui possano seguire una “Officina Africa” o anche una “Oceania”. Ethan Acres, Locusts, 1999, vinile e tessuto , 16 pezziLungo la brulicante costiera romagnola ci troveremo allora, come oggi, l’arte proveniente da altri mondi pericolosamente simili ad un unico modello globale e ricuciremo attraverso le diverse officine una unica linea di continuità o discontinuità generazionale ed epocale nei termini d’un avvicendamento in regolare accelerazione. Non è un caso che l’interpretazione delle opere si limiti per lo più all’ecfrasis di greca memoria, preziosa, ma autoriflessiva e ridondante. Prevale così la logica idealistica dell’alternanza di modi di essere che appiattisce la pluralità dei punti di vista, in realtà irriducibili ad unum o quantomeno spiegabili solo se rapportabili ad un maggiormente individuato contesto storico e culturale da analizzare in senso diacronico e sincronico. Si entrerebbe allora nel terreno del confronto dialettico meno certo e meno rassicurante rispetto al prospetto di un’unica traccia, ma forse più corrispondente al multidimensionale processo in fieri costituito dalle coscienze degli artisti aperte verso il mondo.
La mappatura della mostra in effetti fedele ai suoi presupposti di rilevamento d’una realtà legata a valori di tattilità e rivestimento, preannunciato dal nuovo pattern painting della fine degli anni Novanta, privilegia la pittura – dove l’elemento manuale naturalmente non è esclusivo – con ventisette opere (compresi i wall painting), l’idea di rivestimento comprende le sculture “parietali” a rilievo (tre opere), le opere di fotografia sono quattro e il resto sono sculture e installazioni, collocate soprattutto negli spazi aperti di Cesena e Rimini, i video sono tre, di cui uno è una videoinstallazione.
La mostra è divisa in tre sezioni. La prima, intitolata Una nuova casa dell’uomo, si trova a villa delle Rose, dove ci accoglie l’idea di una seconda pelle che rivesta la nudità fredda delle pareti. Vi è talvolta un richiamo forte alla pop art, ironicamente mescolato con altri linguaggi, in Lari Pittman e, in modo dissacrante, in Bonnie Collura, la cui testa di Lincoln massacrata da una pallottola assomiglia ad un gelato di panna e cioccolata che si sta sciogliendo (con una ciliegina sul naso). Si lavora ancora di citazione con Jean Lowe che ricrea i buoni sentimenti della vecchia America in tridimensionali oggetti lillipuziani di cartone, mentre la società dei consumi è stigmatizzata nella serigrafia su carta a dimensione di parete rappresentante una Libreria fatta di lattine di birra di Virgil Marti. Lari Pittman, Untitled, 2000, olio e smalto su legnoC’è da fermarsi di fronte ai video di Oliver Herring dove sincopati ritmi surreali delineano una nuova poetica dell’oggetto. La seconda sezione, che si trova a Imola, è intitolata Per una nuova sensibilità pittorica e si svolge all’insegna del quadro astratto o figurativo. L’uso dell’acquerello unito ad un moderno e corrosivo gusto narrativo distingue Barnaby Furnas e Amy Sillman. Nell’ultima sezione dedicata all’iper-oggetto prevale la scultura dall’objet-trouvé alla creazione astratta, con decostruzioni di gusto dadaista e oggetti d’affezione richiamanti il pop come le pistole di zucchero di Susan Graham o la gigantesca Mascotte di stoffa di Myfanwy MacLeod. Un riferimento a parte merita il trentaduenne Ethan Acres, le cui Locuste di biblica estrazione sono dei soldati americani con tanto di missile incollato sulla coda!

link correlati
GAM di Bologna

Carmen Lorenzetti


“Officina America”
Dal 25 gennaio al 31 marzo 2002.
Bologna, Villa delle Rose, via Saragozza 228
Orari: dalle 15 alle 19 Chiuso lunedì,
Ingresso: intero, £ 4000, Euro 2,07
Imola, Museo di San Domenico, via Sacchi 4
Orari: dalle 15 alle 19 Chiuso lunedì domenica 10-13/ 16-19,
Ingresso: intero, £ 4000, Euro 2,07
Cesena, ex Pescheria, via Pescheria (fino al 17 marzo 2002) e
Rimini Palazzo dell’Arengo, Piazza Cavour
Orari: dalle 10 alle 13 dalle 16 alle 19 Chiuso lunedì
Ingresso gratuito.
Catalogo: Mazzotta Editore, Milano, Curatore: Renato Barilli.
Tel: 051.502859 Fax: 051371032 E–mail: ufficiostampagam@comune.bologna.it


[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui